Cultura e Società Politica

Perché ha vinto Macrì? L’analisi di L’Andolina

«Macrì votato da parte dei componenti della lista dell’ex sindaco Rodolico»

«Molti cosiddetti politici della città non sono abituati alla politica, ma sono abituati solo ad accordi trasversali pur di realizzare interessi personali a scapito della città, e i risultati in questi ultimi anni si sono visti»

Giovanni Macrì, Massimo L’Andolina – foto Libertino

«Un inciucio che viene da lontano». Questo il j’accuse del dottore Massimo L’Andolina, candidato a ricoprire la carica di primo cittadino alle comunali di Tropea del 21 ottobre scorso con la lista “L’altra Tropea”, che ha ottenuto 625 voti, all’indomani dell’affermazione della lista “Forza Tropea” guidata dall’avvocato Giovanni Macrì. Secondo l’ex vicesindaco della Perla del Tirreno e neo consigliere di Minoranza, Macrì avrebbe vinto «anche grazie ai voti di una parte di alcuni componenti della lista dell’ex sindaco Rodolico. Quindi, – ha spiegato L’Andolina – quando noi parlavamo di inciucio, avevamo ragione». Secondo il dottore L’Andolina «molti cosiddetti politici della città non sono abituati alla politica, ma sono abituati solo ad accordi trasversali pur di realizzare interessi personali a scapito della città, e i risultati in questi ultimi anni si sono visti». Il dottore tiene a precisare che il suo è un discorso politico: «Tropea – ha detto – era a un bivio da un punto di vista politico: da un lato Nino Macrì, che per la città è stato fallimentare sia a livello comunale che a livello provinciale; dall’altro c’era Romano, un sindaco del secolo scorso e che ormai fa parte della storia. Siccome la città aveva bisogno di un cambiamento, dato che bisognava costruire ex novo una forza da proporre alla cittadinanza per chiudere con il passato e con tutto quello che di negativo ha rappresentato, ho voluto aprire una nuova fase e ho lavorato per tre anni a questo nuovo progetto politico». Il candidato sindaco con la lista “L’altra Tropea”, neo consigliere di Minoranza, ha concluso la sua analisi politica affermando che «sarebbe stato più opportuno per la città che né Nino né Peppino (Giuseppe Maria Romano ndr) fossero votati. Poi, sono intervenuti altri fattori scellerati, tipo il fatto che qualcuno ha lavorato dietro le quinte votando Tizio affinché perdesse Caio… Noi abbiamo preso i voti dell’elettorato fluttuante ma abbiamo perso i voti nostri».

Continua…

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Redazione
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