Fede e dintorni

L’onore di lavorare per Dio

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

L’onore di lavorare per Dio.

Ecco una cosa tutta nuova. Per lavorare nel Regno di Dio va abbandonata la logica umana del merito. La ricompensa di Dio è senza misura per tutti, anche per gli ultimi.
– La parabola degli operai mandati a lavorare la vigna in diverse ore del giorno esalta la generosità di Dio che, superando le rigide regole della giustizia, a tutti, anche agli ultimi arrivati, elargisce con la stessa abbondanza tutto il suo amore.
– Pensiamo alle parole rivolte da Gesù al “buon ladrone” che sta morendo con lui: “Oggi stesso sarai con me in paradiso!”. Capiremo e accetteremo l’agire di Dio: è l’amore che realizza la perfetta giustizia!
– Dio non si limita a trattarci secondo i nostri meriti, ma ci tratta e ci ama per quello che siamo, figli suoi. E ci invita a imitare la sua generosità che va oltre le regole della giustizia umana. – Siamo tutti
chiamati ad essere discepoli di Gesù Cristo e non hanno senso le discussioni su chi tra noi discepoli abbia più meriti. Ciò che veramente conta è la fede che ci fa agire con amore in ogni situazione.

Dal Vangelo di questa domenica (Mt 20,1-16).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
♦ «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Una nuova giustizia per una nuova umanità.
♦ Oggi Gesù ci svela quanto la sua logica sia diversa dalla nostra e la superi. – Nella sua vigna c’è spazio per tutti e ogni ora può essere quella giusta. Così come ogni nostra situazione di vita deve essere la vigna che ci è affidata per curarla e metterla in grado di portare molto frutto e non vivere con spirito mercenario nelle relazioni con Dio.
♦  Questa nuova visione ci ancia sulle frontiere della storia, per essere veri evangelizzatori e missionari di Dio. Essere pronti a riconoscerci tra gli operai che hanno accettato l’invito della prima ora, ma saper riconoscere che il Signore chima anche all’ultima ora, alla sera della nostra vita.

L’onore di lavorare per Dio.
Riconoscersi tra i chiamati alla salvezza deve renderci disponibili ad accogliere ogni chiamata, anche la meno gratificante, la più difficile e dolorosa.
È nostro premio appartenere a Dio, è un onore lavorare per lui. Egli continuamente ci sprona ad abbandonare la via del male e di ritornare a lui con il cuore pentito per sperimentare il suo abbraccio che perdona. Egli è pietoso, ricco di misericordia, tenerissimo verso tutte le sue creature, vicinissimo a coloro che lo invocano con fede sincera.
Egli non ci tratta secondo i nostri meriti, ma ci ama per quello che siamo, figli suoi. Ci invita a imitare la sua generosità che va oltre le regole della giustizia umana.
A tutti dà fiducia, invitandoci a lavorare nella sua vigna con amore. E bello servirlo sempre, perché egli ci valorizza, è attento a ciascuno di noi, disposto a dare credito anche a chi non ha diritti da presentare.
La ricompensa del lavoro che egli ci offre è il fatto stesso di averlo servito, associandoci alla sua opera che ci unge di dignità.
♦  Lavoratore instancabile nella vigna del Signore è stato l’apostolo Paolo, che aveva il pensiero di Cristo. La sua vita è stata una liturgia vivente, una lode perenne al Cristo che lo aveva conquistato.
♦  Anche noi lasciamoci trasformare da Gesù, che ancora oggi  si fa cibo per noi.
( cf Don Francesco Dell’Orco, in ladomenica.it).

Preghiera.
♦ O Padre, giusto e grande, nel dare all’ultimo operaio come al primo tu dimostri che le tue vie distano dalle nostre vie quanto il cielo dalla terra. Apri il nostro cuore all ‘intelligenza delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l’impagabile onore di lavorare nella tua vigna fin dal mattino.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Dio chiama a tutte le ore a lavorare nella sua vigna per costruire una umanità sempre nuova, ovunque ci troviamo e qualunque lavoro noi facciamo. A volte rispondere alla chiamata di Dio porta ad affrontare persecuzione e martirio e ciò può sembrare una sciagura. Gli ultimi uccisi per la loro bontà e mitezza hanno scosso l’opinione pubblica. Molti hanno scosso il capo, ma don Roberto e il giovane Willy ora sono nella luce di Dio, e noi dobbiamo solo imparare da loro, che hanno risposto con dedizione alla chiamata di Dio.

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