Fede e dintorni

Un Natale di speranza e di misericordia

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Un Natale di speranza e di misericordia.

-Anche se siamo ancora con il Covid e la variante Omicron, celebriamo il Natale. Perché Natale è sempre Natale, il Natale del Figlio di Dio. «Egli viene e con Lui viene la gioia», scriveva don Primo Mazzolari.
– Non solo per la convivenza civile, ma anche per la pratica della fede celebriamo questo tra limitazioni, difficoltà e sofferenze: e questo diventa davvero il «tempo di credere».
– Dopo due anni di pandemia continuiamo a celebrare la Speranza che si è fatta carne in un’umile grotta di Betlemme e da lì ha attraversato «i mondi» di tutti i tempi.
– La pandemia sembra aver sospeso tanti ambiti della nostra vita, ma il Salvatore continua a nascere per noi e in noi: Dio non ci lascia da soli.
– Molti hanno sofferto e sono anche morti. L’anno scorso scriveva il cardinale Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana: “Sono convinto che l’esperienza della malattia, che anche’io ho affrontato, e sto superando per grazia di Dio, ci permetterà di dare valore a ciò che veramente conta. – Il Natale ci interpella profondamente. Ci rimanda all’essenzialità dell’esistenza, a ciò che dà senso alla quotidianità, alla bellezza della vita familiare, alla qualità delle relazioni, alla capacità di accogliere Cristo nel nostro cuore”. – E quest’anno il Patriarca ortodosso Kirill (Russia) offre un forte richiamo ad essere misericordiosi e fermi nella fede, soprattutto in questo tempo di pandemia. [l’immagine: A. Arcuccio (sec. XV), Natività, Sant’Agata dei Goti, Chiesa Annunziata]

Dal Vangelo della Solennità nella notte (Lc 2,1-14).
♦ In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
♦ Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
♦ Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
♦ C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
♦ E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Vivere il Natale con misericordia, saldi nella fede.
♦ Nel messaggio di Natale il Patriarca Kirill (patriarca di Mosca e di tutte le Russie), linvita ai fedeli ad affidarsi all’amore di Dio, che aiuta a superare le paure soprattutto in questo tempo di pandemia: “La gioia di sapere che sei al sicuro, perché il Signore è lì, vicino a te”: è questo il senso del Natale racchiuso nel messaggio che il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, rivolge ai fedeli della Chiesa.

Dopo due anni di sofferenze è necessario guardare ancora con speranza.
♦ In tempo di pandemia da Covid-19 manca “il senso di sicurezza, protezione e tranquillità”, perché “un flagello devastante continua a modificare la vita quotidiana”, impedendo all’umanità di fare progetti e rendendo il domani incerto.
♦ Ed è proprio in questo contesto che emerge in modo particolare “la fragilità dell’esistenza umana”, accompagnata dalla consapevolezza che “ogni nuovo giorno è un dono inestimabile di Dio”. Solo l’amore del Signore è in grado di rafforzarci nelle nostre prove, di scacciare la paura dal nostro cuore e di darci la forza di compiere opere buone”.

L’esempio della Vergine Maria.
♦ Per questo, il Patriarca Kirill incoraggia i fedeli a vivere il Natale con misericordia e restando saldi nella fede, pronti ad abbandonarsi all’amore di Dio, “sperando e confidando fermamente in Lui”, l’unico in grado di aiutarci a “superare le difficoltà”.
Il modello a cui guardare è quello della Vergine Maria, colei ha partorito il Figlio in un’umile mangiatoia, ma che si è lasciata colmare il cuore dall’amore del Signore.
“Questo amore trasformava tutto ciò che la circondava, e la Beata Vergine non si teneva conto dei disagi o della grande povertà” in cui avveniva il parto. Mentre, al contrario, gli uomini del nostro tempo, durante il lockdown imposto dalla pandemia, hanno percepito la propria casa “come una prigione e sono sprofondati nella tristezza”.

Nessuno sia escluso dalla gioia del Natale.
Il Natale può essere un’occasione per “scuotere dalle nostre anime le catene della paura e della sfiducia, dell’ansia e della disperazione, grazie all’ascolto della voce del Figlio di Dio, venuto al mondo per la salvezza di tutti coloro che sono “stanchi e oppressi”.
La nascita di Gesù è una gioia dalla quale nessuno è escluso, conclude il Patriarca russo, augurando a tutti la salute dell’anima e del corpo, la gioia dello spirito e la forza di avanzare sulla via della salvezza”.
♦ [Da ricordare che per le Chiese che seguono il calendario giuliano, come quella ortodossa russa, il Natale del Signore si celebrerà il 7 gennaio 2022].
(fonte: vaticannews.va/it).

Anche se siamo ancor con il Covid e la variante Omicron celebriamo il Natale, perché Natale è sempre Natale, il Natale del Figlio di Dio. «Egli viene e con Lui viene la gioia», scriveva don Primo Mazzolari. – Mai come oggi, seppur tra mille difficoltà e sofferenze causate dal Covid , questo è il tempo di credere. – Anche quest’anno, infatti, celebriamo la Speranza che si è fatta carne in un’umile grotta di Betlemme e da lì ha attraversato «i mondi» di tutti i tempi. – La pandemia sembra aver sospeso ogni ambito della vita, ma il Salvatore continua a nascere per noi e in noi: Dio non ci lascia da soli. (cardinale Gualtiero Bassetti); il Figlio di Dio è venuto al mondo per la salvezza di tutti coloro che sono “stanchi e oppressi” (Patriarca Kirill). – “Ecco la lezione del Natale: l’umiltà è la grande condizione della fede, della vita spirituale, della santità. Possa il Signore farcene dono” (Papa Francesco) – Perciò anche noi vogliano restare accesi da questo felice fuoco del Natale, che rende l’anime contente in terra e beate nel cielo» (S. Alfonso de Liguori).

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