Fede e dintorni

Il coraggio di dare un passaggio

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il coraggio di dare un passaggio.

– I difficili tempi della pandemia del coronavirus con le inevitabili restrizioni date dalle autorità competenti hanno reso impossibile la pratica di dare un passaggio ad eventuali autostoppisti.
– Ma già il deteriorarsi delle relazioni sociali con truffe, imbrogli e anche violenze avevano attenuato l’uso di “dare un passaggio”.
– Oggi ci vuole un bel coraggio dare un passaggio a chi non si conosce, e la compassione di poter aiutare qualcuno in difficoltà, cede alla tentazione del sospetto o almeno di una “giusta prudenza”. Meglio non dare passaggi. – Già da qualche tempo è diventato davvero difficile dare un passaggio con la macchina: ragioni di sicurezza personale, di polizia, di assicurazione stradale e… di (giustificata) diffidenza.
– Eppure non sono poche le benedizioni ricevute da chi, con coraggio, ha dato un passaggio. Certo, non sono mancate fregature e anche danni… Ma il bene, alla fine, darà soddisfazioni, che, forse, non pochi di noi potrebbero raccontare.

Un vecchio parroco raccontava una volta il seguente episodio occorsogli nella sua giovinezza.
♦ «Quando ero studente, mi recai un giorno d’inverno nella città, per comprarmi dei libri, ma per via mi stancai tanto che caddi senza forze sulla neve.
Allorché ripresi i sensi, mi trovai avvolto in una coperta di lana e vidi accanto a me un vetturale che aveva fermato il suo carro trainato da due cavalli e mi guardava amorevolmente e mi rifocillava.
Ristorato che fui, cercai nelle mie tasche una moneta e gliela porsi, ma egli non la volle a nessun costo. Dissi allora: «Almeno mi dica il suo nome, affinché possa sapere a chi son debitore della mia
vita».
Però il buon uomo mi rispose: «Caro giovane, si trova forse segnato nella Bibbia il nome del buon Samaritano?» .
E sorridendo mi strinse la mano, riprese la sua coperta e proseguì la sua strada come se nulla fosse stato.

Dagli Atti degli Apostoli
♦ Il funzionario di Candace, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, era venuto a Gerusalemme per il culto e ora se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio. Si fermò davanti ad uomo di Dio, il diacono Filippo, e lo invitò a salire sul carro e a sedere accanto a lui.
Filippo, cominciò a parlare e partendo dal brano della Scrittura, che stava leggendo, gli annunziò la buona novella di Gesù.
Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c’era acqua e il funzionario disse: “Ecco qui c’è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?”. Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e il funzionario, ed egli lo battezzò.  (Cf. 8,27-38).

Oggi ci vuole un bel coraggio dare un passaggio a chi non si conosce, e la compassione di poter aiutare qualcuno in difficoltà, cede alla tentazione del sospetto o almeno di una “giusta prudenza”. Meglio non dare passaggi. – La strada da sempre è teatro di gesti cattivi e buoni: le cronache riportano di persone che morte per soccorrere chi era in difficoltà. – Così, il desiderio di fare il bene quando si è sulla strada è spesso soffocato dalla paura di incappare in situazioni spiacevoli. Quante volte occorre osare con coraggio per far vincere il bene!…

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