Fede e dintorni

Conversione di san Paolo Apostolo

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Conversione di san Paolo Apostolo.

– Oggi è la festa della Conversione di san Paolo Apostolo, un appuntamento solenne, crocevia di impegni ecumenici (Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani) e di vari itinerari spirituali che fanno riferimento al grande evento che ha trasformato il persecutore dei cristiani in Apostolo delle genti.
– Convertirsi, secondo l’etimologia, è invertire la direzione. Eppure san Paolo, in cammino tra Gerusalemme e Damasco a caccia dei cristiani, che considerava eretici, non è tornato indietro. – Una luce, una voce, l’umiliazione della caduta e poi la cecità:…  Gli Atti degli Apostoli narrano l’evento al capitolo 9.
– Gesù in persona si manifestò glorioso lungo la strada affinché, colmo di Spirito Santo, annunciasse il Vangelo della salvezza alle genti, patendo molto per il nome di Cristo.
– Saulo così divenne così un uomo nuovo. Eppure continuò sulla strada e raggiunse la sua meta, Damasco. Ma non come egli aveva immaginato e sperato, perché vi fu condotto come un infermo. La strada rimase quella, ma gli occhi di Paolo ne vedevano una diversa, una nuova: quella vecchia lo portava verso l’odio, quella nuova lo portava verso la luce. E Allora, forse, convertirsi significa non tanto cambiare strada, ma “trasformare” la propria strada.

Un amore inatteso e potente.
S. Paolo trarrà dalla sua straordinaria esperienza una consolante conclusione: “Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Appunto per questo ho trovato misericordia. In me specialmente ha voluto Gesù Cristo mostrare tutta la sua longanimità, affinché io sia di esempio per coloro che nella fede in Lui otterranno d’ora innanzi la vita eterna”.
♦ È paziente il Signore, e la Sua grazia si manifesta in molti modi e in molti luoghi. – Aspettò Saulo sulla via verso Damasco, per mutarne il cuore e renderlo uno dei suoi apostoli più fedeli. Per farlo Santo.
Lo abbracciò con la Sua luce e con la Sua voce mentre galoppava verso la città in cui si erano rifugiati molti cristiani. Prede da stanare, a cui lo aveva autorizzato il Sommo Sacerdote.

“Chi ci separerà dall’amore di Cristo? La tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, i pericoli, la spada? Secondo quanto sta scritto: per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, fummo reputati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi stravinciamo in grazia di Colui che ci amò. Sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né potestà, né presente né futuro, né altezze né profondità, né qualunque altra cosa creata potrà separarci dall’amore che Dio ha per noi in Cristo Gesù nostro Signore”. (Rm 8, 35-39).

Fariseo di nascita, custode dell’ortodossia.
♦ Era ebreo, Saulo, appartenente alla setta dei farisei, la più rigorosa. Perciò fu naturale per lui, formatosi alla scuola di Gamaliele, tramutare la più fedele osservanza della legge mosaica nella più terribile persecuzione dei primi cristiani. ♦ ♦ ♦ Dopo averli cacciati da Gerusalemme, decise di raggiungerli fino a Damasco, dove si erano nascosti. Ma era proprio qui che il Signore lo aspettava.

L’incontro con Gesù.
E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti? (At 9,4)”. “Chi sei?”, chiese. “Quel Gesù che tu perseguiti”, si sentì rispondere. “Cosa vuoi che io faccia, Signore?”, chiese ancora. “Va’ a Damasco e là ti mostrerò la mia volontà”, gli rispose di nuovo.
Così, cieco e ammutolito, ma con animo nuovo, arrivò a Damasco e qui rimase tre giorni in digiuno e costante preghiera, finché fu raggiunto dal sacerdote Anania – altro Santo che la Chiesa ricorda sempre oggi – che lo battezzò nell’amore di Cristo ridonandogli non solo la vista degli occhi, ma anche quella del cuore.

L’evangelizzazione in cammino.
Sarà proprio a Damasco che Paolo inizierà la sua predicazione, per spostarsi, poi, a Gerusalemme. Qui incontrerà Pietro e gli altri apostoli: diffidenti, all’inizio, poi lo accoglieranno tra loro e gli parleranno a lungo di Gesù.
Tornato nella nativa Tarso, proseguì l’opera di evangelizzazione, scontrandosi sempre con la perplessità di molti, ebrei e cristiani, per il cambiamento avvenuto.
Dopo Tarso Paolo andrà ad Antiochia, dove prenderà contatti con la comunità locale. Primo vero missionario della storia, con l’esigenza di portare la Parola a tutte le genti, nessuno ormai avrebbe potuto separare Paolo dall’amore di Cristo.

(fonte: cf vaticannews.va/it/santo del giorno, 25 gennaio).

Oggi è la festa della Conversione di san Paolo Apostolo, un appuntamento solenne, crocevia per gli impegni ecumenici (Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani) e per i vari itinerari spirituali che fanno riferimento al grande evento che ha trasformato il persecutore dei cristiani in Apostolo delle genti. Gli Atti degli Apostoli narrano l’evento al capitolo 9. – Gesù in persona si manifestò glorioso lungo la strada affinché Saulo, colmo di Spirito Santo, annunciasse il Vangelo della salvezza alle genti, patendo molto per il nome di Cristo. – Saulo così divenne così un uomo nuovo, con un amore che nulla e nessuno potrà togliere: “Nessuno lo separerà dall’amore di Cristo”.

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