Fede e dintorni

Il coraggio di sperimentare

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il coraggio di sperimentare.

– Nella parabola dei talenti presentata da Matteo nel capitolo 25 del suo vangelo, Gesù parla del giudizio finale che tutti dovremo affrontare.
– Egli esigerà di sapere da noi come abbiamo usato il nostro tempo, cosa abbiamo fatto della nostra vita e dei talenti che abbiamo ricevuto, cioè delle nostre capacità.
– Nella parabola viene presentato un servo “malvagio e infingardo” che non ha fatto quanto doveva: mettere a frutto il talento ricevuto. Egli aveva una falsa immagine del padrone (di Dio) e il peggio era che non lo amava. La paura nei confronti del padrone l’ha paralizzato ed ha agito in modo maldestro, senza assumersi nessun rischio. Così ha sotterrato il suo talento.
– Invece Dio si aspetta da noi una risposta gioiosa, un impegno che proviene dall’amore e dalla nostra prontezza ad assumere rischi e ad affrontare difficoltà. I talenti ricevuti possono significare sia le capacità naturali, i doni e i carismi ricevuti come anche il Vangelo ricevuto e da trasmettere agli altri. – Tutti i credenti hanno il dovere di ritrasmettere questi doni, a parole e a fatti, mostrando il coraggio di sperimentare forme sempre nuove. – Il santo redentorista Clemente Maria Hofbauer (1751-1820) aveva un programma di apostolato: Annunziare il Vangelo in maniera sempre nuova”. Usava tutti i suoi talenti per tenere sveglia la sua forte immaginazione, fonte di creatività. I frutti egli li potè gustare solo in parte durante la vita, ma soprattutto li lasciò ai suoi discepoli che li sparsero nel mondo intero. – Non furono poche le difficoltà che dovette superare. Egli era cosciente che gli uomini comuni guardano le cose nuove con occhio vecchio; ma l’uomo creativo osserva le cose vecchie con occhio e spirito nuovo. E ciò vale soprattutto in questo periodo di pandemia.

Una porta difficile da aprire.
♦ Una volta un re volle mettere alla prova la sua corte per scegliere una persona capace a ricoprire una posizione importante.
Quando tutti furono riuniti disse:
♦ – Ho un problema e voglio vedere chi di voi è in grado di risolverlo.
Li condusse davanti ad una enorme porta e disse:
– Ecco la porta più grande e più pesante del regno. Chi di voi può aprirla?
♦ La maggior parte fece segno che non ci avrebbe nemmeno provato. Altri, considerati saggi, guardarono la porta più da vicino, ma riconobbero che non erano in grado di aprirla.
Così dopo aver ascoltato l’opinione dei saggi, tutta la corte convenne che il problema era difficile da risolvere.
A quel punto un contadino presente si avvicinò alla porta.
La esaminò, cercò di spostarla. Infine, con fare deciso la tirò da un lato e la porta si aprì scorrendo di lato.
L’unica cosa necessaria era di tirarla. Questo fece la differenza con chi aveva rinunziato: il contadino ebbe l’iniziativa di sperimentare.
Allora il re gli disse: – Riceverai una posizione elevata in tribunale, poiché tu non hai fatto affidamento solo sull’aspetto, né solo su ciò che hai sentito dire dagli altri. Hai messo in atto le tue facoltà e hai rischiato di sperimentare.

Di fronte alle difficoltà, non bisogna rinunciare a cercare una soluzione, per quanto grande possa essere il problema. Chiediamo luce dello Spirito Santo e abbiamo pazienza e saggezza.
«Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore tuo Dio cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà». (Dt 31,6).

(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).

Nella parabola dei talenti, Gesù ha ammonito di non fare come il servo “malvagio e infingardo” che non ha fatto quanto doveva: mettere a frutto il talento ricevuto. Egli aveva una falsa immagine del padrone (di Dio) e il peggio era che non lo amava. La paura nei confronti del padrone l’ha paralizzato ed ha agito in modo maldestro, senza assumersi nessun rischio. Così ha sotterrato il suo talento. – Invece Dio si aspetta da noi una risposta gioiosa, un impegno che proviene dall’amore e dalla nostra prontezza ad assumere rischi e ad affrontare difficoltà. Bisogna avere il coraggio di sperimentare: gli uomini comuni guardano le cose nuove con occhio vecchio; ma l’uomo creativo osserva le cose vecchie con occhio e spirito nuovo.

Condividi l'articolo