Fede e dintorni

Il volto bello dell’umanità

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il volto bello dell’umanità.

– Questa seconda domenica di quaresima ci consegna una speranza forte: la luce sfolgorante che irradia dal volto umano di Cristo restituisce all’uomo l’immagine divina a somiglianza della quale è stato creato.
– Finalmente l’uomo, figlio di Adamo, non deve più nascondere a Dio il suo volto deturpato dal peccato. Anche il nostro volto potrà essere trasfigurato dalla grazia di Cristo e mostrare il volto bello dell’umanità.
– Infatti nella Trasfigurazione, Gesù è indicato come la vera speranza dell’uomo perché in Lui ci sono allo stesso tempo morte e risurrezione.
– Così è la vita dell’uomo: vive nel male, ma aspira al bene; diffonde guerre e violenza, ma poi prega per la pace. – Non è un “mistero” facile da contemplare, ma sollecitati dalla grazia di Gesù, possiamo vedere la sua gloria e il volto bello dell’a nostra umanità.

Dal Vangelo di questa domenica (Lc 9,28-36).
♦ In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
♦ Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
♦ Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

«È bello per noi essere qui»
♦ Gesù sceglie tre apostoli e sale «sul monte a pregare». E quella preghiera diventa un’estasi meravigliosa: il suo volto e le vesti si “trasfigurano”. Arrivano Mosè ed Elia, le due “colonne” d’Israele (Legge e Profeti), e l’estasi raggiunge il culmine.
I tre apostoli, anche se «oppressi dal sonno», restano incantati nel vedere la «sua gloria» divina, e Pietro vorrebbe prolungare quella gioia. All’incanto subentra poi la paura: una nube li avvolge e li abbraccia, ma la voce del Padre li rassicura e li invita ad ascoltare il suo Figlio, «l’eletto».
Perché tutto questo? Fra poche settimane, nel Getsèmani, gli apostoli vedranno il volto di Gesù non più glorioso, ma rigato di sangue. E allora non ci sarà estasi, ma paura e abbandono.
Ad essi manca una fede forte: la fede granitica di Abramo (I Lettura). Costui, senza figli e con moglie sterile, crede fermamente a Jahvè che gli dice: «Conta le stelle, se riesci a contarle: tale sarà la tua discendenza».

E tu come credi?
Non seguire i «nemici della croce», pensando solo alle «cose della terra» (II Lettura). Con fede gioiosa credi che la tua «cittadinanza è nei cieli» e Gesù «trasfigurerà» il tuo corpo mortale a immagine del «suo corpo glorioso».
(padre Giovanni Crisci, frate cappuccino, in ladomenica.it)

Trasfigurazione per una nuova umanità (domenica 13-03-2022).
♦ La trasfigurazione di Gesù, un’esperienza tanto unica quanto semplice e profonda allo stesso tempo. Un’esperienza tanto umana quanto divina, ancora di più, così nell’umano il divino, al punto di far sì che l’umano si apra all’infinita possibilità della divinizzazione, questo sì, quella che passa attraverso il mistero dell’incarnazione.
Essere veramente umani è trascendersi, è quell’infinita possibilità di andare oltre ciò che è dato, cercando le migliori profondità della realtà.
Essere veramente umani così non è rimanere nelle superficialità, né nelle ripetizioni sterili, ma aprirsi all’onda infinita della creatività, della vita liberata, creando spazi di gioia trascendente.
Essere veramente umani è rinascere dal profondo puntando in alto, è aprirsi per risplendere, aprendo il posto alla trasparenza, lasciando opacità e occultamenti.
Essere veramente umani così è darsi la possibilità, nel mezzo del cammino quotidiano, di aprirsi alla bellezza dell’incontro profondo con ciò che siamo e possiamo diventare, è maturare dalle profondità del cuore errante, mendicante, che aspetta di trovare nuove piste e nuove chiarezze, con atteggiamenti rinnovati e inediti.

♦ La quaresima è lo spazio che ci consente tali trasformazioni/trasfigurazioni, spazio per la preghiera, per andare nel profondo, per purificare e abbandonare le oscurità, e così rinascere più trasparenti, più generatori di luce, di rivelazione di ciò che siamo e possiamo essere come figli di Dio, offrendo alternative di vita nei momenti dolorosi, violenti e confusi.
♦ Quaresima è aprirsi alla speranza senza zoppicare, è non smettere di guardare gli orizzonti infiniti mentre si superano i passi dolorosi… È aspirare a cose più grandi per rimettere in moto la nostra storia di nuova umanità.
La storia presente ce lo chiede più che mai: non perdiamo questa opportunità.
P. Tony Fidalgo, redentorista (da facebook).

Per la preghiera.
* Dio Padre dice a tutti noi di “ascoltare” il suo Figlio, «l’eletto» e di mettere in pratica la Parola di Gesù.
* Coloro che gestiscono il potere dei mass media o della carta stampata comunichino sempre messaggi per il vero bene delle persone e per la pace fra i popoli.
* I malati terminali e tutti i sofferenti si sentano confortati dalla certezza che un giorno il Signore Gesù trasfigurerà il nostro corpo mortale «per conformarlo al suo corpo glorioso».
* Come l’apostolo Pietro, possiamo esclamare escolamare anche noi: «È bello per noi essere qui» col Signore Gesù e possiamo trasmettere a tutti la gioia che abbiamo ricevuto.
Donaci, o Padre, di gustare nello Spirito la gioia e la bellezza di “stare” sempre con Gesù, tuo eletto Figlio: adesso nel mistero e anche sotto la croce, un giorno nell’estasi beata dell’eternità.
Amen.

La luce sfolgorante che irradia dal volto umano di Cristo trasfigurato restituisce all’uomo l’immagine divina a somiglianza della quale è stato creato. Finalmente l’uomo, figlio di Adamo, non deve più nascondere a Dio il suo volto deturpato dal peccato, che continua a tenerlo schiavo, come ci sta mostrando l’inaspettata e atroce guerra della Russia contro l’Ucraina. Ma nello stesso tempo si sta manifesta un movimento di forte solidarietà. Due facce della stessa medaglia della vita. L’uomo ha avuto in dono la vita perché la trasfiguri nella sua dignità più alta e ami e rispetti il suo prossimo e il creato e consegnare il tutto alle future generazioni nel modo migliore. Anche questa è Quaresima. Anzi, senza questo impegno non c’è quaresima che valga.

Condividi l'articolo