Fede e dintorni

Il fuoco di Gesù, i discepoli oggi, Nadia Toffa

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il fuoco di Gesù, i discepoli oggi, Nadia Toffa

I tempi cambiano e anche i cristiani debbono cambiare continuamente, restando però saldi nella fede e nella verità del Vangelo. Una cosa non sempre facile, perché c’è il rischio continuo di accodarsi alla moda del momento.
– Per discernere i segni dei tempi che cambiano occorrono il silenzio, la riflessione e la preghiera, camminando sempre sulla via della Croce. Seguire Gesù senza essere disposti a portare la croce non è per chi vuol essere vero discepolo di Cristo. – «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra… Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione…» .
– Gesù, che è il vero Principe della pace, invita i suoi discepoli a non cedere al male, anzi a fargli decisamente guerra. Anche in quelle situazioni in cui sarebbe più facile patteggiare una pace di comodo.
– Con questo Gesù ci insegna che il suo Vangelo non è mai neutrale: si schiera sempre dalla parte del bene, dalla parte dei poveri, degli oppressi, degli sfruttati. Il Vangelo porta questo sacro fuoco da accendere per far vincere la vera umanità, quella redenta e amata da Dio. – Beato chi si lascia accendere da questo fuoco di salvezza! Nadia Toffa, la giornalista morta di cancro alcuni giorni fa, era ardente di questo sacro fuoco e sapeva accendere anche coloro che la ascoltavano.

 

Dal Vangelo di questa domenica (Lc 12,49-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!
Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.
D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Un fuoco portatore di salvezza.
♦ Sono venuto a portare il fuoco sulla terra. E come vorrei che divampasse.
È stato detto che la religione era l’oppio dei popoli, ottundimento e illusione. Nell’intenzione di Gesù il Vangelo è invece «l’adrenalina dei popoli» (B. Borsato), porta «il morso del più» (L. Ciotti), più visione, più coraggio, più creatività, più fuoco.
♦ Pensate che io sia venuto a portare la pace? No, vi dico, ma la divisione. Dio non è neutrale: vittime o carnefici non sono la stessa cosa davanti a lui, tra ricchi e poveri ha delle preferenze e si schiera.
Il Dio biblico non porta la falsa pace della neutralità o dell’inerzia, ma «ascolta il gemito» e prende posizione contro i faraoni di sempre. La divisione che porta evoca il coraggio di esporsi e lottare contro il male.
♦ «Perché si uccide anche stando alla finestra» (L. Ciotti), muti davanti al grido dei poveri e di madre terra, mentre soffiano i veleni degli odi, si chiudono approdi, si alzano muri, avanza la corruzione. Non si può restarsene inerti a contemplare lo spettacolo della vita che ci scorre a fianco, senza alzarsi a lottare contro la morte, ogni forma di morte. Altrimenti il male si fa sempre più arrogante e legittimato.
♦ Sono venuto a portare il fuoco, l’alta temperatura morale in cui soltanto avvengono le trasformazioni positive del cuore e della storia. E come vorrei che divampasse! Come quella fiammella che a Pentecoste si è posata sul capo di ogni discepolo e ha sposato una originalità propria, ha illuminato una genialità diversa per ciascuno. Abbiamo bisogno estremo di discepoli geniali, con fuoco.

Un fuoco che non può essere neutrale.
La Evangelii gaudium invita i credenti a essere creativi, nella missione, nella pastorale, nel linguaggio.
Propone instancabilmente non l’omologazione, ma la creatività; invoca non l’obbedienza ma l’originalità dei cristiani.
Fino a suggerire di non temere eventuali conflitti che ne possono seguire (Eg 226), perché senza conflitto non c’è passione.
♦ Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?
Un invito pieno di energia, rivolto alla folla cioè a tutti: non seguite il pensiero dominante, non accodatevi alla maggioranza o ai sondaggi d’opinione.
Giudicate da voi stessi, intelligenti e liberi, svegli e sognatori, andando oltre la buccia delle cose:
♦ «La differenza decisiva non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa» (C.M. Martini).
Tra chi si domanda che cosa c’è di buono o di sbagliato in ciò che accade, e chi non si domanda più niente.
Giudicate da voi… Siate profeti – invito forte e quante volte disatteso! – siate profeti anche scomodi, dice il Signore Gesù, facendo divampare quella goccia di fuoco che lo Spirito ha seminato in ogni vivente.
(Ermes Ronchi in Avvenire.it, 17 agosto 2019).

Nadia Toffa e il fuoco di Gesù.
Gesù dice : «Sono venuto a portare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» Il fuoco e lo zelo per la salvezza del’umanità, fatta di uomini e donne con le loro storie di dolore e di sofferenze.
 Di questo fuoco è rimasta accesa Nadia Toffa, che non si è risparmiata per lottare contro ingiustizie e oppressioni. Una “iena” che azzannava il male e nello stesso tempo una tenera colomba: semplice, gioiosa, libera da ogni compromesso ella arrivava diritto al cuore di chi l’ascoltava.
La malattia (il cancro) ha vinto il suo corpo a 40 anni, ma il suo spirito si è trasfigurato nella luce del suo Signore. Ed ora è nel mondo della luce, anche se il nostro occhio conserverà l’immagine di una semplice bara bianca.

Nadia Toffa e il fuoco di Gesù – Gesù dice : «Sono venuto a portare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» Il fuoco e lo zelo per la salvezza del’umanità, fatta di uomini e donne con le loro storie di dolore e di sofferenze. – Di questo fuoco è rimasta accesa Nadia Toffa, che non si è risparmiata per lottare contro ingiustizie e oppressioni. Una “iena” che azzannava il male e nello stesso tempo una tenera colomba: semplice, gioiosa, libera da ogni compromesso ella arrivava diritto al cuore di chi l’ascoltava. – La malattia (il cancro) ha vinto il suo corpo a 40 anni, ma il suo spirito si è trasfigurato nella luce del suo Signore. Ed ora è nel mondo della luce, anche se il nostro occhio conserverà l’immagine di una semplice bara bianca. – Questa donna lascia un grande insegnamento: come bisogna affrontare la vita sia nei momenti allegri che in quelli difficili. Perciò non si deve temere di avere presente questa donna, forte, coraggiosa, tenace, dolce e di grande professionalità con la quale ha sempre svolto il suo difficile lavoro di giornalista non allineata con abnegazione ed impegno. Ed ha avuto il coraggio di correre fino all’ultimo!

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