Attualità

La bisaccia del pellegrino 53-2013

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana10ott

 

 

29 dicembre 2013– 4 gennaio 2014

1. Vangelo della domenica 29 dicembre = “Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto”.
2. Aspetti della vita =  Festa della Santa Famiglia – La famiglia
risorsa della società.
3. Le Opere di S. Alfonso = Il
presepe e i suoi volti.

4. Vivere la settimana con la liturgia =  30 dicembre 2013 – 4 gennaio
2014.

1. Vangelo della domenica –  (Mt 2,13-15.19-23).
“Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto”.

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

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Contempliamo la Santa Famiglia e, nelle parole del vangelo di questa festività, consideriamo Gesù, Maria e Giuseppe.
Subito dopo l’adorazione dei Magi, Matteo narra nel suo Vangelo la fuga in Egitto, la strage degli innocenti e il ritorno dall’Egitto: tre episodi collegati alla storia della Santa Famiglia e presentati nel Vangelo come altrettanti compimenti di profezie dell’Antico Testamento.
L’angelo del Signore è apparso in sogno a Giuseppe e gli ha detto: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”.
Dio, colui che è il Salvatore, agisce in diversi modi.  Un tempo aveva salvato un altro Giuseppe, sempre in Egitto, facendo sì che sfuggisse ai suoi fratelli, uscisse dalla prigione e avesse, infine, autorità e potere per aiutare i suoi fratelli e l’intera famiglia di Giacobbe, suo padre. Davvero Dio salva in diversi modi. Questa volta salva la Santa Famiglia grazie all’aiuto di un altro “giusto”: san Giuseppe, spinto ad obbedire alle parole dell’angelo proprio dalla sua fiducia nel disegno divino e nel compimento della volontà celeste.
“Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto”, proprio mentre Betlemme e i dintorni stavano per risuonare di pianti e lamenti, provocati dalla strage degli innocenti. Dopo la morte di Erode, sempre obbedendo alle parole dell’angelo, Giuseppe ritorna dall’Egitto, portando con sé Gesù e Maria, per stabilirsi a Nazaret.
La fede in Dio e l’obbedienza alla sua parola possono cambiare il cammino della nostra vita. Così, è per la nostra salvezza che Dio ha salvato la Santa Famiglia..  
(da Chiesa.it).

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Giuseppe prese con sé il Bambino e fuggì in Egitto – La liturgia ci invita a riflettere sulla realtà della famiglia, attingendo alla sapienza di Israele. Il libro del Siracide (I Lettura), richiama delle indicazioni per i rapporti interni alla famiglia, onore e rispetto verso i genitori, riverirli non solo a parole, ma nei fatti, è fonte di benedizione divina. La lettera ai Colossesi (II Lettura), prolunga l’insegnamento sapienziale, elencando i diritti e i doveri che devono caratterizzare i rapporti familiari: agire «come si conviene nel Signore », fare tutto «ciò che è gradito al Signore».
Una famiglia perseguitata quella di Gesù, che non ha il favore delle autorità. Il Signore però prende le difese di questa famiglia, e non permette che l’arroganza e il potere distruggano un sogno grande come quello di Maria e Giuseppe.
Il Vangelo odierno invita le famiglie credenti a vedere in Giuseppe un modello straordinario da imitare, un uomo consapevole delle proprie responsabilità, totalmente distaccato dai propri interessi, che accetta con fede l’invito del Signore a mettersi in cammino, per difendere la vita della sua famiglia e vegliare su di essa. Maria, nel testo dell’evangelista Matteo è chiamata la «madre del bambino». Tutta la sua vita è incentrata su di lui.
(Filippo Rappa ssp, in La Domenica). 

Una preghiera per restare vigili
Signore Gesù ti raccomandiamo in modo speciale le nostre famiglie: perché conservino la loro fiducia in Dio e la comunione con te nella preghiera e nel riferimento alla tua Parola. Tu hai voluto nascere e vivere nel contesto di una famiglia umana, concedi che le nostre famiglie, sull’esempio della tua, siano unite e in pace, disponibili e accoglienti verso gli altri.

 2. Aspetti della vita
Festa della Santa Famiglia
– La famiglia risorsa della società.
La famiglia è speranza e futuro per la società italiana, risorsa di ogni società e patrimonio dell’umanità. – Su: “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana” si è riflettuto ampiamente alla 47ma edizione della Settimana sociale dei cattolici italiani tenutasi a Torino dal 12 al 15 settembre scorso. La prima dopo la beatificazione (Roma, 29 aprile 2012) dell’economista e sociologo Giuseppe Toniolo (1845-1918), che fu il fondatore delle Settimane sociali italiane iniziate nel 1907. La famiglia è “risorsa centrale” di ogni società, come sottolineato da Monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia il 16 aprile scorso, in occasione della presentazione del progetto sul Centro internazionale famiglia di Nazareth (Avvenire, Salvatore Mazza, 17 aprile 2013).
La famiglia è anche «patrimonio dell’umanità, tesoro quanto mai prezioso dei nostri popoli», scrive nel testo “La famiglia alla luce del Documento de Aparecida” l’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio.
Importante tuttavia è anche la testimonianza di una fede vissuta «nella quotidianità dei rapporti di famiglia, di lavoro e di amicizia», come viene evidenziato da Papa Francesco nell’omelia del 14 aprile scorso durante la sua prima Messa nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. (Lucia Giallorenzo in “La Domenica).

3. Le Opere di S. Alfonso – Il presepe e i suoi volti.
Nel volto dei poveri la strada di Dio.
Nel ‘700, periodo in cui visse sant’Alfonso, il presepe napoletano visse la sua stagione d’oro: fu uno squarcio autentico della Napoli del tempo. I volti, le attività, i costumi sono quelli dell’epoca, espressione di una capitale affollata e variopinta. Soprattutto gli storpi, i poveri e i diseredati rappresentati dai maestri presepisti, erano ripresi in diretta dalle strade, e sono i volti che Alfonso de Liguori incontrava quotidianamente. Alfonso da prete «per lo più operava- come riferisce il Tannoia – ove vi era la feccia del popolo napoletano; anzi godeva vedersi circondato dalla gente più vile, come sono i lazzari, così detti, e da altri di infimo mestiere. Questa gente più che ogni altra aveva Alfonso a cuore». Con questa gente Alfonso si fermava a chiacchierare, li ascoltava, li istruiva. Essi avevano una gran fame della Parola di Dio e volevano essere confessati da lui, che sapeva ascoltarli e consolarli.
Le prospettive e il calore con cui sant’Alfonso vive e invita a vivere il Natale risentono certamente del clima spirituale e della pietà popolare del Settecento napoletano. Basta ricordare la maniera con la quale, ancora oggi, il presepe napoletano si impegna a collocare la scena della natività nel contesto della vita quotidiana inserendo anche statuine che riproducono personaggi contemporanei. Sant’Alfonso, però, pur rispettandone i tratti di spontaneità e di coinvolgimento anche emotivo, si impegna in un lavoro di approfondimento e di chiarificazione, come fa per tutte le dimensioni della pietà popolare.
P. Sabatino Majorano.

4. Vivere la settimana con la liturgia = Ottava di Natale
(30-31 dicembre) Liturgia delle Ore: Propria

30 dicembre lunedì – Colore liturgico bianco

  •  Gloria nei cieli e gioia sulla terra. La venuta di Gesù avviene senza clamore. La sua presenza nel silenzio è stata percepita, tuttavia, da quanti «aspettavano la redenzione»: a Betlemme, i pastori; a Gerusalemme, il giusto e pio Simeone con l’anziana vedova Anna. Questo è lo stile di Dio.
  • 1Gv 2,12-17; Sal 95,7-10; Lc 2,36-40.
  • San Felice I; San Giocondo.

31 dicembre martedì – Colore liturgico bianco

  • Gloria nei cieli e gioia sulla terra. Il Verbo eterno, che si è già manifestato nella creazione, ha ora un volto perché si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Alla testimonianza del Battista, l’evangelista aggiunge la sua; tocca a noi unire la nostra.
  • 1Gv 2,18-21; Sal 95,1-2.11-13; Gv 1,1-18.
  • San Silvestro I; Santa Caterina Labouré.

Gennaio 2014

1 gennaio mercoledì – Maria SS.ma, Madre di Dio
– Giornata della Pace.
Vangelo del giorno (Lc 2,16-21)
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

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Il primo giorno dell’anno la liturgia della Chiesa lo dedica alla Madre del Bambino che il mondo ha festeggiato in questi giorni: il Figlio di Dio.
Maria è definita madre di Dio, “theotokos”, Madre di Dio. Questo appellativo è particolarmente caro ai cristiani dell’Est, ai nostri fratelli del mondo ortodosso, ed è profondamente radicato nella loro teologia, ripetuto spesso nelle loro belle liturgie, specialmente nella liturgia bizantina, che è stata considerata la “più perfetta” proprio per via delle sue preghiere ufficiali dedicate al culto di Maria.
Cominciamo l’anno nel segno di questo grande mistero. Cerchiamo di approfondire la nostra devozione a Maria, Madre di Dio e nostra, eliminandone, però, ogni traccia di sentimentalismo spicciolo.

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2 gennaio (giovedì) – Colore liturgico – Bianco.

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore. – Come Giovanni Battista anche i cristiani di oggi sono chiamati a essere annunciatori della Parola di Gesù con il proprio esempio.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi = 1Gv 2,22-28; Sal 97,1-4; Gv 1,19-28.
  • – Santi di oggi = Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, vescovi e dottori della Chiesa.

3 gennaio (venerdì) – Colore liturgico – Bianco – Primo Venerdì.

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore. – Ogni testimonianza di fede, come quella del Battista, non è fine a se stessa, ma ha come scopo far nascere la fede in Cristo Gesù..
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi = 1 Giovanni 2,3-11; Salmo 95,1-35b-6; Luca 2,22-35.
  • – Santi di oggi = Santissimo Nome di Gesù; San Fiorenzo; Santa Genoveffa.

4 gennaio (sabato)  – Colore liturgico – Bianco.

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Gloria nei cieli e gioia sulla terra. Oppure: Lode, a te, Signore, re di eterna gloria. –  Il Signore Gesù con il dono del Battesimo continua anche oggi a chiamare uomini e donne perché lo seguano.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi = 1Gv 3,7-10; Sal 97,1.7-9; Gv 1,35-42.
  • – Santi di oggi = Beata Angela da Foligno; Santa Elisabetta A. Seton.
Papa Francesco proclamato “Persona dell’Anno 2013” ha un desiderio struggente nel cuore che non manca di comunicare con ogni mezzo: la pace. Pace per tutti, specialmente in quelle zone del mondo dove a soffrire la mancanza di pace sono i più poveri e indifesi. Crescerà la pace nel nuovo anno che sta per aprirsi?
Papa Francesco proclamato “Persona dell’Anno 2013” ha un desiderio struggente nel cuore che non manca di comunicare con ogni mezzo: la pace. Pace per tutti, specialmente in quelle zone del mondo dove a soffrire la mancanza di pace sono i più poveri e indifesi. Crescerà la pace nel nuovo anno che sta per aprirsi?

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