Fede e dintorni

Beatificato un missionario vissuto in mezzo alle guerre

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Beatificato un missionario vissuto in mezzo alle guerre.

– Il 16 luglio scorso a Ellwangen, in Germania, è avvenuta la beatificazione del gesuita Giovanni Filippo Jeningen (1642-1704).
– Voleva partire per l’Estremo Oriente per annunciare il Vangelo sull’esempio di san Francesco Saverio, ma realizzò la sua vocazione nella sua terra natale, al servizio dei suoi concittadini flagellati da continue guerre e violenze.
– Infatti quando nacque Giovanni Filippo Jeningen, la guerra dei Trent’anni era nella fase finale e, quando morì, scoppiò la guerra di successione spagnola (1701-1714).
– In entrambi i conflitti, le battaglie decisive furono combattute non lontano da Ellwangen, la località tedesca dove il gesuita svolse la sua lunga attività di missionario. – Sabato mattina, 16 luglio, il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Luxembourg e presidente della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea (Comece), lo lo ha beatificato — in rappresentanza di Papa Francesco — nella piazza antistante la basilica di San Vito, a Ellwangen.

Breve biografia.
♦ Giovanni Filippo Jeningen nacque il 5 gennaio 1642 a Eichstätt (Baviera, Germania). Nel 1663 entrò nella Compagnia di Gesù, a Landsberg. L’11 giugno 1672 venne ordinato presbitero e, il 2 febbraio 1677, emise i voti solenni.
♦ Nel 1680 fu inviato ad Ellwangen, nel Ducato di Württemberg, dove gli venne affidato l’incarico di reggere una piccola cappella dedicata alla Madre di Dio, posta sul colle di Schönenberg. Con il notevole aumento dei pellegrini, gli fu permesso di edificare una chiesa che incorporasse al suo interno la cappella della Madre di Dio.
♦ Tale tempio, che rappresenta un gioiello del Barocco, fu costruito per l’impegno e i sacrifici del nuovo Beato e divenne un popolare Santuario Mariano, meta di sempre più numerosi pellegrinaggi.

Pur desiderando partire per le Missioni, spinto anche dall’esempio di San Francesco Saverio, egli svolse il ministero nelle zone rurali delle regioni intorno a Ellwangen e in quattro Diocesi: Augsburg, Konstanz, Eichstätt e Würzburg. Per lo stile della sua predicazione, raggiunse persone di ogni classe sociale.
Morì a Ellwangen (Germania) 1’8 febbraio del 1704.

Missionario instancabile.
♦ Anche se diversa da quella odierna, la sua epoca è stata segnata dalle profonde ferite della guerra e della violenza. Infatti, quando nacque, la guerra dei Trent’anni era nella fase finale, e quando morì, la guerra di successione spagnola (1701-1714) era appena iniziata.
♦ In entrambe le guerre, battaglie decisive furono combattute non lontano da Ellwangen.
La sua beatificazione dà un segnale importante:  attraverso le persone che dedicano la loro vita al Vangelo con tutte le loro forze, la speranza e la fiducia entrano nel mondo.
Molti giovani pellegrini sulle orme di P. Jeningen continuano ancora oggi a percorrere il cammino fra Eichstätt ed Ellwangen.
Possa il ora il nuovo beato imprimere in loro la perseveranza, il coraggio, la fiducia in Dio, la trasparenza, la pazienza, la benevolenza verso gli altri e la capacità di sopportare le avversità che aveva questo missionario tedesco.

L’impegno missionario e stile di vita
♦ L’impegno missionario costituì il vero nucleo della vita beato Jeningen. I cattolici che vivevano nelle aree protestanti vicine a Ellwangen non avevano un proprio pastore. Anche le zone con una presenza di cattolici più marcata avevano bisogno di sostegno.
 L’assistenza ai malati, l’amministrazione dei sacramenti, la confessione e la catechesi furono i punti focali del suo lavoro missionario in quella che allora era la regione di confine tra le diocesi di Augusta, Würzburg, Costanza ed Eichstätt.
Il suo stile di vita ascetico, che comprendeva rigorosi digiuni e penitenze fisiche, indebolì sempre più la sua già fragile salute. Pochi giorni prima della sua morte, avvenuta l’8 febbraio 1704, iniziò i suoi ultimi esercizi spirituali, un’esperienza che lo aveva accompagnato per tutta la sua esistenza religiosa.

Eredità spirituale.
L’opera del Beato lasciò una traccia duratura nella comunità di Ellwangen e nei suoi dintorni.
Il suo rapporto con Dio e con le persone fu sempre caratterizzato da una devozione viva e sentita.
Subito dopo la sua morte iniziò la sua venerazione, che sopravvisse anche alla soppressione della Compagnia a Ellwangen, nel 1773.
Oggi, ogni estate, soprattutto i giovani compiono un pellegrinaggio di cinque giorni da Eichstätt a Ellwangen, denominato Action Spurensuche e basato sulla spiritualità di Ignazio di Loyola riflessa nella vita del nuovo Beato Giovanni Filippo Jeningen.

(fonte: cf. vaticannews.it e  sito web dei gesuiti).

Il Beato Giovanni Filippo Jeningen (1642-1704) voleva partire per l’Estremo Oriente per annunciare il Vangelo sull’esempio di san Francesco Saverio, ma dovette realizzare la sua vocazione nella sua terra natale, al servizio dei suoi concittadini flagellati da continue guerre e violenze. -Il suo rapporto con Dio e con le persone fu sempre caratterizzato da una devozione viva e sentita. – Oggi, ogni estate, soprattutto i giovani compiono un pellegrinaggio di cinque giorni in quelle zone martoriate dalle guerre, per respirare ancora la sua spiritualità ignaziana.

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