Fede e dintorni

Parole di addio, ma Gesù resterà sempre con noi

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Parole di addio,
ma Gesù resterà sempre con noi.

– Gesù, nel rivolgere le sue parole di addio ai discepoli, li assicura della sua presenza e della sua pace, che saranno garantite dal dono dello Spirito.
– È per tale dono, che vale anche per noi, che possiamo oggi continuare a conoscere il Cristo e ascoltare la sua parola.
– Si avvicina il momento in cui Gesù salirà al Padre. Gli apostoli hanno conosciuto la presenza del Risorto e ne sperimenteranno anche l’assenza. Gesù promette loro, e a noi, che andrà al Padre, ma che tornerà.
– La consolante parola di Gesù ci invita a non avere il cuore turbato. Egli ci dona la gioia e ci assicura la fedeltà di Dio alle promesse.
– Ancora oggi questa parola risuona per noi ed è invito a guardare alla storia con speranza.
– In ogni celebrazione eucaristica Gesù viene a noi con il dono della Parola e del suo amore che riempie la nostra vita. – Occorre saper rendere grazie al Signore per la sua presenza che illumina il tempo che viviamo e l’eternità che attendiamo. Lo Spirito Santo ci renderà capaci di comprendere il tutto.

Dal Vangelo di questa domenica (Gv 14,23-29).
♦ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.
♦ Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
♦ Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
♦ Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

In ascolto dello Spirito Santo che ci ricorderà tutto di Gesù.
♦ Nel Cenacolo, nell’imminenza della sua passione, Gesù dà voce ai palpiti del suo cuore.
♦ Nel suo discorso di addio si intrecciano gesti e parole velate; ed è comprensibile lo stato d’animo dei discepoli, la cui fede nel Maestro, già fragile, è messa a dura prova dall’appannarsi delle loro speranze e dalla confusa percezione di quello che accadrà.
♦ Gesù lo sa, e li spinge oltre il loro turbamento: devono lasciarsi plasmare dalla verità delle sue parole per sperimentare l’intima comunione con il Padre e con lui stesso. Sarà lo Spirito Santo che, al momento propizio, li guiderà a una più ampia comprensione.
♦ Così avviene nella Chiesa apostolica di Gerusalemme, allorché deve affrontare una questione controversa, ma decisiva per la sua missione, come si legge nella prima lettura. La diversità delle opinioni, il confronto schietto e aperto si edificano in unanime consenso nel reciproco ascolto dello Spirito Santo, che guida la Chiesa e ne assicura la fedeltà al Vangelo.
♦ La Chiesa cammina nella storia e con la storia, e nella docilità allo Spirito Santo tiene vive e attuali lungo i secoli le parole del Vivente, fino a che si vestiranno di luce eterna nella perfetta armonia del cielo. (don Giuliano Saredi,ssp).

Amore e Pace, il testamento di Gesù.
♦ Un’antica leggenda racconta che san Giovanni evangelista, vecchio e ormai sul suo letto di morte, continuava a mormorare: “Figli miei, amatevi gli uni gli altri, amatevi gli uni gli altri…”.
♦ Questo testamento di Gesù, che l’evangelista ci ha trasmesso nel vangelo e nelle Lettere, era per lui molto importante.
♦ E, certamente, questo amore non era facile nemmeno in quei tempi.
Infatti non è mai così necessario parlare d’amore come là dove non ce n’è.
È la stessa cosa che succede per la pace: non si è mai parlato tanto di pace come oggi, e intanto si continua a fare la guerra in moltissimi luoghi.
♦ Ma, proprio su questo punto, il Vangelo di Giovanni pone un’importante distinzione: c’è una pace di Gesù e un’altra pace, data dal mondo.
San Giovanni attira la nostra attenzione sul fatto che noi non dobbiamo lasciarci accecare dalle parole, ma dobbiamo tenere conto soprattutto dello spirito nel quale esse sono dette.
♦♦ Dio ci ha mandato lo Spirito Santo per insegnarci la sua volontà. Il suo Spirito ci insegna anche a penetrare il senso delle parole. Possiamo allora rivolgerci allo Spirito quando siamo disorientati, quando ci sentiamo deboli, quando non sappiamo più cosa fare.
♦ È un aiuto al quale possiamo ricorrere quando ci aspettano decisioni difficili da prendere. Egli ci aiuta!

Per la preghiera.
* I fedeli cattolici della Cina, che il 24 maggio celebrano la festa annuale di Maria, aiuto dei cristiani, possano ottenere dalla Vergine che li custodisca nella loro adesione a Cristo e vegli su di loro, perché nelle difficoltà non venga meno in essi la loro speranza.
* I poveri di pane e di verità invochino lo Spirito consolatore, perché susciti menti sagge e cuori ardenti, pronti a seminare gioia e misericordia nei deserti spirituali ed esistenziali del nostro tempo.
**O Padre, il tuo Santo Spirito sani le nostre ferite con il balsamo dell’amore, perché possiamo mostrare sempre più il volto del tuo Figlio che vive in noi. Amen.

Gesù, nel rivolgere le sue parole di addio ai discepoli, li assicura della sua presenza e della sua pace, che saranno garantite dal dono dello Spirito. – È per tale dono, che vale anche per noi, che possiamo oggi continuare a conoscere il Cristo e ascoltare la sua parola. – n ogni celebrazione eucaristica Gesù viene a noi con il dono della Parola e del suo amore che riempie la nostra vita. La sua presenza, attraverso lo Spirito, illumina il tempo che viviamo e l’eternità che attendiamo.

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