Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale

a cura di P. Salvatore Brugnano


Dicembre 2010, seconda settimana: 5-11 dicembre 2010
1. Vangelo della domenica 5 dicembre, Seconda di Avvento – Anno A –  «Convertitevi: il regno dei cieli è vicino! ».
2. Aspetti della vita – Cuore, labbra, mani.
3. Un insegnamento di S. Alfonso – Il voto di sangue per l’Immacolata.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 6-11 dicembre
5. Saggezza calabrese  = Appuntamenti dell’antico calendario tropeano di dicembre. 

1. Vangelo della domenica – Mt 3,1-12
«Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!».
 
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Lo scenario evangelico si apre con Giovanni Battista: la sua predicazione è il segnale dell’inizio dell’azione pubblica di Gesù. Con il suo discorso che chiama alla conversione, la presenza vicina diventa il messaggio di Gesù: “Il regno dei cieli è vicino!”, e la differenza con questo si fa chiara: i battesimi di Giovanni non permettono di rimettere i peccati. Le parole dell’evangelista Matteo ci danno un’idea della grande importanza di Giovanni Battista, della sua influenza e della sua azione: si legge la convinzione che Israele si trovi in una situazione senza uscita. Non vi è più la sicurezza collettiva che derivava dall’appartenenza alla discendenza di Abramo. L’avvenire di ognuno dipende dalle proprie azioni: “Fate frutti degni di conversione!”. Tuttavia l’avvenire è anche nelle mani di Dio, cioè nelle mani di colui che verrà dopo Giovanni: la mano che separa il buon grano dalla zizzania compirà presto la sua opera. Il giudizio che verrà è anche la ragione per cui Giovanni invita alla conversione. Israele è alla fine della sua sapienza. Anche se Giovanni Battista non ha ancora un’idea chiara di colui che verrà dopo di lui, sa una cosa: egli è il più forte. Giudicare è fare una scelta. Così, prepararsi al giudizio è prendere una decisione. (cf la Chiesa.it)
Cosa fare? A livello personale: preparare la via del Signore estirpando il male per far sbocciare i germi del bene; accogliere poi la misericordia di Dio, cantando con riconoscenza inni al suo Nome (II Lettura); infine percepire la nostra indegnità verso il Messia, al quale non siamo degni di portare i sandali. A livello sociale occorre rivestirsi di giustizia, poiché il Signore si schiera dalla parte della giustizia e divenire operatori di pace.

Giovanni Battista capisce che la fede autentica sta morendo in Israele, perché sempre di più la religiosità si limita all’osservanza di qualche precetto e a devozioni. Perciò invita alla conversione e alla penitenza, invocando un ritorno del Signore. Capisce che questo ritorno è indispensabile e cosi intuisce la venuta del Messia. Oggi siamo nella medesima situazione. Un esempio è che il Battesimo in Spirito Santo e fuoco di cui parla Giovanni Battista (che noi abbiamo ricevuto), è talmente annacquato da essere vissuto con meno intensità del semplice battesimo di penitenza di Giovanni Battista. L’appartenenza alla Chiesa condiziona molto poco la nostra vita quotidiana. Anche oggi c’è bisogno di persone che siano disposte ad ascoltare il Signore, come Giovanni Battista, per vedere come rilanciare la fede. Il bisogno c’è, ne sono testimoni i pellegrinaggi costosi e impegnativi che siamo disposti a fare pur di sentire per un attimo la presenza di Dio nella nostra vita; come facevano a quei tempi i pellegrini che andavano da Giovanni Battista. Proviamo col pregare anche a casa nostra, contemplando il presepio, che deve essere un luogo di preghiera e d’adorazione privilegiato in ogni casa. Questa è anche un’ occasione per pregare insieme in famiglia, con i figli. (Paul Devreux )
 
2. Aspetti della vita
Cuore, labbra, mani.
Metti, Signore, nei nostri cuori, desideri che tu possa colmare. Metti sulle nostre labbra preghiere che tu possa esaudire. Metti nelle nostre opere atti che tu possa benedire.
La prima impressione che genera questa bella preghiera della liturgia mozarabica spagnola ci riconduce alle parole di s. Paolo: «Non sappiamo che cosa sia conveniente domandare» a Dio quando preghiamo. Tuttavia – continua l’Apostolo – «è lo Spirito stesso a intercedere con insistenza per noi» (Romani 8,26). Ecco, allora, la necessità di lasciare spazio allo Spirito perché ci guidi in una preghiera che non sia meramente “economica” così da impetrare solo vantaggi, doni, successi. Più che implorare “grazie” dovremmo chiedere la “grazia” divina che trasforma cuore e vita.
Ma vorremmo porre l’accento su un altro aspetto di questa invocazione appartenente a una liturgia cattolica locale com’è quella mozarabica. Nella preghiera vengono evocati e coinvolte tre realtà corporali: il cuore, la bocca, la mano (“opere”), proprio come si fa nel culto ebraico che, attraverso il movimento del corpo, fa sì che tutto l’essere lodi Dio. «Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio: è questo il vostro culto spirituale», scrive suggestivamente Paolo ai Romani (12,1). La preghiera deve intridere l’essere intero. Bellissime sono le parole di Isacco di Ninive (VII sec.): «Che dorma o vegli, la preghiera non si separa dal fedele. Mentre mangia, beve, riposa, lavora, mentre è sprofondato nel sonno, il profumo della preghiera esala spontaneamente dal suo cuore» (Card. Gianfranco Ravasi).

3. Un insegnamento di S. Alfonso
Il voto di sangue per l’Immacolata
S. Alfonso, appena conseguita la laurea in giurisprudenza (in utroque jure, come si diceva) emise il voto di sangue per difendere il privilegio dell’Immacolata Concezione di Maria anche se non era ancora riconosciuto ufficialmente come dogma. “Alfonso sosteneva invitto cotale privilegio, lodava quei suoi alunni, i quali dopo terminato il corso della sacra teologia facevano il voto di dare il sangue e la vita per sostenerlo e diceva: “Sebbene la fede non ci obblighi a credere tal privilegio qual mistero, altro però non manca che la sola espressa definizione della Chiesa. Ed oh potessi aver la sorte di veder un tal giorno!”
Con ciò venne quasi a predire, che si sarebbe definito quale articolo di fede divina il privilegio della Immacolata Concezione. Per infervorare il popolo alla devozione verso Maria Immacolata, faceva predicare nella chiesa dei padri conventuali in sant’Agata ogni sabato sopra il detto mistero; ed istituì ancora una Congregazione di donzelle specialmente dedicata ad onorare l’immacolato concepimento di Maria Vergine. (cf. Berruti, Lo Spirito di S. Alfonso, p. 155).
 
4. Vivere la settimana con la liturgia =  6-11 dicembre – Seconda settimana di Avvento – Liturgia delle Ore: II settimana
 
6 dicembre (lunedì)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Ecco il nostro Dio, egli viene a salvarci. – Accogliamo il Signore che viene a liberarci dal peccato che ci paralizza interiormente. E anche noi, disincantati uomini del XXI secolo, potremo vedere cose prodigiose.
– Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Isaia 35,1-10; Salmo 84,9-14; Luca 5,17-26.
– Santi di oggi  =  San Nicola; Sant’Asella; Sant’Obizio.
 
7 dicembre (martedì)– Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Ecco, il nostro Dio viene con potenza. – Dio non è in pace finché non riconquista col suo amore chi si è smarrito. È la sua gioia più grande. Di questa stoffa dovrebbero essere fatti tutti i pastori della Chiesa. Ce ne dà l’esempio il grande Ambrogio, che ha saputo conquistare l’inquieto Agostino.
– Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Isaia 40,1-11; Salmo 95,1-3.10-13; Matteo 18,12-14.
– Santi di oggi  =   Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa; Santa Maria Rossello.
 
8 dicembre (mercoledì) – Solennità dell’Immacolata– Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.– Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Genesi 3,9-15.20; Salmo 97,1-4; Efesini 1,3-6.11-12; Luca 1,26-38
– Santi di oggi  =  Immacolata Concezione di Maria.
 
9 dicembre (giovedì)– Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Il Signore è misericordioso e grande nell’amore. – La figura di Giovanni il Battista è il culmine di tutta la storia di salvezza che l’ha preceduto. Egli è uno spartiacque: prepara i cuori ad accogliere i tempi messianici.
– Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Isaia 41,13-20; Salmo 144,1.9-13; Matteo 11,11-15.
– Santi di oggi  =  San Juan Diego Cuauhtlatoatzin; San Siro; Santa Gorgonia.
 
10 dicembre (venerdì)– Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita. – L’insensibilità e l’indifferenza: ecco il grande rischio che può vanificare questo tempo di attesa. Né la parola appassionata del Battista, né la tenerezza misericordiosa del Signore ci scalfiranno.
– Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Isaia 48,17-19; Salmo 1,1-4.6; Matteo 11,16-19.
– Santi di oggi  =  Beata Vergine Maria di Loreto; Santa Eulalia; San Gregorio III.
 
11 dicembre (sabato)– Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Fa’ splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.-  Elia, il profeta di fuoco atteso per i tempi del Messia. Purtroppo, non riconosciuto nel ministero di Giovanni Battista. Anche il Cristo soffre il rifiuto di chi non lo accoglie.
– Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Siracide 48,1-4.9-11 Salmo 79,2.3.15-16.18-19; Matteo 17,10-13.
– Santi di oggi  = San Damaso; San Daniele Stilita; San Sabino.
 
5. Saggezza calabrese
Appuntamenti dell’antico calendario tropeano di dicembre
Al 4 dicenbre, Santa Barbara, si richiama alla memoria il seguente tetrastico:
Santa Barbara subb’a ‘nu munti stava,
di trona e lampa non si spagnava,
Si spagnava di ‘nu sulu Dio,
Santa Barbara d’u cori mio.

Il 6 dicembre, San Nicola, ci ricorda che:
A santu Nicola ogni mandra faci a prova
In tale data i pecorai di Zaccanopoli fanno le prime ricotte. Nel medesimo giorno, nei dintorni, i contadini di animali vaccini costumano, per devozione al detto Santo, preparare e mangiare la “cuccìa”, che consiste in una mescolanza di grano e granturco, bolliti fino a completa cottura. Nella pentola in cui viene cucinata la “cuccìa”, le contadine spesso nell’entusiasmo della fede vedono le tracce del passaggio del santo. Di questo singolare piatto, che si crede sia benedetto, ne fanno parte ai poveri.
 
L’8 dicembre, sacro a Maria, nella Chiesa dell’Immacolata, il Podestà, durante la Messa solenne, inginocchiandosi all’altare, legge la supplica che la città ogni anno rivolge alla Madonna e poi le offre un grosso cero. A fine della funzione il maestro di cappella trae dall’organo le note tanto care della pastorale.
 
Il 13 dicembre, del giorno di santa Lucia, le campane della Chiesa del Purgatorio, a Portanova, dove si venera la Vergine siracusana, squillando con un ritmo allegro, chiamano a rac-colta i ragazzi del borgo. Poi dall’alto del campanile il sacrestano lancia manate di fichi secchi e castagne a quei fanciulli, i quali, fra grida di gioia, si lanciano a raccogliere quel bene di Dio, che piove loro dall’alto. Il 13 dicembre è di una singolare importanza poiché in detto giorno hanno inizio i “catamesi”, cioè l’antica consuetudine di prognosticare l’andamento meteorologico dei mesi del prossimo anno.
(da Giuseppe Chiapparo, Etnografia di Tropea, Scritti demologici e storici, M.G.E. 2009 p. 106).

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