Fede e dintorni

Dammi un cuore che ascolta

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Dammi un cuore che ascolta.

Oggi è la domenica del Buon Pastore che dà la propria vita per le pecore. nella liturgia di oggi il popolo di Dio viene presentato come un umile gregge di fedeli, che si affida al suo Pastore, Gesù risorto. Si tratta di seguire questo Pastore con fedeltà e costanza, di riconoscere la sua voce e di lasciarci condurre da lui alla salvezza.
Oggi si celebra la 55ma Giornata di preghiera per le vocazioni. Tema: «Dammi un cuore che ascolta»: fu la preghiera del giovane re Salomone che chiedeva a Dio la sapienza del cuore per ben governare il popolo che gli veniva affidato. – “Un cuore che ascolta” vale anche per gli educatori e genitori impegnati nel difficile compito della formazione dei giovani.

Dal Vangelo di questa domenica (Gv 10,11-18)
♦ In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

♦ Il Signore Gesù Cristo, Pastore grande delle pecore, è morto e risorto per stabilire con l’umanità un’alleanza eterna. Dio ha voluto collegare la funzione “pastorale” di Gesù al suo donarsi alla morte per ristabilire la vita vera, quella dei risorti.
♦ Gesù aveva mostrato la possibilità di rinnovare la vita attraverso i suoi miracoli, donando anche agli apostoli la capacità di operare essi stessi prodigi, come si legge negli Atti degli Apostoli. Ristabilire in salute un uomo infermo è un segno di amore, ma non fine a se stesso: anticipa quel rialzarsi definitivo che l’uomo sperimenterà nella risurrezione dell’ultimo giorno.
♥ E perché la risurrezione sia per la vita eterna, abbiamo un Pastore che ci guida e sostiene, e noi possiamo – come pecore del suo gregge – ascoltare la sua voce e imparare sempre più a conoscerlo.
Così facendo, saremo partecipi del disegno di Dio che vuole salvi tutti gli uomini e l’intera creazione e, ciascuno secondo la propria vocazione, collaboreremo a quest’opera di salvezza perché tutti siamo riuniti in Cristo come unico gregge. (Tiberio Cantaboni).

«Dammi un cuore che ascolta»
♦ In questa domenica del Buon Pastore si celebra in tutte le comunità cristiane la 55a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Lo slogan biblico che ispira il cammino vocazionale della Chiesa Italiana è: «Dammi un cuore che ascolta» (Cfr 1Re 3,9).
In stretta consonanza con la prospettiva del Sinodo dei Vescovi: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» duplice è l’invito per la preghiera di oggi.
♦ Pregare per i giovani – La richiesta che Salomone rivolge in sogno a Yahweh è una parola che ogni giovane in discernimento vocazionale può desiderare di avere sulle labbra. La scelta di vita, infatti, si realizza nell’ascolto del proprio cuore, alla ricerca dei desideri più veri e profondi che il Padre stesso vi ha nascosto, perché la sua volontà sia anche la nostra. Si realizza nell’ascolto della propria storia, in quel quotidiano mai banale che diventa lo spazio reale dell’incontro con il Signore. Si realizza nell’ascolto della Parola che svela passo dopo passo la nostra identità più vera, la nostra volontà più profonda, la nostra vocazione.
Pregare per gli educatori – Ma la medesima preghiera deve stare anche nella voce dell’educatore, dei genitori, di chi accompagna ogni discernimento vocazionale. Un cuore che ascolta il racconto di un giovane o una giovane alla ricerca dell’orientamento da dare alla propria libertà per tutta la vita è come un orecchio teso a riconoscere tutte le sfumature dell’azione dello Spirito che plasma pensieri, sentimenti e azioni nel progressivo compimento dell’opera più importante della vita, la costruzione della vita stessa perché sia ‘sprecata’ insieme al Figlio per la vita del mondo.
(don Michele Gianola, Direttore Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni).

(fonte: ladomenica.it)

Il giovane Salomone pregò Dio: «Dammi un cuore che ascolta». Ognuno che si trovi in discernimento vocazionale può desiderare di avere sulle labbra questa semplice preghiera. La scelta di vita, infatti, si realizza nell’ascolto del proprio cuore, alla ricerca dei desideri più veri e profondi che il Padre stesso vi ha nascosto, perché la sua volontà sia anche la nostra. Preghiamo tutti per le Vocazioni!

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