Fede e dintorni

La lettera di papa Benedetto ai funerali del fratello Georg

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

La lettera di papa Benedetto ai funerali del fratello Georg.

– Ratisbona, Germania. Martedì 8 luglio 2020, nel duomo si sono celebrati i funerali di Georg Ratzinger, fratello del papa emerito Benedetto XVI, che ha seguito la funzione in streaming (in Vaticano); ha mandato una lettera che è stata letta al termine della celebrazione.
-«Dio ti ricompensi per tutto quello che hai fatto, hai sofferto e mi hai donato… Il buon Dio che ci aveva donato la possibilità di stare stare insieme in questo mondo, regna anche nell’altro e ci regalerà un nuovo modo di stare insieme».
– Così, anche Benedetto XVI, che era stato a Ratisbona dal 18 al 22 giugno scorso per salutare l’ultima volta il fratello ammalato, ha voluto omaggiarlo pubblicamente, con il messaggio indirizzato a Voderholzer e letto al termine della Messa da mons. Gänswein a tratti commosso.

Due fratelli speciali con un anniversario.
♦ L’8 luglio del 1951, nella chiesa di Sankt Oswald a Traunstein, cittadina della Baviera orientale dove erano cresciuti, Joseph e Georg Ratzinger celebrarono la loro prima Messa, Joseph alle 7 e Georg alle 9 di mattina. Erano stati ordinati insieme una settimana prima nel Duomo di Frisinga.
♦ Per Georg l’anniversario di 69 anni di vita sacerdotale è stato però il giorno del suo funerale, che Joseph ha seguito in diretta streaming dalla sua residenza in Vaticano.
♦ La Messa esequiale si è tenuta nella Cattedrale di Ratisbona, città dove Georg Ratzinger risiedeva e in cui aveva speso gran parte della vita, avendo diretto per 30 anni il prestigioso coro dei “Domspatzen”, i Passeri del Duomo.

La celebrazione e la lettera.
♦A celebrare l’Eucaristia – in una forma contingentata per le misure anti-Covid, con i partecipanti muniti di mascherina – è stato il vescovo di Ratisbona Rudolf Voderholzer, concelebranti gli arcivescovi Georg Gänswein, segretario personale del Papa emerito nonché prefetto della Casa pontificia, e Nikola Eterovic, nunzio apostolico in Germania. Presenti anche i cardinali Gerhard Ludwig Müller, Reinhard Marx e il vescovo di Eichstätt, Gregor Maria Hanke.
♦ Ma presente a suo modo è stato anche Benedetto XVI, che era stato a Ratisbona dal 18 al 22 giugno per salutare l’ultima volta il fratello ammalato, e ieri ha voluto omaggiarlo pubblicamente, con un messaggio indirizzato a Voderholzer e letto al termine della Messa da un Gänswein a tratti commosso.

Ratzinger dopo aver ringraziato il pastore di Ratisbona, dandogli del “tu”, si è rivolto idealmente «a tutti coloro che visibilmente o invisibilmente sono stati accanto a lui», a Georg, «e che gli hanno mostrato gratitudine per quello che nella sua vita aveva fatto e sofferto per loro. L’eco della sua vita e del suo operato che mi ha raggiunto in questi giorni sotto forma di lettere, telegrammi ed email ricevute va oltre ciò che mi sarei immaginato.
Persone di molti Paesi, di tutte le condizioni sociali e le professioni mi hanno scritto in un modo che mi ha toccato il cuore. A ciascuno dovrei rispondere di persona, ma mi mancano purtroppo il tempo e la forze. Posso solo dire a tutti in questa occasione grazie per l’accompagnamento di queste ore e di questi giorni. Si avvera per me ora la frase del cardinale Newman: “Cor ad cor loquitur”, attraverso la carta e al di là di ogni carta parlano i cuori».

Benedetto XVI ha ricordato tre qualità di Georg che ha visto emergere dalle testimonianze e dai messaggi di cordoglio.
«Si dice che mio fratello ricevette e comprese la vocazione sacerdotale insieme a quella musicale» ha detto, confermando questa interpretazione e ricordando che Georg, bambino, aveva cercato di capire come si chiamava la figura del prete che in Cattedrale si occupava della musica, il «Domkapellmeister», e aveva subito sentito quella professione come sua.
  Joseph ha rievocato la gioia del fratello quando ottenne l’incarico al Duomo di Ratisbona, specificando che «inimicizia e opposizione nei suoi confronti, soprattutto all’inizio, non mancarono».
  Ha ricordato «la giovialità», «l’umorismo» di Georg, la sua «gioia per i doni della creazione», il suo essere «un uomo dalla parola diretta, che diceva apertamente le proprie convinzioni» e che diede prova di grande sopportazione nell’affrontare gli ultimi vent’anni alle prese con una progressiva cecità.
In ultimo però Georg era «un uomo di Dio»: «anche quando non la mostrava, era la sua pietà il vero centro della sua vita, al di sopra di tutta la sua sobrietà e integrità personali».

L’arrivederci
«Sono grato per il fatto che negli ultimi giorni della sua vita sono stato ancora una volta con lui» ha aggiunto Ratzinger, «non mi aveva chiesto di andare da lui, ma io ho sentito che era il momento di farlo. Sono profondamente grato al Signore per avermi dato questo segno interiore.
Quando lunedì 22 giugno di mattina mi sono congedato da lui, sapevamo che era un addio da questo mondo. Ma sapevamo anche che il buon Dio che ci aveva donato la possibilità di stare stare insieme in questo mondo, regna anche nell’altro e ci regalerà un nuovo modo di stare insieme».

«Dio ti ricompensi, caro Georg, per tutto quello che hai fatto, che hai sofferto e che mi hai donato!» ha concluso Benedetto XVI.
Georg Ratzinger è stato seppellito nell’area riservata ai “Domspatzen” nel cimitero inferiore di Ratisbona.
(fonte: Avvenire.it 8 luglio 2020).

Ratisbona, Germania. Martedì 8 luglio 2020, nel duomo si sono celebrati i funerali di Georg Ratzinger, fratello del papa emerito Benedetto XVI, che ha seguito la funzione in streaming (in Vaticano); ha mandato una lettera che è stata letta al termine della celebrazione: «Dio ti ricompensi per tutto quello che hai fatto, hai sofferto e mi hai donato… Il buon Dio che ci aveva donato la possibilità di stare stare insieme in questo mondo, regna anche nell’altro e ci regalerà un nuovo modo di stare insieme».

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