Fede e dintorni

Il dispiacere per aver fatto il male

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il dispiacere per aver fatto il male.

– Capita sempre più spesso di accogliere penitenti che dopo la confessione farfugliano un atto di dolore. Presi dalla preoccupazione di dire le parole giuste, trascurano la sostanza: cioè esprimere il dispiacere di aver fatto il male e il proposito di stare attento per l’avvenire.
– Eppure nell’atto di dolore abbiamo imparato a pregare così: “Mio Dio, mi pento con tutto il cuore dei miei peccati, perché, peccando ho meritato i tuoi castighi; e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa…”.
– Queste ultime parole, se sono sincere, costituiscono un atto di dolore perfetto. Ci pentiamo dei peccati, perché portano dispiacere a Dio, che ci ama tanto.  – Diversa è la misura del dolore se dettato dalla paura di affrontare castighi per il peccato fatto. – Anche i bambini sono capaci di fare un atto di dolore perfetto, perché essi sono capaci di amare chi li ama, come fa intendere questa piccola storia.

♦ La bambina che ruppe il vaso di fiori.
Una volta, una signora andò a trovare la sua amica. Quando arrivò alla casa di lei, trovò solo la bambina di sette anni, che stava piangendo.
La donna chiese: “Cosa c’è, piccola?”
La bambina rispose: “Ho rotto il vaso di fiori della mamma!”
– Hai paura di essere picchiata, eh?
– No – disse la bambina – È solo che io amo la mamma e a lei piaceva tanto questo vaso! Ora è rotto e non so cosa fare.

– Non ti preoccupare, piccola. Tua mamma sa come fare.
– La mamma rientrò, vide l’amica che le disse quello che era successo. E vedendo la figlia in lacrime, la mamma l’abbracciò forte forte. E la bimba si calmò.

♥ La bambina era consapevole di non poter riparare e che sua mamma ne sarebbe rimasta molto dispiaciuta. E il suo pianto era provocato dall’amore per la mamma.

♥ L’amore fa piangere, ed è più forte della paura di essere castigato.
La Madonna, che era guidata da un grande amore per Dio, ci aiuti ad essere buoni cristiani: a non aver paura della punizione, ma a considerare  l’amore che ci porta Dio.

(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).

Brevi atti di dolore
1.
Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato.
Signore, misericordia, perdonami.

2. O Gesù d’amore acceso, non ti avessi mai offeso: o mio caro e buon Gesù, con la tua santa grazia non ti voglio offender più, perché Ti amo sopra ogni cosa.

“Mio Dio, mi pento con tutto il cuore dei miei peccati, perché, peccando ho meritato i tuoi castighi; e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa…”. Queste ultime parole, se sono sincere, costituiscono un atto di dolore perfetto. Ci pentiamo dei peccati, perché portano dispiacere a Dio, che ci ama tanto. Diversa è la misura del dolore se dettato dalla paura di affrontare castighi per il peccato fatto. – E noi siamo capaci di esprime un atto di dolore perfetto, perché capaci di amare Dio che ci ama.

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