Fede e dintorni

Il Buon Pastore dona la sua vita

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il Buon Pastore dona la sua vita.

Gesù è il buon Pastore che chiama tutti alla salvezza; Egli ci conosce profondamente e dona a noi la sua stessa vita: “Io do la mia vita per le pecore… E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare”.
– Il suo amore ci rende la libertà dei «figli di Dio», uomini e donne capaci di percepire il grande amore con il quale il Padre ci chiama alla piena comunione con lui.
– Il dono di questa libertà filiale ha un’altra fecondità: ci rende tra noi fratelli e sorelle.
– Il Pastore buono afferma di avere altre pecore da guidare, per fare anche di esse «un solo gregge, un solo pastore», secondo il respiro di quella fraternità che papa Francesco ha evidenziato nell’enciclica «Fratelli tutti». – Accogliamo la Parola del buon Pastore per diventare un solo gregge e un solo pastore.
Oggi ricorre la 58a Giornata di preghiera per le Vocazioni. Oggi preghiamo per le vocazioni. Ognuno può farlo riscoprendo la propria vocazione fondamentale ricevuta nel Battesimo: la chiamata alla libertà che ci rende figli di Dio e fratelli e sorelle tra noi.

Dal Vangelo di questa domenica (Gv 10,11-18).
♦ In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
♦ Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
♦ Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Redenti e chiamati ad essere liberi.
La Pasqua ha rialzato Gesù dalla morte e consente anche a noi di stare in piedi, liberati dal peccato. Giovanni annuncia che quella che ci è donata è la libertà dei «figli di Dio», uomini e donne capaci di percepire il grande amore con il quale il Padre li chiama alla comunione con lui.
Possiamo sin da ora camminare in una vita nuova, in attesa che la nostra speranza si compia quando lo vedremo faccia a faccia, in quella somiglianza alla quale siamo stati chiamati sin dalla creazione.
Il dono di questa libertà filiale ha un’altra fecondità: ci rende tra noi fratelli e sorelle. Il Pastore buono afferma di avere altre pecore da guidare, per fare anche di esse «un solo gregge, un solo pastore», secondo il respiro di quella fraternità di cui papa Francesco ci parla nell’enciclica «Fratelli tutti».
(fr. Luca Fallica, Comunità Ss. Trinità di Dumenza).

Il Buon Pastore dona la vita anche a chi gliela toglie.
Io sono il buon pastore! Per sette volte Gesù si presenta: “Io sono” pane, vita, strada, verità, vite, porta, pastore buono. E non intende “buono” nel senso di paziente e delicato con pecore e agnelli; non un pastore, ma il pastore, quello vero, l’autentico. Non un pecoraio salariato, ma quello, l’unico, che mette sul piatto la sua vita.
♥  “Sono il “pastore bello”, dice letteralmente il testo evangelico originale.
E noi capiamo che la sua bellezza non sta nell’aspetto, ma nel suo rapporto bello con il gregge, espresso con un verbo alto che il Vangelo oggi rilancia per ben cinque volte: io offro! Io non domando, io dono. Io non pretendo, io regalo.
♥  Qual è il contenuto di questo dono? Il massimo possibile: “Io offro la vita”. Molto di più che pascoli e acqua, infinitamente di più che erba e ovile sicuro. Il pastore è vero perché compie il gesto più regale e potente: dare, offrire, donare, gettare sulla bilancia la propria vita.
♥  Ecco il Dio-pastore che non chiede, offre; non prende niente e dona il meglio; non toglie vita ma dà la sua vita anche a coloro che gliela tolgono. Le pecore gli appartengono ed esse lo riconoscono.
♥  Gesù, Pastore buono, dà la vita per noi. È lui che ce la dà, tiene a precisare, nessuno gliela toglie. Lui, solo lui, ha il potere di offrire la sua vita e di riprenderla di nuovo. In questo sta la sua autorevolezza, nel potere dell’impotenza, a cui Dio nella morte si è volontariamente esposto.

♦ Al pastore mercenario le pecore non gli appartengono: perciò scappa quando arriva il lupo e le lascia alla sua mercé. Al mercenario non importano le pecore, perché ha amore per esse, non sono sue.
Al Buon Pastore le pecore, invece, gli appartengono ed esse lo riconoscono. E lui è disposto a dare la vita per loro.
Gesù dà la vita per noi. In questo sta la sua autorevolezza; e gli uomini possono seguire Gesù solo in forza di questa sua autorevolezza. Per essa ne conoscono la voce, subiscono il fascino della sua Presenza, si dispongono alla sequela.
Solo nel vivere questa appartenenza il cristiano diventa a sua volta autorevole, cioè capace di incontrare l’altro, di amarlo e di dar la sua vita per lui.

58a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni.
♦ Oggi la giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni offre l’opportunità di pregare, riflettere e approfondire il dono e il mistero della chiamata di Gesù a seguirlo in un affascinante e intimo cammino evangelico che si fa missione per la chiesa e per il mondo, in un tempo, come quello che stiamo vivendo, sicuramente non facile.
♦ Infatti, in tempi segnati da fragilità e sofferenze dovute anche alla pandemia, che ha originato incertezze e paure circa il futuro e il senso stesso della vita, le vocazioni tendono a questo: a generare e rigenerare vite ogni giorno.
Perché, come ci ricorda Papa Francesco nel messaggio per questa Giornata, «Il Signore desidera plasmare cuori di padri, cuori di madri: cuori aperti, capaci di grandi slanci, generosi nel donarsi, compassionevoli nel consolare le angosce e saldi per rafforzare le speranze».
E in questo cammino San Giuseppe ci viene incontro con la sua mitezza, da Santo della porta accanto; al contempo la sua forte testimonianza può orientarci nel cammino al servizio delle vocazioni, un cammino di riscoperta della nostra santificazione che è un cammino comunitario, da fare a due a due.

♦ Il tema di quest’anno, scelto dalla CEI, è: «La santificazione è un cammino comunitario da fare a due a due (Gaudete et exsultate, 141) riconosce alla vocazione una dimensione personale e comunitaria.
La vocazione non è mai soltanto mia ma è sempre anche nostra: la santità, la vita è sempre spesa insieme a qualcuno.
E questo è un elemento essenziale di ogni vocazione nella Chiesa. Proprio questa, infatti è «l’originalità della vocazione cristiana: far coincidere il compimento della persona con la realizzazione della comunità»
(Pontificia Opera per le Vocazioni Ecclesiastiche, Nuove vocazioni per una nuova Europa, Roma 5-10 maggio 1997, 18d).

Preghiera per le Vocazioni.
♦ Ti lodiamo Dio, Padre buono, perché hai voluto la vita dell’uno legata alla vita dell’altro; creandoci a tua immagine hai depositato in noi questo anelito alla comunione e alla condivisione: ci hai fatti per te e per andare con te ai fratelli e alle sorelle, dappertutto!
♦ Ti lodiamo Dio, Signore Gesù Cristo, unico nostro Maestro, per esserti fatto figlio dell’uomo. Ravviva in noi la consapevolezza di essere in te un popolo di figlie e figli, voluto, amato e scelto per annunciare la benedizione del Padre verso tutti.
♦ Ti lodiamo Dio, Spirito Santo, datore di vita, perché in ognuno di noi fai vibrare la tua creatività. Nella complessità di questo tempo rendici pietre vive, costruttori di comunità, di quel regno di santità e di bellezza dove ognuno, con la sua particolare vocazione, partecipa
di quell’unica armonia che solo tu puoi comporre.
Amen.

58a Giornata di preghiera per le Vocazioni. – La vocazione è la chiamata di Dio a guardare attraverso le apparenze per riconoscere che la storia, i fatti, gli incontri, le persone, e anche la marea un po’ caotica che è la vita, sono il luogo nel quale cercare e vedere il compiersi del Regno di Dio. – Guardando la nostra famiglia, la nostra comunità, entrando in un ospedale, in una classe scolastica, camminando per le vie della città vediamo la possibilità del nuovo, se guardiamo con lo sguardo del Buon Pastore che in tutti vede il bene fecondo capace di dare la vita.- Il messaggio di questa Giornata «La santificazione è un cammino comunitario da fare a due a due (Papa Francesco) – La vocazione non è mai soltanto mia ma è sempre anche nostra: la santità, la vita è sempre spesa insieme a qualcuno. Il Buon Pastore ci aiuterà a renderla possibile.

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