Fede e dintorni

Un ragazzo, la foresta, la vocazione

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Un ragazzo, la foresta, la vocazione.

E’ sempre bello venire a conoscenza di particolari di storie che hanno inciso sulla vita di qualcuno, particolarmente sulla propria vocazione.
– In questi giorni siamo in apprensione per la sorte del missionario Padre Pierluigi Maccalli, originario della diocesi di Crema, rapito da estremisti mentre si trovava nella parrocchia di Bomoanga, diocesi di Niamey in Niger.
– I media hanno intensificato la loro attenzione su di lui, sul suo impegno di missionario e attraverso le numerose interviste degli amici, confratelli si vengono a conoscere particolari che mettono in risalto la bellezza della vocazione missionaria.
– In questo contesto, tra le tante storie vocazionali, oggi ne proponiamo una sviluppatasi in una foresta del Brasile.

Un ragazzo di nome Izidório
♦ Nel diciannovesimo secolo, in Brasile viveva una famiglia che aveva la sua capanna in mezzo a una foresta, lontana da qualsiasi villaggio.
♦ Un giorno la madre si ammalò gravemente. Comprendendo che stava per morire, chiese con insistenza che le portassero un prete, perché voleva ricevere la santa comunione prima di lasciare questa vita.
Suo marito, dal momento che non poteva lasciarla sola, chiese al figlio maggiore di dodici anni, di andare al Centro-Missione per chiamare il missionario. Ci voleva un giorno intero di cammino per andare e tornare.
Il padre diede al ragazzo una pistola per difendersi, se avesse incontrato animali feroci.

♦ Successe che quando il ragazzo arrivò al Centro-Missione, il sacerdote si era recato a visitare un malato in un altro luogo distante. La suora, che conosceva il ragazzo, prese un’ostia consacrata, la mise in un corporale e gliela consegnò. Gli raccomandò di dare lui stesso la Comunione a sua madre.
Il ragazzo prese con cura il corporale con l’Ostia, lo mise nella tasca del suo cappotto e ritornò di corsa verso casa.
♦ A casa sua, la famiglia era preoccupata perché tardava ad arrivare. Inoltre, era già buio e di notte era pericoloso camminare nella foresta.
Suo padre teneva gli occhi fissi sulla strada. All’improvviso sentì uno sparo. “È nostro figlio – disse a sua moglie – Gli è successo qualcosa; e lui è scappato”. Qualche minuto dopo, sentì un altro sparo. Il padre gridò: “Sono qui, figlio mio, puoi stare tranquillo”, e corse ad incontrarlo.
Quando ebbero riabbracciato il ragazzo, tutti si sentirono sollevati. Non era successo niente. Solo che il ragazzo aveva corso così forte che, quando era arrivato nelle vicinanze della casa, era caduto e non riusciva più a camminare. Così fece partire gli spari per richiamare il padre.
Ora il ragazzo potè dare la comunione alla madre, che la ricevette con un sorriso e molta gioia.
Ore dopo morì in pace: sembrava stesse aspettando la Comunione per morire.

♥ Questo ragazzo si chiamava Izidório. Giorni dopo, venne da suo padre e disse: “Papà, diventerò sacerdote, così molte persone avranno la fortuna di mia madre: ricevere la comunione prima di morire”. E diventò un grande missionario. Trascorse la sua vita dedicandosi all’Eucaristia e al servizio del Popolo di Dio.
“Io sono il pane della vita. Chi viene a me non avrà più fame “(Giovanni 6, 35).

(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).

E’ bello venire a conoscenza di particolari di storie che hanno inciso sulla vita di qualcuno, particolarmente sulla propria vocazione. In questi giorni siamo in apprensione per la sorte del missionario Padre Pierluigi Maccalli, originario della diocesi di Crema, rapito da estremisti mentre si trovava nella parrocchia di Bomoanga, diocesi di Niamey in Niger. – Tra le tante storie vocazionali, eccone una una sviluppatasi in una foresta del Brasile: dalla foresta al sacerdozio! Papa Francesco ha invitato a pregare ed a impegnarsi seriamente per l’Amazzonia nel recente Sinodo voluto da lui sull’Amazzonia.

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