Fede e dintorni

La clausura assalita dal Coronavirus

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

La clausura assalita dal Coronavirus.

– In questo tempo di pandemia, in tutto il mondo comunità religiose maschili e femminili hanno dovuto assistere all’impietoso assalto del Coronavirus che si è portato via alcuni membri della loro comunità, lasciando sgomenti tutti gli altri che non si aspettavano la pericolosità, la rapidità e il come del contagio, che a volte è stato portato dentro la comunità da personale sanitario inconsapevole chiamato ad aiutare.
– Ogni comunità ha avuto la sua storia dolorosa di “Via Crucis del virus” e molte comunità hanno saputo reagire per uscire dalla mortale situazione.
– Sul sito terraemissione.it abbiamo trovato la storia del convento di clausura dei Santi Domenico e Sisto a Roma: il Coronavirus è entrato nella vita delle monache domenicane, che hanno dovuto fare esperienza con qualcosa di inaspettato e terribile, che però non ha intaccato ma rafforzato la loro fede.

Un monastero di Roma e il coronavirus pellegrino inatteso.
♦ ‹Siamo le monache domenicane del monastero dei SS. Domenico e Sisto in S. Maria del Rosario.
Il nostro monastero è situato sull’ultimo scorcio della Via Francigena, prima di raggiungere piazza S. Pietro attraverso la Via Trionfale.
♦ I pellegrini arrivando a Roma a piedi o in bici, prima si affacciano dal parco di Monte Mario sul panorama splendido di Roma e della Cupola di S. Pietro; poi raggiungono il nostro monastero, per venerare la Madonna del Rosario, icona di San Luca, che protegge i pellegrini. Questa icona risale al VII secolo: La tradizione la fa risalire alla comunità delle prime sorelle benedette da s. Domenico il 28 febbraio 1221, come custodi di tale icona.

Siamo state tutte noi sorelle contagiate dal Covid e durante tutto il periodo di una lunga quarantena abbiamo vissuto una clausura nella clausura.
La consorella infermiera ha consultato subito il medico sul come doveva organizzarsi con i farmaci e abbiamo iniziato subito la cura.
Una consorella non affetta dalla febbre distribuiva il cibo ad ognuna e nel bisogno, si aiutava chi stava in peggiori condizioni.
Il Covid-19 ha colpito ognuna in maniera differente e l’esperienza è stata diversa dall’una all’altra; infatti c’è chi ha potuto leggere e pregare e chi ha avuto anche l’appannamento della vista, ma tutte abbiamo avuto il pensiero a chi stava negli ospedali a causa di questa pandemia e continuiamo a pregare per la loro guarigione fisica e spirituale.

Noi invece vivendo in comunità non abbiamo sofferto la solitudine, ma abbiamo sentito l’affetto e la vicinanza delle consorelle che attraverso il citofono si preoccupavano e ci chiedevano: “Come stai? Hai preso le medicine? Hai bisogno di qualcosa?”.
La presenza di Dio e di Maria ci ha sostenute e non ci ha mai abbandonate. Abbiamo seguito la Santa Messa attraverso i mezzi di comunicazione e abbiamo ricevuto tutti i giorni la santa Comunione e questo ci è stato di grande aiuto.

Per riprendere tutte le nostre forze ci è voluto un bel po’ di tempo.
La nostra Chiesa, che era aperta al pubblico, è rimasta chiusa per quasi due mesi e con grande felicità abbiamo riaperto per la celebrazione della Santa Messa presieduta dal nostro padre Maestro Generale fra Gerard Timoner III in occasione del nostro Giubileo degli 800 anni di fondazione della nostra Comunità, avvenuta il 28 Febbraio 1221, direttamente dal nostro Padre San Domenico di Guzman.

È stata una bellissima ed emozionante e ricca celebrazione con tanti fedeli, una vera festa, una rinascita. Il Signore è fedele!
Siamo uscite dalle stanze come orsi dalle tane dopo un lungo letargo. Felici di poter ricominciare la vita in comune e di conseguenza tutta la nostra giornata di preghiera: la liturgia delle ore cantate, lavorare insieme e partecipare alla ricreazione, dove abbiamo ricordato e condiviso ognuna di noi la propria esperienza di malattia.

Ringraziamo infinitamente Dio e la nostra Madonna di San Luca che ci ha protette e grazie a lei siamo tutte vive e in buona salute adesso.
Possa il Signore ripagare tutti gli amici della nostra comunità per l’aiuto spirituale e materiale. Grazie per le vostre preghiere, sebbene questo sia il nostro compito principale, anche noi ne abbiamo bisogno.
Speriamo che questa pandemia globale finisca quanto prima e coloro che hanno lasciato questa vita siano accolti in paradiso.

Le monache domenicane del Monastero SS. Domenico e Sisto in Santa Maria del Rosario
(fonte: dal sito terraemissione.it/2021/05/06/l)

Una testimonianza da un monastero maschile.
Un sacerdote è morto di Covid-19 in un monastero di Liverpool. Il parroco padre Tim Buckley ha annunciato che l’81enne padre Brian Russell è morto di coronavirus mercoledì 17 febbraio 2021 e altri tre sacerdoti che vivevano nella comunità sono stati ricoverati in ospedale.
Altri due sacerdoti del monastero e tre membri del personale di supporto si mettono volontariamente in isolamento dopo essere risultati positivi.
Padre Buckley ha detto che è una situazione che non avrebbe potuto immaginare “nei miei peggiori incubi”. Il monastero, che è composto da sacerdoti redentoristi, serve due chiese che restano chiuse al culto pubblico sin dal 7 gennaio.
Su YouTube, padre Buckleyripete: “Nei miei peggiori incubi, non avrei potuto immaginare uno scenario simile a quello attuale. Trovo difficile credere che sia successo. Ma comunque è arrivato e … dobbiamo solo cercare di farcela”.

In questo tempo di pandemia, in tutto il mondo comunità religiose maschili e femminili hanno dovuto assistere all’impietoso assalto del Coronavirus che si è portato via alcuni membri della loro comunità, lasciando sgomenti tutti gli altri che non si aspettavano la pericolosità, la rapidità e il come del contagio. Ma molte comunità hanno saputo reagire per uscire dalla mortale situazione. La solidarietà dei fedeli, oltre quella dei confratelli e consorelle, è stata di molto aiuto.

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