Fede e dintorni

Quanto non possiamo fare niente

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Quando non possiamo fare niente.

– “Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle” (Vangelo di Matteo 5,42).
– Quante volte richiesti di qualcosa da qualcuno che ci ferma per strada, restiamo imbarazzati e rispondiamo: “Mi dispiace: non posso far niente per lei”.  Oppure quante volte ce lo sentiamo dire noi da altri. – Dette con sincerità, si avverte subito se c’è solo formalità in questa parole.
– Quando non possiamo fare niente, c’è sempre qualcosa che possiamo fare: un sorriso, un atto di gentilezza, un sincero sguardo negli occhi per dire a chi ci sta interpellando che ci dispiace non poter far niente per lui.
– E chi ci ha chiesto aiuto, se non è uno scroccone di professione, saprà rispondere con altrettanta semplicità e verità: “Grazie lo stesso!” E ci si lascia in pace. Ma quando si tratta dello scroccone di turno, allora si deve augurargli… tutto il bene possibile.

La richiesta del mendicante.
Era il primo giorno dell’anno.
♦  Un signore passeggiava spensierato per strada, quando un pover’uomo gli tese la mano.
Le sue condizioni fisiche erano ben misere: magro, lacero, privo di tutto.
♦  L’uomo cercò soldi nelle sue tasche, ma non ne trovò. Era uscito a fare una passeggiata per annusare gli odori del mattino, perciò non aveva portato nulla.
La mano emaciata del mendicante rimase lì, tesa.
Confuso, l’uomo istintivamente strinse quella mano con affetto e gli augurò un felice anno nuovo, dicendo: – Scusa, fratello mio, in questo momento non ho niente.
♦ Il mendicante sorrise, mostrando i resti di un dente:
– Sono contento comunque. Questa stretta di mano vale più dell’elemosina. È un regalo che ho ricevuto.

E quell’uomo sentì anche lui di aver ricevuto un regalo dal povero vecchio, quel primo giorno dell’anno.

Quando a qualcuno facciamo un favore o un servizio, facciamolo con amore e con volto allegro.
“Sconta i tuoi peccati con l’elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità». ”(Dan 4.24).

(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).

In certe occasioni, quando non possiamo fare niente, c’è sempre qualcosa che possiamo fare: un sorriso, un atto di gentilezza, un sincero sguardo negli occhi per dire a chi ci sta interpellando che ci dispiace non poter far niente per lui. – E chi ci ha chiesto aiuto, se non è uno scroccone di professione, saprà rispondere con altrettanta semplicità e verità: “Grazie lo stesso!” E ci si lascia in pace. Ma… quando di mezzo c’è lo scroccone di turno, allora si deve augurargli tutto il bene possibile.

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