Fede e dintorni

Beato don Mottola, carità e contemplazione

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Beato don Mottola, carità e contemplazione.

– Tropea, domenica 10 ottobre. – Don Francesco Mottola finalmente è stato proclamato beato.
– Lo ha annunciato lo stesso Papa Francesco alla fine dell’Angelus: “Oggi a Tropea, in Calabria, è stato beatificato don Francesco Mottola, fondatore degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore, morto nel 1969. Pastore zelante e instancabile annunciatore del Vangelo, fu testimone esemplare di un sacerdozio vissuto nella carità e nella contemplazione.
– In due righe ha sintetizzato la straordinaria esistenza del nuovo Beato.
– Il sacerdote tropeano ha finalmente ricevuto questo importante riconoscimento e pochi minuti dopo le 11,00 le campane della cattedrale di Tropea hanno suonato a festa.
– La cerimonia di beatificazione si è svolta all’interno della chiesa tropeana e non nel piazzale del santuario della Madonna dell’Isola così come originariamente previsto a causa di una pioggia che ha annullato i generosi sforzi di celebrarla in uno scenario da “borgo più bello d’Italia”; ma non ha scalfito l’amore dei tropeani per il nuovo Beato che hanno detto: “Don Mottola ha voluto che la festa avvenisse nella sua chiesa!”.

Un traguardo finalmente raggiunto.
♦ I tropeani ce l’anno messa tutta per offrire a Don Mottola una cornice da favola alla sua festa, ma la pioggia ha fatto cambiare programma all’ultimo momento. Causa maltempo la celebrazione di beatificazione si è così svolta nella cattedrale e non più nel piazzale antistante l’Isola.
♦ I tropeani hanno concluso: “Don Mottola l’ha voluta nella sua chiesa”, quella chiesa in cui egli fu a lungo canonico penitenziere.
♦ Per permettere ai partecipanti di potere raggiungere la cattedrale, la cerimonia è stata posticipata alle 11,00 attraverso comunicazioni frenetiche dell’Istituto delle Oblate e degli Oblati del Sacro Cuore, in accordo con le autorità competenti.

♦ Il sacerdote tropeano fondatore della famiglia degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore ha così finalmente ricevuto, proprio nella sua chiesa, l’atteso riconoscimento della beatificazione.
♦ Ed è stata festa grande: vi hanno preso parte diversi vescovi della Calabria, tra i quali il vescovo emerito della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Mon. Luigi Renzo, e il nuovo mons. Attilio Nostro. I sacerdoti, i seminaristi, gli oblati e le oblate hanno riempito la cattedrale, insieme a rappresentanti delle autorità civili e militari. Limitato il numero dei fedeli laici che ha potuto entrare.
Per tutti è rimasta la trasmissione via TV (LaC e TelePadre Pio) e lo streaming di alcuni website.

Don Mottola: prete col bisogno di Cristo.
♦ Il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ha presieduto la Messa di beatificazione di don Francesco Mottola, sacerdote che dedicò la vita alla carità, nonostante una paralisi che lo colse a soli 41 anni.
♦ Il Cardinale ha ricordato le parole di Don Mottola: “Ho bisogno di te, Cristo Gesù”. E le ha ricordate per dimostrare come il nuovo beato “si sia lasciato coltivare dalla Parola di Dio”. “Non è nato santo, lo è diventato”.
E lo è diventato anche “mediante la sofferenza provocatagli da una paralisi, che lo accompagnò per quasi trent’anni, sino alla morte”.
♦ Questo “bisogno di Dio” che don Mottola esprimeva è l’eredità che egli lascia, ha aggiunto il prefetto vaticano, e dalla quale possiamo sentirci “incoraggiati”.

Il nuovo beato conforta e incoraggia la Calabria.
♦ Il Cardinale ha aggiunto: “Il rito di beatificazione di stamani è un evento che conforta e incoraggia”. Conforta e incoraggia “la Calabria con la sua gente, perché don Mottola è un figlio di questa bella terra da lui molto amata”; conforta e incoraggia “il clero, perché si tratta di un sacerdote” ed oggi c’è “un bisogno vivo di preti che diffondono non il loro profumo, che alla fine potrebbe risultare nauseante, ma il buon profumo di Cristo”; conforta e incoraggia “la Chiesa stessa, Madre dei santi”.

Uomo di preghiera, carità e speranza.
♦ Don Mottola, ha sottolineato ancora il cardinale Semeraro, “si consumò nella ricerca della gloria di Dio, mosso dal sincero desiderio di compiere in tutto la sua volontà”.
Era “un sacerdote davvero senza retorica – ha aggiunto il porporato, citando la definizione che di lui diede il Venerabile Giorgio La Pira – Era un uomo di preghiera profonda: tempio di Dio, purezza senza ombra, sofferenza crocifissa”, ma anche “un’anima sacerdotale autentica, piena di carità, di luce e di speranza”.
Al nuovo beato “non mancarono le prove della vita, come fin da bambino la tragica morte della madre per suicidio – ha concluso il cardinale Semeraro – ma il terreno diventa fecondo soltanto se è scavato, anche dal dolore”.

I “certosini della strada”.
♦ Nato a Tropea il 3 gennaio 1901, don Francesco frequenta le scuole nel Seminario vescovile locale, di cui fu il primo seminarista nel 1911. Dopo gli studi in filosofia e teologia, viene ordinato sacerdote nel 1924 ed esercita il suo ministero come scrittore, predicatore, confessore, direttore spirituale.
♦ Nel 1935 inizia ad organizzare piccoli gruppi composti di sacerdoti e laici, “i certosini della strada”, secondo un ideale di carità e preghiera contemplativa. Fonda in tutta Italia varie “Case della carità” per l’accoglienza e l’assistenza di bambini, poveri, anziani e disabili.

Il sogno di una “carità integrale”.
“La Casa della carità l’ho sognata grande almeno quanto la nostra terra – dice don Mottola – accogliente tutto il dolore, non per eliminarlo, perché sarebbe un sacrilegio, ma per divinizzarlo e divinizzato adorarlo”.
Ciò che in fondo desidera don Mottola è una “carità integrale”, capace di donare ai poveri; a chi, cioè, non potrà mai ricambiare o restituire. Per questo fonda la “Famiglia degli Oblati del Sacro Cuore”, composta dai sacerdoti oblati, dalle oblate del Sacro Cuore e dagli oblati laici.

“Perla del clero calabrese”.
Nel 1942, a 41 anni, viene colpito da una paralisi e perde anche l’uso della parola. Ma la malattia non ferma il suo ministero sacerdotale: con amore e speranza, don Francesco accetta la Croce fino alla fine. Muore il 29 giugno 1969, all’età di 68 anni, a Tropea. E qui riposano le sue spoglie: ai piedi del Crocifisso, nella Concattedrale cittadina.
Il 5 ottobre 1981 viene avviata la causa di beatificazione. Il 17 dicembre 2007, don Francesco viene dichiarato Venerabile.
Il miracolo che gli apre la strada agli onori degli altari riguarda un giovane diacono, ora sacerdote, guarito da una grave malattia ai reni dopo aver visto in sogno don Francesco, di cui era particolarmente devoto.
Il 2 ottobre 2019, Papa Francesco autorizza la promulgazione del decreto relativo al miracolo attribuito alla sua intercessione ed oggi don Mottola, “perla del clero calabrese”, è beato.
(fonte: vaticannews.it 10 ottobre 2021 e altro web).

Don Francesco Mottola finalmente è stato proclamato beato. – Lo ha annunciato lo stesso Papa Francesco alla fine dell’Angelus: “Oggi a Tropea, in Calabria, è stato beatificato don Francesco Mottola, fondatore degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore, morto nel 1969. Pastore zelante e instancabile annunciatore del Vangelo, fu testimone esemplare di un sacerdozio vissuto nella carità e nella contemplazione. – In due righe ha sintetizzato la straordinaria esistenza del nuovo Beato. – Il sacerdote tropeano ha finalmente ricevuto questo importante riconoscimento e pochi minuti dopo le 11,00 le campane della cattedrale di Tropea hanno suonato a festa. – La cerimonia di beatificazione si è svolta all’interno della chiesa tropeana e non nel piazzale del santuario della Madonna dell’Isola così come originariamente previsto a causa della pioggia.

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