Fede e dintorni

Sale e luce del mondo

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Sale e luce del mondo!

– I discepoli di Gesù, che continuano la sua azione con la forza dello Spirito, ardenti nella fede sono “sale” che dà sapore alla storia e operosi nella carità, sono “luce” che illumina il mondo.
– Oggi siamo chiamati ad accogliere l’invito ad essere suoi testimoni autentici. Essere servitori del suo Regno, per essere sale della terra e luce del mondo: una bellissima missione.
– Il nostro mondo sarebbe povero, inumano e freddo se non ci fossero uomini che danno prova di questa cordialità e di questa generosità spontanee: essere il sale della terra e luce del mondo.
– Non ci si può accontentare solo di “astenersi” dal male, bisogna dare il sapore buono alla vita. Con un pizzico di bene ciascuno può cambiare il clima che lo circonda e dare un po’ di luce: “Voi siete il sale della terra e la luce del mondo!” . L’emergenza del coronavirus di questi giorni può essere una opportunità vera di vivere a fondo la solidarietà umana. C’è già chi ha donato la vita per aiutare.

Vangelo di questa domenica (Mt 5,13-16).
♦ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
♦ Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Una via indicata dal profeta Isaia.
Isaia indica il percorso, il modo concreto di restare sale, di brillare della luce di Dio:
“Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio”.

  Noi non dobbiamo convincere, ma semplicemente essere. Non dobbiamo vendere un prodotto, ma accogliere e vivere una novità di vita.  Non dobbiamo affaticarci a far luce, ma restare accesi attingendo alla fiamma viva della Parola.
  Non dobbiamo presentare noi stessi ma il Dio che si è donato a noi. Lo stesso apostolo Paolo sa che deve annunciare Gesù Cristo crocifisso, che è scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani, ma potenza e sapienza di Dio per coloro che sono chiamati.
  Il resto lo fa lo Spirito Santo che converte i cuori.  – Facendo il bene che possiamo, siamo il segno della presenza di Gesù nella storia, diventando motivo per la glorificazione del Padre.

Papa Francesco e il coronavirus.
All’Angelus di domenica 26 gennaio 2020 Papa Francesco ha levato la sua preghiera per la Cina colpita dal coronavirus: “Desidero essere vicino e pregare per le persone malate a causa del virus che si è diffuso in Cina. Il Signore accolga i defunti nella sua pace, conforti le famiglie e sostenga il grande impegno della comunità cinese, già messo in atto per combattere l’epidemia”
E successivamente Papa Francesco ha donato 600mila maschere sanitarie alla Cina per combattere l’epidemia di coronavirus che sta dilagando nel Paese.
♦ Dal 27 gennaio scorso, quattro lotti di maschere sanitarie sono stati raccolti dalla farmacia vaticana e dalle comunità cristiane cinesi in Italia, la China Southern Airlines si è incaricata di trasportarli gratis in Cina a Wuhan (Hubei), epicentro dell’epidemia, e in Zhejiang e Fujian.
I responsabili dell’operazione caritativa sono stati l’elemosiniere del papa, il card. Konrad Krajewski, il direttore della farmacia vaticana, p. Thomas Binish e p. Vincenzo Handuo, vicerettore del Pontificio Collegio Urbano (foto 1), originario della diocesi di Mindong (Fujian).
La Santa Sede e le comunità cristiane cinesi in Italia hanno pagato le maschere; la farmacia vaticana ha organizzato la raccolta e la spedizione. I pacchi portano all’interno lo stemma di papa Francesco.

Lontano da Dio, l’uomo rischia di diventare sempre più strumento di divisione, di sofferenza e di morte. Insieme a Gesù, mandato dal Padre a guarire l’umanità ferita dal peccato, l’uomo diventa luce del mondo, in grado di portare un sollievo ad ogni sofferenza con la solidarietà, la condivisione e l’amore senza confini di razze, di culture, di condizioni sociali. E Gesù accoglie ognuno che accetta di essere strumento di condivisione e di amore. L’emergenza del coronavirus di questi giorni può essere una opportunità vera di vivere a fondo la solidarietà umana. C’è già chi ha donato la vita per aiutare.

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