Fede e dintorni

Polonia, Il Beato costruttore di umanità

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Polonia, Il Beato Stefan Wyszyński costruttore di umanità.

– Il 12 settembre mentre Budapest, in Ungheria, viveva la conclusione del 25° Congresso Eucaristico Internazionale, Varsavia, in Polonia, viveva la proclamazione di due Beati cotruttori di umanità.
– Lo ricordava lo stesso Papa Francesco alla recita dell’Angelus in piazza degli Eroi a Budapest davanti a oltre 100 mila fedeli.: “Oggi, non lontano da qua, a Varsavia, vengono proclamati Beati due testimoni del Vangelo: il Cardinale Stefan Wyszyński ed Elisabetta Czacka, fondatrice delle Suore Francescane Serve della Croce. – Due figure che conobbero da vicino la croce.
– Il Primate di Polonia, arrestato e segregato, fu sempre pastore coraggioso secondo il cuore di Cristo, araldo della libertà e della dignità dell’uomo; -Suor Elisabetta, che giovanissima perse la vista, dedicò tutta la vita ad aiutare i ciechi.
– Questi due Beati hanno permesso a Dio di compiere grandi cose, poiché si erano aperti alla Grazia, seguendo con coraggio la propria vocazione di servire gli altri. – L’esempio dei nuovi Beati ci stimoli a trasformare le tenebre in luce con la forza dell’amore”. – Conosciamo meglio il Beato Stefan Wyszynski.

Una celebrazione con presenze ridotte.
♦ Domenica 12 settembre a Varsavia il Prefetto della Congregazione per le cause dei santi cardinale Marcello Semeraro ha proclamato beati due polacchi: il card. Stefan Wyszyński per ben 33 anni primate di Polonia e presidente dei vescovi polacchi nonché legato pontificio nella capitale polacca, e la Madre Elżbieta Róża Czacka, fondatrice della Congregazione di suore francescane ancelle della Croce.
♦ Il Covid ha obbligato a presenze limitate alla Messa presieduta dal cardinale Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, con la partecipazione dell’episcopato polacco. E’ stata presente anche la polacca suor Nulla, guarita per intercessione di Wyszynski da un cancro in fase terminale alla tiroide. I fedeli, invece, sono stati invitati «all’unione spirituale».
La beatificazione di Wyszynski, inizialmente prevista il 7 giugno 2020, slittò a causa della pandemia al 12 settembre 2021. Il processo per la sua causa ha avuto una svolta nel 2018 quando il consiglio medico della Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto la guarigione miracolosa di una giovane suora di 19 anni malata di cancro alla tiroide.

Il Beato Stefan Wyszynski, padre della Polonia e argine dei totalitarismi.
♦ Il card. Wyszyński (1901-1981) è considerato «padre» del Paese e modello di fede senza limiti che seppe opporsi al nazismo e al comunismo. La sua statura morale e cristiana – concordano gli studiosi – “giocarono il ruolo decisivo per il mantenimento della fede dei polacchi”.
In un Paese che durante la Seconda guerra mondiale (1939-45) aveva perso più di un quinto (22,2%) della popolazione (di cui metà di origine ebrea) e dopo la fine del conflitto, fu sottoposto ad un’altra dittatura totalitaria e programmaticamente atea, Wyszyński seppe risvegliare il tradizionale attaccamento ai valori cristiani.
Ci riuscì, nonostante le autorità comuniste l’avessero costretto a tre anni di arresti domiciliari (settembre 1953-ottobre 1956) impedendogli qualsiasi contatto con il mondo esterno.
Malgrado tutti i divieti del regime, il 26 agosto del 1956, al santuario mariano di Jasna Góra un milione di polacchi si radunarono e, nell’assoluto silenzio, assunsero come proprio il voto a Maria predisposto in isolamento da Wyszyński, e fatto pervenire a Częstochowa grazie alla dedizione e al coraggio di alcuni collaboratori segreti del cardinale.
I polacchi promisero di difendere la vita umana sin dalla nascita, di mantenere le promesse matrimoniali, di difendere la dignità delle donne e di promuovere la tradizione cristiana. Il Primate lanciò quindi una grande novena di preghiera nazionale che per nove anni avrebbe dovuto preparare i fedeli al Millennio del cristianesimo in Polonia, celebrato poi nel 1966, a scapito di tutti i divieti ed espedienti vari imposti dalle autorità civili.

Arrestata anche l’immagine della Madonna.
♦ Pur di impedire le celebrazioni religiose, il regime si spinse perfino ad “arrestare” la copia dell’effigie della Madonna Nera, prima dell’anno del Millennio portata in pellegrinaggio attraverso tutta la Polonia.
Wyszyński decise allora di non interrompere il viaggio dell’icona, e ordinò di portare in processione, al posto dell’immagine, solo una cornice vuota. Contrariamente alle previsioni dei funzionari del regime, convinti che sequestrando il quadro avrebbero fermato anche la preghiera, tale decisione del Primate rinsaldò ancora di più la devozione di fedeli.

A Wyszyński poi, oltre la Chiesa in Polonia, il Pontefice affidò in segreto anche i cattolici di rito bizantino e quelli latini sul territorio dell’Unione Sovietica, dove la fede poteva essere professata solo in clandestinità.
 Quando, nel maggio del 1981, il cardinale Wyszyński morì a Varsavia (pare dopo essersi congedato telefonicamente da Wojtyła) l’intera città, così come tutto il Paese, vissero i giorni di lutto con il senso di smarrimento profondo, aggravato ancora dall’attentato a Giovanni Paolo II compiuto da Ali Agca pochi giorni prima (13 maggio 1981).
L’opera del card. Stefan Wyszyński “ha portato non solo alla rinascita della religiosità tra le masse popolari tradizionalmente attaccate alla Chiesa ma anche negli ambienti di intellighenzia in precedenza piuttosto lontani dalla fede”,scrivono i vescovi nel Messaggio sottolineando che grazie al Primate del Millennio la Chiesa polacca è diventata “un fenomeno non solo tra Paesi del socialismo reale ma perfino su scala europea”.

Un po’ di biografia.
♦ Nato nel 1901 nella Polonia rurale, a Zuzela, in una casa di legno di due stanze (oggi un museo) tra povertà e devozione alla Madonna nera di Jasna Gora e a quella di Ostra Brama, Wyszynski prima dei 10 anni perse tre fratelli e la madre trentatreenne, che gli aveva indicato il sacerdozio.
♦ Entrò in Seminario a 19 anni, sopravvisse due volte alla tisi. A Jasna Gora celebrò la prima Messa.
♦ Nel 1939 l’annientamento della Polonia deciso dal Reich passò attraverso lo sradicamento della Chiesa. Il gracile don Stefan entrò in clandestinità: fece da cappellano agli insorti, nome in codice “suor Cecilia”. Fu ricercato dalla Gestapo; non si contano i suoi atti di carità eroica verso ebrei, combattenti feriti o moribondi, anche durante la rivolta di Varsavia.
La sua vita è innegabilmente segnata dalla detenzione, dal 1953 fino al 1956. A spalancargli le porte del carcere fu il suo: “Non possumus!” pronunciato dinanzi al tentativo dei comunisti di prendere il controllo delle nomine nella Chiesa. E senza atto d’accusa, processo o sentenza, fu internato.

È uno dei “padri” riconosciuti della Chiesa sopravvissuta e nel 1946 Pio XII lo nomina vescovo di Lublino. – Fu una guida per Karol Wojtyla, il futuro papa Giovanni Paolo II.
Il suo motto episcopale “Soli Deo” lo scelse contro la blasfemia del “Gott mit uns” nazista ed era un’offerta della sua vita al Signore poi aggiunse per Mariam, indicando in umiltà e obbedienza della Vergine la strada per conformarsi a Cristo».
♦ Dal 1948 guidò la diocesi di Varsavia. Per 33 anni sarà primate della Polonia, entrata dopo Yalta nell’orbita dell’Urss.
Nell’età di Stalin, fino al 1956, anche la sulla Vistola la Chiesa vive una dura persecuzione.
Per tre anni (1953-56) Wyszynski fu agli arresti. Intuì che la resistenza stavolta sarebbe stata di lungo periodo: «Dopo aver dimostrato durante la guerra di essere capaci di morire, l’ideale ora è di vivere per la Chiesa e per la Polonia».

Il totale affidamento a Maria.
Uno dei tratti più caratteristici della spiritualità del cardinale Wyszyński era la sua devozione mariana, che aveva un carattere decisamente cristologico. Ciò si esprimeva, tra l’altro, nello slogan che egli aveva l’abitudine di ripetere: “Soli Deo per Mariam”.
In lui spiccava anche la disponibilità a perdonare i suoi persecutori. Quando Bolesław Bierut, presidente comunista e persecutore della Chiesa, morì, Wyszyński celebrò immediatamente una Santa Messa per la sua anima nella propria cappella privata. Nel suo testamento scrisse: “Considero una grazia il fatto di aver potuto testimoniare la verità come prigioniero politico attraverso tre anni di reclusione e di essermi potuto proteggere dall’odio nei confronti dei miei connazionali che governano il Paese. Essendo consapevole dei torti che mi hanno fatto, li perdono di cuore per ogni calunnia con cui mi hanno onorato”

L’amicizia con Karol Wojtyla.
Wyszyńskifu per Karol Wojtyla un fratello maggiore nella fede, un esempio di coraggio e saldezza interiore che influì moltissimo sulla formazione del futuro Giovanni Paolo II.
“È Lui la chiave di volta della Chiesa di Varsavia e la chiave di volta di tutta la Chiesa di Polonia”, scrisse Giovanni Paolo II in un messaggio in occasione della sua scomparsa che avvenne il 28 maggio 1981.
Il Papa era in ospedale dopo l’attentato in Piazza San Pietro, mandò ai funerali il segretario di Stato, cardinale Agostino Casaroli. Due figure – Wojtyla e Wyszyński – che hanno fatto grande la chiesa polacca e che oggi da santi continueranno a guidare.
A coloro che seguono con attenzione le cronache della Chiesa di Roma è conosciuto come colui che, prima del conclave dell’ottobre 1978, dopo la morte di papa Albino Luciani – Giovanni Paolo I -, avrebbe sussurrato all’orecchio del suo connazionale il card. Karol Wojtyła: “Se ti eleggono, non declinare”. Giovanni Paolo II di vent’anni più giovane di Wyszyński si era sempre considerato un suo allievo.

(fonti varie dal web).

A Varsavia il 12 settembre 2021 soso stati proclamati Beati due testimoni del Vangelo: il Cardinale Stefan Wyszyński ed Elisabetta Czacka, fondatrice delle Suore Francescane Serve della Croce. – Due figure che conobbero da vicino la croce. Wyszyński, Primate di Polonia, arrestato e segregato, fu sempre pastore coraggioso secondo il cuore di Cristo, araldo della libertà e della dignità dell’uomo. – Egli ha guidato la nazione non solo alla rinascita della religiosità tra le masse popolari tradizionalmente attaccate alla Chiesa, ma anche negli ambienti di intellighenzia in precedenza piuttosto lontani dalla fede. – La Chiesa polacca diventò un fenomeno non solo tra Paesi del socialismo reale, ma perfino su scala europea.- Giovanni Paolo II di vent’anni più giovane di lui si era sempre considerato un suo allievo.

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