Fede e dintorni

La domenica del Buon Samaritano

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

La domenica del Buon Samaritano.

– È una domenica importante perché la Parola di Dio in questa domenica ci invita a prendere coscienza che dobbiamo «farci prossimo». E chi é il mio prossimo? La risposta ci viene dal Vangelo.
– Non indugiamo a lungo a chiedere chi è il nostro prossimo, ma facciamoci noi prossimi degli altri, senza alcuna distinzione.
– Il buon samaritano è immagine di Dio che nel suo Figlio si piega sulla nostra umanità, stanca e ferita per il peccato e per la morte, la risana con il balsamo dell’amore e paga ogni spesa con la propria vita.
– Siamo convinti che la nostra vita è un viaggio verso la patria eterna. Un viaggio collettivo, dove gli uni sono a fianco degli altri. – Un viaggio pieno di imprevisti e di difficoltà dove ciascuno non può ignorare il fratello che passa accanto a lui. – Nel vangelo di oggi Gesù ci insegna lo stile della sua vicinanza, la profondità del suo amore che si fa misericordia e premura nei confronti di una umanità sofferente e nei confronti di ciascuno di noi. A noi il compito di imitare il nostro Maestro. – Oggi è la Domenica del Mare: una giornata intera dedicata ai marittimi, alle loro famiglie e alle loro problematiche connesse.

Dal Vangelo di questa domenica (Lc 10,25-37).
♦ n quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?».
♦ Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso».
Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
♦ Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.
Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?».
♦ Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui».
♥ Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Farsi prossimo per assomigliare a Cristo.
♦ La parola di Dio è molto vicina alla nostra vita, «è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica»: così ci annuncia il Deuteronòmio.
♦ Gesù, nel Vangelo, ci ricorda che la vicinanza della parola di Dio alla nostra esistenza ci chiama a farci prossimi dei nostri fratelli e sorelle, privilegiando coloro che sono maggiormente nel bisogno. Il culto di Dio non è separabile dalla compassione verso gli altri.
È illuminante che nella parabola di Luca i primi due personaggi siano un sacerdote e un levita: probabilmente stanno tornando da Gerusalemme, dove hanno reso il loro servizio nel tempio. Il loro culto, tuttavia, è vuoto, perché non si traduce in misericordia.
Il samaritano, che invece si è recato a Gerusalemme per altri motivi (il suo tempio è sul monte Garizim), sa vivere un culto autentico perché riconosce Dio nelle ferite dell’uomo di cui ha misericordia. Facendosi a lui prossimo può vedere e accogliere la prossimità di Dio alla sua vita.
Egli non separa il tempio dalla strada, Dio dall’uomo, e così accoglie pienamente il mistero pasquale di Gesù, il quale, come scrive san Paolo ai Colossési, ha riconciliato in sé il cielo e la terra.
Dio si è fatto vicino in Cristo all’umanità ferita. Attraverso di noi si fa presente ai fratelli e alle sorelle che soffrono e sono bisognosi di aiuto. (fr. Luca A. Fallica, Comunità Ss. Trinità di Dumenza).

L’invito a diventare buoni samaritani.
♦ Ognuno di noi, ogni famiglia, gruppo, comunità, alla luce del Vangelo di oggi sappia assumere la decisione di non continuare in atteggiamenti indifferenti e distruttivi, ma promuovere atteggiamenti che siano davvero solidali e liberatori.
Gesù è il “Buon Samaritano” perché ha fatto l’impensabile per salvarci. Noi, suoi discepoli, uniti a Lui come i tralci alla vite, non possiamo non essere e fare come ha fatto Lui: diventare buoni samaritani!

Il prossimo è la nostra possibilità di avvicinare Dio.
(Una preghiera di S. Teresa di Calcutta)

Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo;
quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda;
quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare;
quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pensate, fammi condividere la croce di un altro;
quando sono nell’indigenza, guidami da qualcuno nel bisogno;
quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato, fa’ che io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che un altro si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi;
quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.
E così avrò la vita eterna, la vita della carità.

Per la preghiera e l’impegno.
♦ Padre misericordioso, la tua parola si fa vicina a noi e nella sua prossimità a noi, possiamo vedere meglio le necessità del nostro prossimo.
♦ Cristo Gesù, la tua Chiesa testimoni con le parole e i gesti, la vicinanza di Dio agli uomini e alle donne di ogni condizione, soprattutto ai più provati.
♦ Spirito Santo, coloro che amministrano le nostre città e i nostri paesi perché siano solleciti nel riconoscere e nel prendersi cura dei poveri, degli emarginati e dei sofferenti.
♦ Trinità Santissima, quanti rimangono chiusi nella loro indifferenza! Trasforma il loro cuore di pietra in un cuore di carne, misericordioso e compassionevole.

Chi è il mio prossimo? Noi oggi vogliamo pensare a tutti gli immigrati e i rifugiati che arrivano da noi in cerca di un futuro per loro e le loro famiglie. Vogliamo pensare alle tante vittime delle guerre e della violenza razzista e dell’odio religioso. Vogliamo pensare a quanti dovranno vivere più poveri di affetto, perché hanno avuto ucciso un loro caro. Vogliamo pensare ai tanti anziani e ammalati abbandonati negli ospizi dai loro eredi, che nelle case ereditate ora vivono una nuova famiglia con cani e gatti. – Chi è il mio prossimo? Signore, donaci occhi per vedere veramente la sofferenza degli altri.

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