Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale

a cura di P. Salvatore Brugnano


Agosto 2010, prima settimana: 1-7 agosto 2010
1. Vangelo della domenica –  «Quello che hai preparato, di chi sarà?».
2. Aspetti della vita – La riva di fronte.
3. Un insegnamento di S. Alfonso –  Breve profilo biografico del Santo la cui festa cade il 1° agosto.
4. La settimana con la liturgia = 2-7 agosto
5. Saggezza calabrese  = Sull’avarizia.

1. Vangelo della domenica –  Lc  12,13-21
«Quello che hai preparato, di chi sarà?».
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

 “Tutto è vanità”; vanità anche i beni ottenuti, che si dovranno lasciare. L’esistenza è breve e problematica; a volte ci si domanda se valga la pena di viverla… ma la Parola di Dio ci dà la soluzione: «Ricordati del tuo Creatore. Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché egli giudicherà il bene e il male che tu compi». Sant’Agostino in modo folgorante ammonisce: «Tu ami la terra? Terra sarai. Tu ami Dio? …Dio sarai». E san Paolo a sua volta propone: «Se siete risorti con Cristo», siete abitanti del cielo: «Cercate perciò le cose di lassù».
Ma nel frattempo come dobbiamo comportarci nella vita quotidiana? Gesù in questo brano di Vangelo ci ammonisce ad andare contro ogni dissennata avidità e il successo ad ogni costo. È necessaria la sobrietà, poiché la ricchezza può essere pericolosa. Quindi in ogni progetto, per non cadere nell’”avarizia insaziabile che è idolatria”, tener conto dei diritti degli altri. Segue l’impegno nelle opere di bene che ci accompagneranno nel giudizio divino, in modo da non rinnegare mai il Signore, poiché non sappiamo quanto tempo ci resterà ancora da vivere.
Il messaggio essenziale del Vangelo di oggi è talmente chiaro che, in realtà, non ha bisogno di interpretazione: “Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché la vita di un uomo non dipende dai suoi beni”. E “arricchitevi davanti a Dio!”.
Ma, siccome conquistare dei beni è un’aspirazione fondamentalmente umana, è opportuno confrontarci con l’insegnamento di Gesù. La ricchezza conferisce agli uomini una certa sicurezza, permette loro di disporre della propria vita, di non dipendere completamente dagli altri o dallo Stato, di organizzare la propria sfera di vita, di occuparsi di cose che fanno loro piacere, di concretizzare grandi missioni o grandi scopi. In questa misura, i beni sono necessari per una giusta esistenza. Gesù non mette in questione il buon impiego dei beni e delle ricchezze. Ma afferma che beni e ricchezze portano gli uomini a sentirsi lontani da Dio e dal prossimo, a pensare di essere assicurati contro la miseria, la vecchiaia e la morte e a soddisfare i piaceri di questo mondo. Per molti uomini, il successo materiale li porta a chiudersi ai bisogni dell’altro.
Invece la ricchezza deve essere per ognuno un mezzo per impegnarsi per gli altri, aiutando coloro che sono nello sconforto e condividendo con generosità: così si sarà veramente ricchi agli occhi di Dio. (La Chiesa.it).

2. Aspetti della vita
La riva di fronte
Ti ho visto sulla riva di fronte: come fare per venire fino a Te? I venti hanno strappato le mie vele, le onde hanno consumato i remi del mio naviglio. Come gettare ponti? Su quali pilastri costruirli? Ti ho udito… ecco la Tua voce, è nel fruscio dell’acqua… E io, prigioniero della riva dove sono, aspiro a venire a Te. Potrei farlo attraversando l’acqua ma a ogni passo rischio di annegare. Tendi le tue braccia verso di me…

Tutti siamo in cammino per raggiungere l’altra riva, quella dell’eternità e dell’infinito. Irraggiungibile: non è, infatti, possibile gettare ponti tra la nostra e quella riva. Eppure una soluzione è possibile. Ce la ricorda in questa preghiera Georges Kerbaj, un monaco maronita libanese, nel volumetto “Il mio passaggio a Te” (ed. Messaggero, Padova), una bella e intensa raccolta orante. Sulla scia dell’episodio evangelico del Cristo che cammina sulle acque e va incontro a Pietro esitante, noi tentiamo di avviarci verso il mistero che sta al di là delle nostre sponde terrene.
E’ quell’itinerario che si compie ora nella fede e che un giorno, alla nostra morte, si attuerà nella visione diretta. Sarà, infatti, Cristo stesso, che ha già varcato quello spazio uscendo dalla morte, a venirci incontro, a prenderci per mano, a impedire che la nostra esistenza affondi nel gorgo del nulla. Allora egli si mostrerà “faccia a faccia” e non più «come in uno specchio, in maniera confusa» (1 Corinzi 13, 12). Questa è, dunque, una giornata di speranza: dalla nostra riva guardiamo verso quella meta lontana e luminosa e non disperiamo di poterla un giorno anche noi raggiungere. A quel punto, come diceva s. Paolo, «saremo sempre col Signore». (Mons. Gianfranco Ravasi).

3. Primo agosto – Festa di S. Alfonso
Breve profilo biografico
Alfonso de Liguori, nacque a Marianella, quartiere di Napoli, il 27 settembre 1696. Primogenito di una famiglia di aristocratici napoletani, compì in casa gli studi letterari e scientifici.
Avviato precocemente alla carriera forense, a 16 anni divenne dottore in diritto civile ed ecclesiastico e a 20 anni si impose quale brillante avvocato nel foro napoletano.
La svolta della sua vita arrivò nel 1723 quando la perdita di una importante causa lo portò a lasciare i Tribunali per diventare sacerdote. Ordinato il 21 dicembre 1726, intraprese subito un intenso apostolato tra i quartieri poveri di Napoli, con scugnizzi e barboni, impegnandosi particolarmente, con le Cappelle Serotine, nella catechesi e la formazione morale della gente più semplice. Quale membro delle Apostoliche Missioni si dedicò anche alla predicazione negli altri paesi del Regno di Napoli.
La salute fortemente compromessa dalle fatiche apostoliche, lo portò, per riposo, a S. Maria dei Monti, sull’altopiano di Amalfi, dove venne a contatto con i poveri contadini e pastori privi di ogni assistenza spirituale.
Questa esperienza fece nascere nel cuore apostolico di Alfonso il desiderio di fondare un Istituto tutto dedito alla evangelizzazione dei poveri, sparsi nelle campagne e nei paesetti rurali.
Il 9 novembre 1732, a Scala (SA) nacque la Congregazione del Santissimo Redentore. Con i primi compagni Alfonso girò di paese in paese, impegnando i suoi talenti umani e spirituali per la conversione dei peccatori; la preghiera e la predicazione formarono i pilastri della sua attività missionaria. Dove non arrivava con la parola, cercava di arrivare con gli scritti. Le sue 111 opere raggiunsero un numero di edizioni straordinarie. Le più importanti sono: La Teologia morale, Del gran mezzo della preghiera, Le massime eterne, Le glorie di Maria e La pratica di amar Gesù Cristo.
Nel 1762 venne nominato vescovo di S. Agata dei Goti, e anche in questo servizio Alfonso trasmise tutto il suo ardore missionario, lavorando soprattutto per la formazione del clero. Nel 1775 lasciò la diocesi e si ritirò a Pagani, dove morì il 1 agosto del 1787, a 91 anni di età.
Venne canonizzato da Gregorio XVI il 26 maggio 1839. Il 23 marzo 1871 Pio IX lo dichiarò Dottore della Chiesa, e il 26 aprile del 1950 Pio XII lo proclamò Patrono dei confessori e dei moralisti.. (dal Proprium liturgico della Congregazione).

4. La settimana con la liturgia =  2-7 agosto 2010 – Liturgia delle Ore: II settimana

 
2  agosto  (lunedì)Insegnami, Signore, i tuoi decreti. – Il pane che Gesù moltiplica per nutrire la folla di coloro che lo ascoltano con fede è simbolo di quello che egli darà ai credenti all’interno della sua Chiesa.
Letture di oggi =  Ger 28,1-17; Sal 118,29.43.79-80.95.102; Mt 14,13-21.
Santi di oggi =  Sant’Eusebio di Vercelli; San Pier Giuliano Eymard. B. Pietro Favre.

3  agosto  (martedì) –  Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore. – Il mare, nella Bibbia, è considerato una potenza terribile ed è il simbolo delle forze che minacciano il mondo. Gesù non solo lo domina, ma fa partecipare a questo dominio coloro che ripongono in lui una fede totale.
Letture di oggi  = Ger 30,1-2.12-15.18-22; Sal 101,16-21.29.22-23; Mt 14,22-36.
Santi di oggi =  Sant’Asprenato; Sant’Eufronio; B. Agostino Katozic.

4  agosto  (mercoledì) – Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge. – Gesù rispetta le tappe della missione ricevuta dal Padre: egli annuncia il regno di Dio al popolo d’Israele, e lascia alla comunità dei discepoli il compito di annunciarlo ai pagani. Ma quando la fede apre il cuore e suscita un’umile preghiera, allora tutte le tappe possono anche essere bruciate.
Letture di oggi  =  Ger 31,1-7; Cant. Ger 31,10-13; Mt 15,21-28.
Santi di oggi =  San Giovanni M. Vianney, sacerdote. San Raniero; B. Federico Janssoone.

5 agosto  (giovedì) –  Crea in me, o Dio, un cuore puro. – Gesù è il messia inviato da Dio al suo popolo, il servo di Dio che andrà incontro alla morte per compiere la propria missione di salvezza. Pietro crede in Gesù, e per questo ha un ruolo fondamentale nella comunità dei credenti.
Letture di oggi =   Ger 31,31-34; Sal 50,12-15.18-19; Mt 16,13-23.
Santi di oggi =  Dedicazione Basilica Santa Maria Maggiore: Sant’Emidio; Sant’Osvaldo.

6 agosto  (venerdì) –  Il Signore regna, il Dio di tutta la terra. – Attorniato da Mosè e da Elia, Gesù appare come il re-messia, il profeta-servo, il figlio dell’uomo. Con la sua voce, Dio accredita il proprio Figlio davanti agli apostoli, preparandoli così a superare nella fede lo scandalo della passione.
Letture di oggi =  Dn 7,9-10.13-14 Oppure: 2Pt 1,16-19; Sal 96,1-2.5-6.9; Lc 9,28b-36.
Santi di oggi =  Trasfigurazione del Signore.

7 agosto  (sabato)Tu non abbandoni chi ti cerca, Signore.  –  In un mondo in cui minaccia la potenza del male, l’uomo è schiavo di molte cose. Ma il male non lo sfiorerebbe se egli credesse davvero in colui che è il Signore dell’impossibile.
Letture di oggi =   Ab 1,12 – 2,4; Sal 9,8-13; Mt 17,14-20.
Santi di oggi = Santi Sisto II e c.; San Gaetano da Thiene; San Donato.

5. Saggezza calabrese
Sull’avarizia
Chiju ch’è sparagnatu
A lu diavulu è datu.
(Non bisogna privarsi di nulla nella vita, pensando al risparmio).

L’avaru p’ ‘u pocu perdi l’assai.
L’avaru pi’ speragnari ‘a cinniri,
Cassaria ‘a farina.

Li dinari di l’avaru
Si li strudi lu spragaru.

Jocu, taverna e bagascia
fannu la gurza liscia.

La rroba di mpimpirimpì
Si ndi va di mpamdarampà.
(La roba acquistata con male arti sfuma facilmente per la stessa via).

La rroba di l’avaru
Si la mangia lu spragaru.
La rroba d’u carrocchiaru
S’a mangia ‘u sciampagnuni,
E chiju d’u sciampagnuni
S’ a mangia ‘u tavernaru.
Perdi cchiù l’avaru – Ca lu spragaru.
‘U spragaru e l’avaru
all’annu si trovaru ô paru.
(cf Giuseppe Chiapparo, Etnografia di Tropea, Scritti demologici e storici, M.G.E. 2009, pag. 253).

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