Fede e dintorni

Il seme, il terreno, la missione

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il seme, il terreno, la missione.

– L’efficacia della Parola è garantita da Dio. Ma a noi è richiesto di essere terreno buono che accoglie con docilità il seme.
– La parola di Dio dove tocca feconda; ce lo assicura il Signore per bocca del profeta Isaia. Il cristiano lo sa, e crede. Essa è sempre efficace, ma è misteriosa nel suo agire; segue vie che non sono le nostre.
– La sua forza fecondatrice, invisibile e divina, attraversa la storia, guida le coscienze, suscita salutari inquietudini.
– Lo Spirito Santo la mantiene viva e attraente perché nutra di speranza le sofferenze del momento presente fino a quando le incompiute aspirazioni dell’umanità ed il travaglio della stessa creazione riposeranno finalmente in Dio (don Giuliano Saredi, ssp).

Dal Vangelo di questa domenica. Forma breve (Mt 13,1-9):
♦ Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
♦ Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

La Parola è viva e vivificante, ma l’uomo può vanificarla.
♦ L’efficacia della Parola è garantita da Dio; essa è viva e vivificante, ma l’uomo può vanificarla. Infatti, ammonisce il Vangelo, spesso la sapienza mondana rende ottusa la mente e indurisce il cuore, ostacolando la crescita e la fecondità della parola del Regno.
♦ La Parola, l’annunzio del Regno, non deve mancare a nessuno. Perciò il seminatore – Dio e la sua Chiesa – semina dovunque e a piene mani, con fiducia. Carente, invece, può essere la disponibilità ad accoglierla: per disinteresse o superficialità, per incostanza o poca considerazione, falsando la scala delle priorità che deve stare a cuore a ogni credente.
♦ Lasciamo, dunque, che la Parola ci interroghi e ci inquieti; frammenti di silenzio e di ascolto intessano le nostre giornate.

Tre piccole riflessioni (di P. Nicola Fiscante, redentorista).
1. – La medesima acqua, per quantità e qualità, scendendo dalle nuvole ha effetti diversi a seconda di dove cade: terreno fertile, sassoso, con rovi e spine, o su una pietra. Questo per il seme in vista del frutto; altrettanto è della Parola di Dio in noi.
Il raccolto più o meno abbondante dipende dal terreno che riceve il seme e l’acqua, l’impostazione della nostra vita, dal come ci apriamo ai vari messaggi che ci giungono.
Leggendo il Vangelo rileviamo come Gesù e il suo messaggio furono recepiti in modo tanto diverso: incontriamo folle entusiaste, peccatori che si convertono, scribi e farisei che lo rifiutano. Siamo chiamati ad esaminarci che tipo di terreno siamo e quanto ne consegue.

2.- Ciascuno di noi nel corso della sua esistenza può mutarsi nei diversi tipi di terreno, a seconda delle scelte che facciamo, a seconda delle circostanze e situazioni che ci troviamo a vivere.
♦ Periodi difficili di malattia, di economia, di ingiustizie subite… possono spingere a chiuderci a qualunque messaggio, e da qualunque parte venga.
♦ A tal proposito un’attrice, intervistata sulla sua fede, rispose: “Credo a seconda dei giorni…”.
♦ L’apostolo Pietro un giorno proclamò Gesù Figlio di Dio, il solo che ha parole di vita eterna, e poi la notte precedente al Calvario giurò di non conoscerlo.
Avendo presente questo stato di cose, dal punto di vista psicologico e sociologico, saremo più prudenti nella vita di ogni giorno perché non avvenga che, inavvertitamente o sconsideratamente, buttiamo via le perle della, privandoci così di grandi tesori.

3.- Noi non siamo solo i diversi tipi di terreno che ricevono il seme, bensì, a nostra volta, diventiamo noi stessi missione verso gli altri: seme, seminatori e acqua che irrora. Questo succede particolarmente alle persone con gravi compiti di responsabilità, impegnate perché tutto vada meglio in famiglia, nella società e nella Chiesa: potrebbero rimanere tremendamente deluse di fronte agli scarsi risultati del loro lavoro.
♦ Pensiamo ai genitori, ai professori, ai responsabili della cosa pubblica, ai sacerdoti, ai vescovi, al papa; quante notti insonni, quante amarezze!
♦ Guai però a desistere dalla propria missione; sarebbe un tradimento.

Tutto sarà accompagnato dalla preghiera.
“Accresci in noi, o Dio, la disponibilità ad accogliere la tua Parola, che tu continui a seminare nei solchi dell’umanità, perché fruttifichi in opere di giustizia e di pace. Soprattutto in questo tempo di emergenza sanitaria sappiamo portare conforto e speranza a coloro che sono segnati dal lutto, dalla sofferenza e dall’ansia per il futuro. Amen!”

L’efficacia della Parola è garantita da Dio. Ma a noi è richiesto di essere terreno buono che accoglie con docilità il seme. – La parola di Dio dove tocca feconda; ce lo assicura il Signore per bocca del profeta Isaia. Il cristiano lo sa, e crede. La Parola è sempre efficace, ma è misteriosa nel suo agire; segue vie che non sono le nostre. – La Parola, l’annunzio del Regno, non deve mancare a nessuno. Perciò il seminatore – Dio e la sua Chiesa – semina dovunque e a piene mani, con fiducia. – E a nostra volta, noi stessi siamo chiamati a diventare missione verso gli altri: seminiamo il seme della Parola e la irroriamo con l’acqua dei sacramenti e della preghiera. E’ il Signore che farà crescere: perciò bisogna pregarlo perché faccia crescere tutto secondo la sua volontà.

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