Fede e dintorni

Verso l’Ascensione

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Verso l’Ascensione, già celebrata nel calendario universale.

– L’Ascensione è una solennità liturgica comune a tutte le Chiese cristiane, che si celebra il quarantesimo giorno dopo la Pasqua di Resurrezione.
– Dato che questo giorno cade di giovedì (in quest’anno 26 maggio, giorno di San Filippo Neri), in molti Paesi la solennità è stata trasferita alla domenica successiva.
– Della solennità ne parlano già san Giovanni Crisostomo e S. Agostino. Ma un’incisiva influenza per la sua diffusione la si deve probabilmente a san Gregorio di Nissa.
– Con l’Ascensione al cielo si conclude la presenza del “Cristo storico” e si inaugura il tempo della Chiesa.
– Nel giorno dell’Ascensione Gesù, prima di salire al Padre, manda nel mondo i suoi testimoni: saranno loro, e tutto il popolo profetico, a manifestare Gesù Cristo salvatore. – Inizia la vita della Chiesa, in cui il Cristo opera, ma in modo misterioso mediante il suo Spirito. – Inizia la «prova» per l’umanità, la grande storia dei secoli cristiani, l’espansione della Buona Novella, le persecuzioni e le lotte, le vicende dolorose e gloriose che avranno termine solo quando il Figlio dell’uomo verrà per la seconda volta in tutta la sua maestà, sulle nubi per giudicare tutti gli uomini.

Il Vangelo della solennità, Anno_C (Lc 24,46-53).
♦ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
♦ Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo.
♦ Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Aprì loro le scritture.
♦ È Gesù stesso che si fa “Educatore” nei riguardi dei discepoli: “Così sta scritto: il Cristo patirà…”. I discepoli hanno appena incontrato il Signore Gesù risorto, e con Lui mangiarono del pesce arrostito.
Alla luce di questo Avvenimento, “apre la mente ai discepoli” per aiutarli a comprendere che quanto è avvenuto faceva e fa parte di un progetto d’amore, del piano di salvezza.

Rivestiti dall’alto.
♦ Il distacco di Gesù coincide con il dono dello Spirito Santo, che renderà capaci i discepoli di essere testimoni di quanto hanno visto e vissuto, e di farlo con gioia: “Tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio”.
I discepoli hanno abbandonato la paura e la timidezza che li ha portati ad allontanarsi dalla Croce: ora trovano il coraggio di continuare a rendere presente le grandi opere del Signore Gesù attraverso la loro gioiosa e coraggiosa testimonianza.
  Conversione e perdono dei peccati saranno annunziati e realizzati
  Il contenuto della testimonianza è la gioia che Dio è Amore, è Misericordia. Questa sarà la forza capace di far cambiare direzione, abbandonando una vita di peccato e orientandosi per orientarsi verso una vita qualitativamente migliore.

Un nuovo modo di esserci.
♦ Gesù si appresta a salire al Padre, ma prima vuole condurre i discepoli “fuori” dal luogo dove erano (verso Betania). Un atto che richiama l’azione di Dio quando liberò il suo popolo d’Israele.
 In Gesù tutto giunge a compimento la sua Ascensione rivela un nuovo modo di esserci. L’Ascensione di Gesù in cielo non è dunque un “distacco” ma un esserci in modo nuovo: questo spiega i discepoli “pieni di gioia” (Lc 24,52).
 In Gesù, morto, risorto e ora asceso, si sono aperte le porte del Cielo, della vita eterna. La “nube della fede” che avvolge oggi la nostra vita non è ostacolo, ma via attraverso la quale possiamo fare esperienza più viva e vera di Gesù, animati dalla certezza che se Lui è risorto e asceso al cielo, anche noi siamo chiamati alla stessa sorte, in quanto Lui è primizia.

Chiesa in uscita.
  L’attesa dell’ultimo giorno non va vissuta nell’ozio e neppure nel chiuso della propria casa, ma, lo ricorda Gesù, l’attesa va vissuta nell’impegno della “testimonianza”, dilatata fino ai confini della terra: “Avrete forza dallo Spirito Santo…e mi sarete testimoni…fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8).

Preghiera.
Signore Gesù,
Tu, che nella tua ascensione
Hai colmato di gioia gli Undici,
rendici degni di tale gioia
in virtù della tua preghiera e della tua misericordia.

Signore Gesù,
Tu che nella tua ascensione
hai portato in cielo la nostra fragile umanità
e ci hai aperto la via che conduce al Cielo,
infondi in noi la gioia della serenità e della pace.

Signore Gesù,
Tu che salendo al cielo
ci hai rivestiti del dono dello Spirito Santo,
rendici tuoi testimoni dentro la vita quotidiana
narrando la gioia della tua Misericordia.
(Preghiera a cura di A.V.)

(fonte: cf vaticannews.va/it/festivita-liturgiche/ascensione).

Verso l’Ascensione, già celebrata nel calendario universale. Infatti la solennità si celebra il quarantesimo giorno dopo la Pasqua di Resurrezione. – Ma, dato che questo giorno cade di giovedì (in quest’anno è caduto il 26 maggio, giorno di San Filippo Neri), in molti Paesi la solennità è stata trasferita alla domenica successiva. – Con l’Ascensione al cielo si conclude la presenza del “Cristo storico” (sulla terra) e si inaugura il tempo della Chiesa. – La presenza di Gesù dopo la sua Ascensione rivela un nuovo modo di esserci: è presente attraverso la sua Chiesa.

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