Attualità

Mandati a due a due, come fratelli

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Mandati a due a due, come fratelli.

– Gesù manda i suoi discepoli a due a due, come fratelli e messaggeri del Vangelo e ambasciatori di Dio – Per mezzo dei suoi messaggeri, Dio ha preparato l’umanità, nel corso di una lunga storia, alla venuta di suo Figlio e alla rivelazione della salvezza da lui portata.
– Partendo dal popolo di Israele, il suo amore redentore doveva estendersi a tutti gli uomini: ecco il motivo per cui Gesù chiama i Dodici a formare il nucleo del popolo definitivo di Dio e li fa suoi collaboratori.
– Essi sono incaricati di vincere il potere del male, di guarire e di salvare gli uomini che avessero creduto al loro messaggio.
– Dopo che solo una piccola parte del popolo di Israele ha creduto in Gesù e in quelli che egli ha mandato, il Signore ha di nuovo mandato i suo discepoli e accresciuto la loro missione e i loro poteri. Da allora gli inviati di Dio si recano presso tutti i popoli per offrire agli uomini il perdono di Dio e la vita nuova.
– Ma è ancora troppo piccola la parte dell’umanità che ha sentito l’offerta divina e ha trovato la fede nell’amore di Dio e nella sua salvezza. – Smascherare le varie ideologie moderne che si rivelano false dottrine di salvezza, e potenziare l’annuncio del Vangelo presso i molti popoli e molti uomini che ancora non lo conoscono. – Noi cristiani siamo tenuti, in modo nuovo, a portare continuamente la nostra testimonianza al nostro prossimo: per mezzo della nostra preghiera e del nostro impegno personale e comunitario per aiutare il Regno di Dio a crescere tra gli uomini.

Dal Vangelo di questa domenica (Mc 6,7-13).
♦ In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
♦ E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
♦ Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

A due a due, come fratelli.
♦ Mandati ad annunziare a due a due, come fratelli. L’autorità di chi è mandato ad annunziare si poggia sulla chiamata del Signore e non sui riconoscimenti umani. Così i discepoli sono chiamati e inviati da Cristo per annunciare con la loro vita il regno di Dio.
La parola di Dio ci rivela che all’inizio della nostra vita c’è la benedizione di Dio. C’è il suo desiderio di dire e di realizzare il nostro bene. – Questa è anche la nostra vocazione: Dio ci chiama a essere, in Cristo, santi e immacolati di fronte a lui nell’amore. La santità, più che frutto del nostro impegno, è risposta al suo dono che ci precede.
♦ Come gli antichi profeti, i dodici discepoli sono stati mandati ad annunciare alle città, ai villaggi, alle case, è questa lieta notizia: Dio ci libera dal male, in qualsiasi forma esso minacci la nostra esistenza. Ci libera soprattutto dal male dell’isolamento e della divisione, offrendoci di vivere relazioni riconciliate, di fraternità e di comunione tra di noi.
♦ Anche per questo motivo i Dodici vengono inviati «a due a due»: sono spogliati di tutto, tranne che della fraternità. Si può infatti annunciare con verità il mistero di un Dio che è Padre, e che vuole una comunione nella pace tra tutti i suoi figli, solo sapendo camminare insieme, a due a due, come fratelli riconciliati.
(fr. Luca Fallica, Comunità Ss. Trinità di Dumenza, in la domenica.it).

Evangelizzazione sempre nuova.
San Clemente Maria Hofbauer, redentorista (1750-1820), l’apostolo di Varsavia e di Vienna già diceva a suo tempo che occorreva annunciare il Vangelo in modo nuovo: troppo vecchie le forme dell’annuncio (prediche solenni e intessute di citazioni latine). E la sua predicazione semplice e “all’apostolica” attirava e nutriva spiritualmente tutti gli ascoltatori

Anche ai nostri giorni occorre un nuovo Annuncio per “cristiani impolverati”.
Da un bel po’ di tempo sono tanti i segnali che dicono che il Vangelo ha bisogno di una nuova missione di annuncio e rinnovamento.
♦ I nostri vescovi da tempo parlano di nuova evangelizzazione, ed un’espressione usata ultimamente in diversi convegni della Chiesa italiana è quella che parla di “secondo annuncio”.
♦ Per “secondo” si intende l’annuncio della fede anche là dove già ci sono ancora piccoli segni (o ruderi) di vita cristiana, là dove ci si richiama a Cristo e alle tradizioni anche se non con piena consapevolezza, anche là dove magari c’è una sincera ricerca di Gesù ma in modo vago e non pienamente consapevole.
Ritornare a Gesù. Lo stile che egli propone ai suoi dodici amici è quello della semplicità e dell’accoglienza. Il Maestro manda i suoi apostoli senza tante sicurezze e precauzioni, perché Gesù sa che il messaggio affidato loro è un messaggio di pace che crea legami e accoglienza.
Anzi la verifica della sincerità della loro missione viene proprio dal fatto che sicuramente verranno accolti e non mancherà loro quello di cui hanno bisogno.
L’amore stimola l’amore, l’accoglienza genera accoglienza, la pace genera pace. Ed è proprio per questo che se capita che non ci sia accoglienza e ascolto ed è necessario “scuotere la polvere dai calzari” e andare oltre, ci si deve anche domandare se davvero abbiamo annunciato con sincerità il Vangelo!
(Don Giovanni Berti, in lachiesa.it).

Per la preghiera.
O Dio, tu mostri agli erranti la luce della tua verità perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme.
O Padre, che chiami tutti gli uomini a essere tuoi figli in Cristo, concedi alla tua Chiesa di confidare solo nella forza dello Spirito per testimoniare a tutti le ricchezze della tua grazia. Amen.

Gesù manda i suoi discepoli a due a due, come fratelli e messaggeri del Vangelo e ambasciatori di Dio – Per mezzo dei suoi messaggeri, Dio ha preparato l’umanità, nel corso di una lunga storia, alla venuta di suo Figlio e alla rivelazione della salvezza da lui portata. – Gesù chiama i Dodici a formare il nucleo del popolo definitivo di Dio e li fa suoi collaboratori. – Essi sono incaricati di vincere il potere del male, di guarire e di salvare gli uomini che avessero creduto al loro messaggio. – Anche oggi noi cristiani siamo tenuti, in modo nuovo, a portare continuamente la nostra testimonianza al nostro prossimo: per mezzo della nostra preghiera e del nostro impegno personale e comunitario per aiutare il Regno di Dio a crescere tra gli uomini.

Condividi l'articolo