Fede e dintorni

La ragazza che non sopportava suo padre

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

La ragazza che non sopportava suo padre.

In ogni famiglia arriva la stagione della crisi dei figli verso i genitori, normalmente verso uno di loro, per lasciare l’altro come riserva o via di fuga (non si sa mai). A volte capita alla mamma essere bersaglio della crisi, a volte è il papà che diventa l’ostacolo per “serenità” del figlio. E i genitori? La mamma? Il papa?
– Ho ascoltato lo sfogo di un papà che confidava: “Nonostante mia figlia sia tutto il giorno fuori casa per studio, amici, ecc… al rientro a casa non una piccola gioia nel rivederci, quasi non contenta di avere una famiglia, anzi un sorta di odio e disprezzo per me suo padre”. A volte cambia il coniuge… ed è la mamma a subire.
– Che dire? E’ un deserto da attraversare, con la fiducia che la crisi finirà e la vita, grande maestra, aggiusterà tante cose. Ma intanto non bisogna perdere di vista Dio, origine di ogni paternità e maternità, e quello che Egli comanda: “Onora il padre e la madre.

C’era una volta una ragazza che non sopportaava suo padre.
♦ Era molto critica nei suoi confronti. Lo chiamavo “uomo quadrato”.
Venne il tempo che a causa dei suoi studi, dovette andare a vivere in una città lontana.
Trascorse abbastanza tempo senza che lei tornasse a visitare la famiglia. Adduceva sempre nuove motivazioni, che in realtà erano piuttosto scuse.
♦ Dopo un anno, venne a trascorrere le vacanze a casa.
Dopo alcuni giorni di convivenza familiare, trovò suo padre diverso.
Un giorno, senza rendersene conto, disse: “Padre, come ti sei evoluto in questi ultimi tempi!!”
Il padre, con uno sguardo comprensivo, le disse: “Io non ho cambiato nulla, figlia. È che ora tu hai più esperienza, conosci meglio la vita, chi ti ha cambiato, figlia!”

Possa il buon Dio aiutare i figli ad essere più comprensivi con i loro genitori, adempiendo così al quarto comandamento della Legge di Dio: “Onora il padre e la madre”.

Papa Francesco nelle recente Esortazione post-sinodale “Cristo vive!” si rivolge a ai giovani: “Al mondo non è mai servita né servirà mai la rottura tra generazioni. Sono i canti di sirena di un futuro senza radici, senza radicamento. È la menzogna che vuol farvi credere che solo ciò che è nuovo è buono e bello. L’esistenza delle relazioni intergenerazionali implica che nelle comunità si possieda una memoria collettiva, poiché ogni generazione riprende gli insegnamenti dei predecessori, lasciando così un’eredità ai successori”.

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