Fede e dintorni

Lo riconobbero nello spezzare il pane

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Lo riconobbero nello spezzare il pane.

Questi giorni della pandemia del coronavirus ci stanno facendo sperimentare solo in parte la forte spiritualità derivante dalla Pasqua.
Oggi è la 3a Domenica di Pasqua con un messaggio importante: allo spezzare il pane i due discepoli di Emmaus riconobbero Gesù e con gioia tornarono a Gerusalemme per riferirlo agli Undici.
– Lungo il cammino Gesù prima li ha ascoltati, poi li ha istruiti. Quindi a tavola ripete il gesto dell’ultima cena e i discepoli finalmente lo riconoscono.
– Quanto importante è spezzare insieme il pane, cioè celebrare l’Eucaristia: essa rende presente il Signore Gesù, è il suo Memoriale. – Soprattutto la celebrazione domenicale dell’Eucaristia: oltre a rendere presente Gesù fa fare esperienza di comunità, della Chiesa voluta da lui. – I martiri di Abitene (nell’odierna Tunisia) durante la persecuzione di Diocleziano, agli inizi del IV secolo, furono arrestati mentre celebravano la messa domenicale, ” il dominicum”. Prima di essere uccisi essi si difesero testimoniando: “Sine dominico non possumus” (Senza l’eucaristia domenicale non possiamo vivere». – È necessario, per ciascuno di noi, come è avvenuto ai due discepoli di Emmaus, lasciarsi istruire da Gesù, ascoltando e amando la Parola di Dio, letta nella luce del Mistero Pasquale, perché riscaldi il nostro cuore e illumini la nostra mente, e ci aiuti ad interpretare gli avvenimenti della vita e dare loro un senso (Papa Benedetto XVI).

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Dal Vangelo di questa domenica – (Lc 24,13-35).
♦ Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
♦ Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
♦ Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
♦ Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Discepoli nell’incertezza.
♦ Per quale ragione Cleopa e il suo compagno sono diretti a Emmaus? E’ il loro villaggio?
Oppure, delusi dal mite e fallimentare annuncio del Maestro, ci vanno per tornare alle armi? Quel piccolo villaggio è, infatti, noto per essere stato testimone della vittoria di Giuda Maccabeo sul potente esercito del re Antioco. Non lo sappiamo.
Vediamo i due nel loro triste cammino, fino all’incontro con il buon Pastore risorto, in ricerca delle pecore perdute. Egli cammina con loro, li ascolta, li istruisce. Riscalda i loro cuori fino alla vittoria su ogni dubbio, che avviene allo “spezzare del pane”.
Allora, l’amore si riaccende in essi e, senza indugio, tornano a far parte della comunità, recando a tutti il lieto annunzio. Essi, che si erano incamminati su una via dagli esiti incerti, sono stati salvati dal sangue dell’Agnello.
Anche oggi solo il Signore Crocifisso e Risorto può spezzare le catene dell’odio e della violenza.
Per lui possiamo cantare: non abbandonerai le anime nostre negli inferi; ci hai fatto conoscere le vie della vita, ci colmerai di gioia con la tua presenza. Come non portare al mondo intero questo lieto annunzio?
(fr. Antoine-Emmanuel, ladomenica.it).

L’Eucaristia rivela il Gesù risorto.
Dopo che lo hanno riconosciuto “Risorto”, tutto cambia per i due discepoli. E cambia tutto anche per noi e per gli uomini di tutti i tempi. La vita non finisce il Venerdì Santo con la morte; ci sarà, come lo è stato per Gesù, la risurrezione, la vera vita.
Di ciò si fa esperienza nella Eucaristia. L’evento di Emmaus ci ricorda ancora una volta che è l’Eucaristia che fa la Chiesa e non il contrario. Tutte le volte che l’uomo prova a comprendere il mistero della Chiesa attraverso una via diversa da quella indicata da Gesù ai discepoli di Emmaus si espone al grande rischio del fallimento e dell’incomprensione.
L’Eucaristia ci apre gli occhi, ci fa riconoscere la presenza di Gesù e ha come conseguenza naturale la partecipazione alla vita della comunità che ci garantisce questa presenza attraverso lo spezzare il pane.
“Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunciamo la tua morte, Signore, nell’attesa della tua venuta”.
Attesa che non vogliamo vivere da soli, ma insieme alla Chiesa, che celebra l’Eucaristia.

I giorni della pandemia del coronavirus ci stanno facendo sperimentare solo in parte la forte spiritualità che deriva dalla Pasqua. – Oggi ancora un’altra domenica “limitata”. – Ogni domenica, Pasqua settimanale dei cristiani, la Chiesa fa memoria del Signore morto e risorto, nell’attesa del giorno senza tramonto. – Perché la domenica continui ad esprimere tanta ricchezza spirituale, non può passare senza che in essa si celebri l’Eucaristia. Nella Messa, il popolo che Cristo unisce a sé nel suo Spirito, si raduna per ripresentare al Padre il sacrificio della croce, per proclamare la certezza della sua risurrezione e vivere del suo amore. L’Eucaristia è momento centrale del giorno del Signore, principio e culmine della vita dei cristiani. Che bello viverla insieme!

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