Politica

Dossier M5S sulla sanità della Calabria

Riceviamo e pubblichiamo

Trasmissione dossier M5S sulla sanità della regione Calabria

I parlamentari M5s: Paolo Parentela, Dalila Nesci, Nicola Morra
I parlamentari M5s: Paolo Parentela, Dalila Nesci, Nicola Morra

Il Movimento 5 stelle ha presentato stamani a Catanzaro il primo dossier parlamentare sulla sanità calabrese, corredato di numerosi esposti sulle questioni principali, già trasmessi alla magistratura e alla Corte dei conti.

Sono intervenuti i parlamentari M5s Dalila Nesci, Nicola Morra e Paolo Parentela, che hanno illustrato l’importanza e le specificità del documento, firmato anche dai parlamentari 5 stelle Federica Dieni e Laura Ferrara, nonché dai componenti pentastellati nella commissione Affari sociali della Camera. «Il dossier ha la funzione – ha spiegato Nesci – di responsabilizzare il tavolo di verifica del piano di rientro sanitario, che si riunirà il prossimo 23 luglio a Roma. All’attenzione dei ministeri abbiamo posto gli argomenti chiave per il futuro della sanità calabrese: dal ruolo invasivo dell’Università di Catanzaro, specie sulla cardiochirurgia in Calabria, all’opacità sulla convenzione pediatrica con l’ospedale Bambino Gesù; dalle consulenze strapagate per i 393 milioni usciti senza tracce dall’Asp di Reggio Calabria alla mancata riapertura degli ospedali di Trebisacce e Praia a Mare; dalla nuova rete dell’assistenza, approntata al di fuori dei nuovi standard ospedalieri, all’assoluta mancanza dei livelli essenziali d’assistenza su tutto il territorio; dall’inadeguata gestione commissariale ai problemi di trasparenza e legalità».
Oltre cento atti parlamentari compendiano il dossier dei Cinque stelle, che affronta anche il pericolo nascite in Calabria e l’abbandono di disabili, emodanneggiati e dializzati. Per Parentela, «soltanto con il rispetto delle regole si potranno riorganizzare i servizi sanitari di una regione che è ultima in Europa, nella quale mancano le garanzie di sicurezza e il diritto alla salute è saltato da troppo tempo». Secondo Morra, «con questo dossier il Movimento 5 stelle vuole aprire in profondità il dibattito sulla sanità calabrese, dimenticata e nell’ombra, restituendo alla politica il suo ruolo di confronto e decisione».

 

Ministro della Salute
segr.capogabinetto@sanita.it e segreteriaministro@sanita.it
Ministro dell’Economia
segreteria.capogabinetto@tesoro.it
Ministro per gli Affari regionali
segreteria.fiorentino@governo.it
Tavolo ex Massicci con preghiera di trasmettere a tutti i componenti
segr.dgprev@sanita.it
l.lispi@sanita.it
angela.adduce@tesoro.it

Simbolo del Movimento Cinque Stelle
Simbolo del Movimento Cinque Stelle

Oggetto: trasmissione dossier M5S sulla sanità della regione Calabria.
Preg.mi Ministri e Rappresentanti ministeriali, il Movimento 5 stelle ha preparato un dossier sulla gestione della sanità calabrese, la quale, già in emergenza, è commissariata per il rientro dal disavanzo.
Tale fase ha ormai superato il quinquennio, con abusi e irregolarità senza precedenti; tra silenzi, omissioni e finzioni in ambiti istituzionali.
Gli attuali responsabili incaricati dal governo hanno consentito la permanenza di
dirigenti sanitari nominati in violazione di legge, benché più volte partitamente informati.
La commissione ministeriale di indagine sulla qualità dell’assistenza prestata dal
servizio sanitario della Regione Calabria rilevò nella radicata e sistemica illegalità amministrativa il primo problema da risolvere per tutelare nei fatti il diritto alla salute. Da allora, cioè dal 14 aprile 2008, in Calabria la questione non è stata affrontata, con un peggioramento evidente ed esemplare.
Il bilancio dell’Asp di Reggio Calabria, come riportato nell’allegato dossier, non viene approvato dal 2011. Inoltre, dalla tesoreria sono usciti oltre 393 milioni di euro di cui si sono perdute le tracce, con rischio di pagamenti doppi o addirittura arbitrari. Il commissario aziendale è stato nominato in violazione della normativa anticorruzione, che prevede – all’art. 8 del D. Lgs. 39/2013 – che il responsabile gestionale non sia stato candidato sindaco, nei cinque anni precedenti, in un comune del medesimo comprensorio sanitario.
L’Università di Catanzaro riceve, per le attività del proprio policlinico, un surplus di finanziamento di almeno 12 milioni annui, manifestamente illecito perché il relativo protocollo d’intesa è scaduto da 4 anni e l’importo supera addirittura del 40% il valore della produzione. Benché riempita di denaro, l’Università di Catanzaro non ha mai attivato una terapia intensiva dedicata per gli interventi cardiochirurgici, malgrado i diversi casi di sepsi denunciati, per i quali una commissione interna chiuse il caso reputandoli fisiologici, secondo un’imprecisata letteratura scientifica. Oltretutto, la specifica norma sui requisiti regionali di accreditamento prevede, per una tipologia di struttura (cardiochirurgica) quale quella dell’ospedale universitario catanzarese – modulo minimo con 14 p.l. di degenza ordinaria –, la disponibilità di «4 letti di terapia intensiva», da non intendersi, evidentemente, come “prenotati” e allocati nella sala della terapia intensiva generale; il che, invece, lì risulta alla data odierna.
È in corso, poi, una convenzione pediatrica tra gli ospedali “Pugliese-Ciaccio” di
Catanzaro e l’ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma, per la quale in sede di verifica erano stati chiesti precisi elementi, a partire dalla concreta gestione delle risorse umane e finanziarie. Nel merito non si è registrato un controllo stringente per stimare l’effettiva utilità dell’accordo e il reale rapporto costi/benefici. Piuttosto, con perdite economiche per la sanità calabrese si è incrementata l’attività operatoria nell’ospedale vaticano, risultandone penalizzati gli operatori in Calabria, alcuni perfino sostituiti e dunque umiliati.
Soprattutto, la gestione commissariale si sta caratterizzando per un accentramento del potere in taluni casi tracimante: per la decretazione della rete assistenziale a prescindere dagli standard ospedalieri definiti dal Patto per la Salute 2014-2016; per la mancata attuazione di sentenze della magistratura amministrativa circa l’obbligo di riapertura degli ospedali di Praia a Mare e Trebisacce nella provincia di Cosenza; per il riordino fuori competenza della struttura dipartimentale regionale; per l’autorizzazione di consulenze strapagate quanto inutili (all’Asp di Reggio Calabria e a valutare il gradimento dell’offerta sanitaria regionale); per l’imposizione dell’imperio Università di Catanzaro nell’attivazione della Cardiochirurgia di Reggio Calabria; per le modalità di rideterminazione dei nuovi budget della sanità privata, con totale esclusione delle aziende sanitarie; per il mancato ascolto dei dirigenti medici in merito alle nuove assunzioni di personale.
Nel contesto, va ricordato che in Calabria saranno realizzati quattro nuovi ospedali, per conseguenza dell’emergenza sanitaria ordinata nel 2007 e poi cessata. L’iter amministrativo delle opere si ritiene concluso e lineare, benché M5S abbia rilevato pesanti anomalie, per esempio, in ordine ai terreni su cui dovrà essere edificato l’ospedale della Piana di Gioia Tauro, in un contesto segnato anche dal dominio ‘ndranghetistico. A riguardo sono state interessate tutte le istituzioni, pendono atti di sindacato ispettivo ed esposti, ma l’amministrazione regionale calabrese vi ha posto una pietra tombale.
Ultima, ma prima per ordine di importanza, è la questione delle conseguenze derivanti dagli accordi europei del Trattato di Lisbona, per cui sono stati imposti sacrifici insostenibili ai cittadini, pur senza fermare l’espansione del «debito pubblico», cioè la truffa più colossale di ogni tempo, legata al sistema perverso di emissione della cartamoneta. In tale contesto giuridico, continuano a moltiplicarsi i tagli ai servizi sanitari e si svuota del tutto l’articolo 32 della Costituzione sulla tutela del fondamentale diritto alla salute; soprattutto in Calabria, come mostra il nostro dossier.
I parlamentari della Commissione Affari sociali e tutti parlamentari calabresi del
Movimento 5 Stelle trasmettono l’ampio dossier in argomento, di modo che i Ministeri vigilanti e i Tavoli di verifica sappiano delle condizioni disastrose in cui versa la sanità calabrese, a partire dall’ordinaria e continua inosservanza delle regole.
In attesa di riscontro su tutte le questioni esposte, si porgono i migliori saluti.

Roma, 16 luglio 2015
Movimento 5 Stelle
I parlamentari della Calabria
Dalila Nesci
Nicola Morra
Paolo Parentela
Federica Dieni
Laura Ferrara
I deputati in Commissione Affari sociali
Giulia Grillo
Enrico Massimo Baroni
Giulia Di Vita
Silvia Giordano
Marialucia Lorefice
Matteo Mantero

Il PDF del Dossier M5S Sanità Calabria

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Salvatore Libertino
Fotoreporter, editore e proprietario della testata Tropeaedintorni.it, è giornalista pubblicista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria nell'elenco pubblicisti.