Cultura e Società Fede e dintorni

Attese e speranze

Dalla visita di Benedetto XVI in Calabria

Una maggiore ed incisiva unità civile, politica e religiosa, ed una comunione più intensa tra le chiese locali.

Una data storica da vivere con gioia e speranza.


La visita di Benedetto XVI nel ricordo di quella di Giovanni Paolo II

Nel salutare da Reggio la Calabria, il 7 ottobre 1984 Giovanni Paolo II ci lasciava questo augurio: “Voglio augurarvi che la Chiesa in tutta la Calabria rimanga una vigna del Signore, una vigna che porta frutti, i frutti del Vangelo, i frutti della cultura, della tradizione, i frutti del cuore umano, i frutti della vita profondamente cristiana e umana”. Non rinunciava, comunque, in quella circostanza ad evidenziare alcuni problemi sociali, che attanagliavano la regione, “come quello del persistere e tuttora grave divario tra Nord e Sud; quello della disoccupazione, dell’emigrazione (oggi aggiungiamo dell’immigrazione massiccia, n.d.r.), della criminalità mafiosa e quello che forse è il principale, ovverosia quello di un <decollo> e di una crescita dell’intera Regione”.

Sembrano essere ancora oggi parole di grande attualità, come di grande attualità è la successiva esortazione a che “la lealtà, l’amore, la generosità, la giustizia, la solidarietà, il rispetto del diritto e della legge si affermano a livello sociale e diventano uno stile comune di vita quando, confidando nell’aiuto dello Spirito del Signore, ci impegniamo noi per primi – come fermento nella pasta -in questi valori senza aspettare che comincino gli altri”.

Da quella visita sono trascorsi 27 anni e la situazione generale per certi versi non è mutata, anzi è andata aggravandosi. I buoni auspici non bastano senza un risveglio di coscienza, senza un risveglio di orgoglio da parte dei Calabresi.
Certamente la nuova storica venuta di Benedetto XVI in Calabria, pur fugace, è un dono prezioso di cui non possiamo non essere grati al Santo Padre stesso. Sarà una benedizione ed una iniezione di fiducia, ma non possiamo e non dobbiamo tacere che il nostro futuro, il nostro salto di qualità passa attraverso il nostro impegno fattivo, testardo e sistematico: non un fuoco di paglia, tipico dei lavori improvvisati che si fanno in occasione di visite importanti per lavare la faccia e poi tornare ad essere come prima.

Anche se la nostra diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea non è fisicamente toccata dal passaggio del Santo Padre, ci conforta e ci rafforza nella fede la celebrazione eucaristica con lui a Lamezia e la preghiera che egli presiederà con i Certosini di Serra, culturalmente e spiritualmente legati alla nostra matrice normanna, di cui S. Bruno di Colonia è emblema e simbolo e di cui lo stesso si è fatto portatore mille anni fa nelle sue diverse frequentazioni dell’antica Mileto.

L’auspicio fermo e forte è che dalla venuta del Papa in Calabria possa finalmente scattare in ognuno quell’orgoglio necessario a farci ricuperare le nostre idealità sopite, con il desiderio e la volontà di costruire insieme una comunità nuova nel segno della radicalità evangelica, della ricerca di una trasparenza e giustizia sincera.
Una maggiore ed incisiva unità civile, politica e religiosa, ed una comunione più intensa tra le chiese locali saranno il collante per ritornare ad essere nel cuore del popolo calabrese una Chiesa di riferimento e di solidità morale al fine di “sconfiggere – come ci diceva il Papa nel 1984 – ogni mentalità che porta alla prepotenza, alla oppressione, alla vendetta”.
E soprattutto ci sia di sprone a smettere di piangerci addosso o di essere autolesionisti, per trasformarci in protagonisti della nostra storia e del nostro futuro. Una Chiesa ed un popolo più compatti e coesi non potranno che essere la risposta vincente al nostro mondo diviso e litigioso.

Benvenuto, Santità, in Calabria e ci benedica di cuore!

Benvenuto in Calabria, Santo Padre!

+ Luigi Renzo
Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea
in
Calabria Ecclesia Magazine,
Edizione speciale per la venuta del Papa, 5 ottobre 2011, p. 9
Pagina scelta da Salvatore Brugnano

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