Fede e dintorni

Accostarsi al mistero della Santissima Trinità

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Accostarsi al mistero della SS. Trinità.

– Tutti conosciamo l’episodio che si racconta di S. Agostino nel periodo in cui egli stava studiando il mistero della Santissima Trinità.
– Un giorno, il Santo in riva al mare meditava sul mistero della Trinità, volendolo comprendere con la forza della ragione.
– Si avvide allora di un bambino che con una conchiglia versava l’acqua del mare in una buca. Incuriosito dall’operazione ripetuta più e più volte, S. Agostino interrogò il bambino chiedendogli: «Che fai?» La risposta del fanciullo lo sorprese: «Voglio portare il mare in questa mia buca». Sorridendo S. Agostino spiegò pazientemente l’impossibilità dell’intento ma, il bambino fattosi serio, replicò: «Anche a te è impossibile scandagliare con la piccolezza della tua mente l’immensità del Mistero trinitario». E detto questo sparì.
– L’attribuzione a Sant’Agostino di questo episodio reca la data 1263 e si fonda su una lettera apocrifa inviata a Cirillo, dove Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: «Agostino, Agostino che cosa cerchi? Pensi forse di poter mettere tutto il mare nella tua nave?»

12 giugno 2022, nella domenica dopo la Pentecoste.
♦ Domenica scorsa, con la solennità della Pentecoste, si è concluso il tempo di Pasqua, e con lunedì si è ripreso il tempo ordinario, ossia il tempo della Chiesa (colore liturgico verde), tempo durante il quale siamo chiamati a vivere il vangelo nella normalità della vita quotidiana, testimoniando la gioia di essere discepoli di Gesù crocifisso e risorto.

La Trinità in azione.
♦ Se ci soffermiamo un attimo e volgiamo indietro lo sguardo, possiamo cogliere un unico disegno che possiamo esprimere con parole semplici.
♥ Dalla “finestra del Cielo” Dio Padre ha visto quanto gli uomini, dopo il peccato di Adamo ed Eva (Gn 3), si sono smarriti, incapaci di ritrovare la strada per tornare al Cielo. Ha mandato i profeti per aiutarli a ritrovare la via. Essi non solo non hanno dato loro retta, ma li hanno uccisi (cfr Mt 23,29ss).
Alla fine, mosso da compassione, Dio Padre ha mandato il suo unico Figlio, “E Dio si fece carne, e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14, Natale).
Gesù, il Figlio di Dio, ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana, aiutandoci a far memoria che siamo creati da Dio, siamo suoi figli e che Dio è Padre.
Con le sue parole e la sua vita, ci ha insegnato con Verità la Via per tornare al Padre, Vita eterna. Così Gesù ci ha manifestato il volto del Padre: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,9). Ci ha ricordato che la via al cielo è possibile per tutti, che non dobbiamo temere, non dobbiamo vergognarci… perché Dio Padre è amore, è fedeltà, è misericordia.
Gesù, obbediente al Padre, è morto in croce per la nostra salvezza. Il terzo giorno è risorto, vincendo sul peccato e sulla morte, aprendoci in questo modo la via per tornare al Padre suo e Padre nostro .
Un cammino che possiamo fare con fiducia perché, Gesù asceso al Cielo ci ha mandato lo Spirito Santo (Pentecoste), primo dono ai credenti, Amore fatto persona riversato nelle nostre persone per vivere da figli di Dio.
In questo modo si comprende come la liturgia ci fa vivere la solennità della Santissima Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Una sorta di sintesi e soprattutto mèta del cammino fin qui compiuto.

Un Dio vicino.
Questo Dio, che si presenta Uno e Trino, non è così lontano come sembra, ma è talmente vicino che si è fatto per noi Pane spezzato, Corpus Domini (domenica 19 giugno) Pane del cammino verso il cielo, Pane degli angeli.
Un dono che custodisce e svela il Sacratissimo Cuore di Gesù, solennità che celebreremo il venerdì successivo al Corpus Domini.
Ricorrenze liturgiche che riassumono il mistero della nostra fede, dischiusa in questi mesi: dal Natale alla morte e risurrezione di Gesù, alla sua ascensione fino alla Pentecoste.

L’eresia di Ario (che metteva in dubbio la divinità di Gesù e il legame della Santissima Trinità), fu condannata nei Concili di Nicea (325, il Credo niceno) e Costantinopoli (381, il Credo niceno-costantinopolitano) e favorì una diffusa attenzione verso la fede nella Trinità, sia nella predicazione che nella pratica di pietà.
Già intorno all’VIII secolo appaiono nei prefazi liturgici cenni riguardanti la dottrina sulla Santissima Trinità. Verso l’800 emerge una Messa votiva in suo onore da celebrarsi in una domenica – decisione osteggiata perché ogni domenica comporta la memoria della Trinità – finché nel 1334 papa Giovanni XXII introdusse la festa per tutta la Chiesa.

Elementi liturgici della Solennità
1. Il Vangelo: Anno C
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà” (Gv 16,12-15)».

2. Il salmo: mirabile è il tuo nome su tutta la terra.
Il salmo 8 che la liturgia propone è un inno di stupore e di lode di fronte alla grandezza di Dio riflessa nella grandezza dell’uomo. La solennità della Santissima Trinità viene quindi “contemplata” attraverso la grandezza con cui Dio ha fatto l’uomo e quanto lo circonda a tal punto da poter dire: “La gloria di Dio è l’uomo vivente” (Ireneo di Lione).

3. L’Amore-Comunione.
♦ Il riflesso di Dio sull’uomo ci suggerisce non solo la sua “grandezza”, ma anche la sua “compagnia”. Dio è si rivela a noi come Dio-Amore, di più, Dio-comunione. Ed è alla luce di questo orizzonte di “comunione” che siamo chiamati a comprendere la vocazione di ogni uomo: innanzitutto siamo “dono” di Dio e quindi, come Dio-Trinità, siamo fatti per stare con gli altri, perché nella misura che ci esponiamo per gli altri realizziamo noi stessi. È nella misura in cui ci “perdiamo” per gli altri, che ci ritroviamo e alla fine ci salviamo, ricorda Gesù (Mc 8,34ss).

4. Maestro interiore.
Per assolvere a questo compito-vocazione, Gesù ci ricorda che viene donato lo Spirito. Lui si farà Maestro interiore, Guida, sapendo dare a ciascuno in base alle proprie possibilità, in quanto non tutto e subito si riesce a comprendere e a portarne il peso, ricorda il vangelo.
C’è un “troppo” di cui non siamo in grado di portarne il peso. C’è qualcosa che non possiamo ottenere solo con la nostra intelligenza, con le nostre ricchezze, tanto meno con il potere, con l’uso della forza.
Lo Spirito è esattamente Colui che ci rende capaci di vivere una vita all’altezza del dono di Dio; ci rende capaci di questo “troppo”, di questo di più. Arriva proprio dove noi, da soli, non possiamo.
E lo fa dal di dentro: non imponendoci un peso ulteriore, non chiedendoci uno sforzo in più.
Ci conduce alla verità, che non è un’idea, ma Gesù stesso, il quale ci educa a farci piccoli, poveri per imparare a fare spazio a Dio e agli altri. A vivere come Dio, Trinità-Amore-Comunione-Fraternità.

Preghiera.
O divina Trinità, conserva incontaminata questa fede retta in me, fino al mio ultimo respiro. Dona voce alla mia coscienza, affinché io resti sempre fedele a ciò che ho professato nella mia rigenerazione, quando sono stato battezzato nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo”.
(Sant’Ilario di Poitiers).

Unità e Trinità di Dio è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. Nell’unico Dio noi adoriamo tre persone, ma non come una addizione (1+1+1 =3), ma come una comunione d’amore (1x1x 1 = 1). – Una famiglia, che vive unita nell’amore, diventa l’icona più visibile del grande Mistero della Santissima Trinità. – «Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo –  Un Dio innamorato degli uomini: il Padre coinvolto profondamente nella storia dei suoi figli, il Figlio che nel sacrificio della sulla croce ci rende la dignità di figli e lo Spirito Santo che ci guida verso l’eternità!

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