Attualità Cultura e Società

“Il Fanciullo e il Folklore – Incontro con le nuove generazioni”

A Sessa Aurunca,  il gruppo folk Città di Tropea si è classificata al primo posto 

I piccoli del Gruppo Folk Città di Tropea trionfano alla 34^ edizione de “Il Fanciullo e il Folklore – Incontro con le nuove generazioni”

Anche quest’anno il gruppo folk Città di Tropea”, presieduto da Andrea Addolorato, ha partecipato alla manifestazione nazionale “Il fanciullo e il folklore – Incontro con le nuove generazioni”, giunta alla 34^ Edizione, ed anche quest’anno, come già successo lo scorso anno a Pesaro, l’associazione tropeana si è classificata al primo posto, nella Rassegna del Documentario Etnografico, tramite il quale si intende promuovere fra i diversi gruppi, ricerche sul patrimonio etnografico riprodotto tramite documentari di antropologia visuale.
Quest’anno, con il filmato dal titolo “Tizzoni di Calabria”, il tema scelto è stato l’antico e duro lavoro dei carbonai di Serra San Bruno (VV).
“Il video realizzato e curato dal regista Saverio Caracciolo, che, prima di essere un grande professionista è un grande amante delle tradizioni popolari, – dice Andrea Addolorato – ha voluto documentare, attraverso le immagini e il diretto racconto di alcuni dei pochi carbonai che ancora praticano questo duro ed importante lavoro, tutte le varie fasi per la realizzazione del carbone vegetale.
Essi difatti compiono la prima e fondamentale operazione all’indomani della potatura degli alberi e del taglio di diradamento del bosco nelle zone montane, ripuliscono il terreno e riutilizzano i rami tagliati che altrimenti andrebbero persi, garantendo l’equilibrio della natura.
Trasformare legna di scarto in carbone vegetale, costituisce un’opera sapiente che si esprime, non solo nella formazione della carbonaia mediante la paziente opera di collocazione dei rami a raggiera, e con criteri predeterminati, sino a formare una montagnola conica, ma anche nella cura del lento processo di combustione del legno che in un arco di cinque – dieci giorni, a seconda della quantità di materiale collocato nel cumulo, trasforma un materiale di poco valore, in un prezioso elemento: il carbone vegetale.
Il video apprezzatissimo e premiato con voto unanime dalla giuria, composta da antropologi, esperti tecnici, e professionisti del settore, è stato oggetto in un lungo dibattito, dove è emerso il perfetto lavoro svolto dal Gruppo Folk “Città di Tropea” e l’importanza che ha l’antropologia visuale per poter trasmettere ai posteri, testimonianze indelebili nel tempo.
Grande emozione e soddisfazione c’è stata, infine, per Saverio Caracciolo, continua il Presidente Andrea Addolorato, quando la giuria, nel corso del dibattito, ha dichiarato che, il lavoro del regista tropeano, può essere paragonato, ai grandi capolavori di Vittorio De Seta.
Altro enorme successo per i “Piccoli” del Gruppo Folk “Città di Tropea è arrivato nel corso della splendida esibizione offerta in Piazza Castello a Sessa Aurunca, quando i ragazzi, sono saliti sul palco, suscitando grande attenzione e riscuotendo molti applausi da parte di tutti gli spettatori presenti.
Il tema scelto è stato “U Tagghju da Cudarrattu”, dove i ragazzi, guidati dalla direttrice artistica Concetta Lorenzo e dalla collaboratrice Carmelina Crisafio, hanno messo in scena, attraverso un mix di balli, canti e perfomance varie, l’antico rito della tradizione marinaresca di Tropea del “taglio” della tromba marina detta appunto “Cudarrattu” (coda di topo) che veniva tramandato di padre in figlio a mezzanotte del giorno di natale.
La manifestazione, come di consueto si è conclusa Domenica mattina con la celebrazione della Santa Messa, con tutti i gruppi partecipanti in abito tradizionale, celebrata dal Vescovo Orazio Francesco Piazza, seguita dalla parata della gioia, dove i ragazzi cantando e ballando, hanno sfilato per le vie del centro storico della città campana, fino ad arrivare al palco per le premiazioni.
“Le esperienza e i successi, che in questi splendidi anni, abbiamo condiviso insieme ai ragazzi, – conclude Andrea Addolorato -, sono stati straordinari e irripetibili, che resteranno per sempre indelebili nei nostri cuori; però quello che ci ha dato quest’ultima, ha qualcosa di particolare. Essere avvicinato e ricevere i complimenti da persone, che da più di cinquanta anni fanno folklore e studiano antropologia nelle varie università italiane, è stato, per tutti noi motivo di grande orgoglio, ma vedere l’emozione negli occhi dei nostri ragazzi, che hanno portato a termine dopo un duro lavoro, un progetto curato e condiviso insieme per molto tempo, è stato qualcosa di unico”

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Redazione
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