Fede e dintorni

Da architetta a monaca

La storia e la scelta di Maria Chiara sono di quelle che sorprendono: da architetta a monaca nel Monastero di Valserena. – Prima del lockdown la religiosa ha fatto la professione solenne nelle trappiste del monastero cistercense di Valserena nella diocesi di Volterra. – Laureata al Politecnico di Milano era giunta nel convento per un progetto di lavoro. E da allora ha iniziato un cammino che, nel tempo, l’ha portata a verificare meglio, vivendo un tempo di esperienza dentro la clausura. Confida Maria Chiara: “La vera decisione non è stata quella di diventare suora, ma di dare fiducia a Dio, che offriva al mio cuore una modalità più profonda di amare. Dio mi stava indicando la verginità come possibilità di abbracciare tutto e tutti».

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Un sacerdote per amico

Dallo sperduto villaggio di Ars il sacerdote Giovanni Maria Vianney, il santo Curato d’Ars, ha movimentato la religiosità dei cattolici del suo tempo come ai nostri giorni ha fatto San Pio da Pietrelcina. – Era umilissimo, ma consapevole, in quanto prete, d’essere un dono immenso per la sua gente». – Da Papa Pio XI, nel 1929,  fu proposto «celeste patrono di tutti i parroci dell’universo» e da Benedetto XVI, nell’Anno sacerdotale 2009 «di tutti i sacerdoti del mondo». Noi lo invochiamo quale nostro amico!

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Il perdono di Assisi nell’anno del coronavirus

L’emergenza del Covid-19 non ha fermato la solennità dell’Indulgenza della Porziuncola (noto come il Perdono di Assisi) che si è svolta sabato e domenica scorsa nella Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Da mezzogiorno del giorno 1 fino alla mezzanotte del giorno 2 agosto tutti i fedeli e pellegrini accorsi hanno potuto ottenere la misericordia ottenuta nel 1216 dal Poverello di Assisi nella piccola chiesa assisana. – Quest’anno Il perdono di Assisi ha camminato anche via web. Interessante è stato l’itinerario proposto ai giovani. – Il perdono di Assisi è un’indulgenza plenaria che può essere ottenuta in tutte le chiese parrocchiali e francescane dal mezzogiorno del 1º agosto alla mezzanotte del 2 agosto. – Alla Porziuncola, in Assisi, è concesso tutto l’anno.

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Date voi stessi da mangiare

La nostra società è da tempo diventata società di consumo ed anche di spreco. Il cuore inorridisce dianzi al tanto cibo “buttato” e sprecato, mentre c’è chi muore di fame. Il pane (il cibo) non si butta, né si nega. “Se un povero chiede pane, non si può far finta di non sentire”. Il pane è ormai diventato simbolo dei diritti dell’uomo. Gesù, pieno di compassione, guarisce i malati e dona gratuitamente pane abbondante alla folla che ha fame. – Il suo pane sazierà la nostra fame e sete di eternità. La gratuità di donare salverà il nostro mondo.

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Sant’Alfonso e lo schiavo che si convertì

Sant’ Alfonso Maria de Liguori, Vescovo e dottore della Chiesa, Fondatore dei Redentoristi (1696-1787). S. Alfonso, il Dottore zelante, rifulse per la sua premura per le anime, i suoi scritti, la sua parola e il suo esempio. mentre era avvocato, in famiglia, aveva uno “schiavo” personale, Abdallah, che chiese spontaneamente di essere battezzato confidando: “Mi son mosso dall’esempio del mio Padrone, non potendo essere falsa questa Religione, in dove il mio Padrone vive con tanta onestà, e divozione, e con tanta umanità verso di me”. Ricevuto il battesimo, morì a 18 anni.

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Mohamed Mashali, amico dell’umanità

In Egitto era conosciuto come il “dottore dei poveri” e ora nella città di Tanta, nel Delta del Nilo, c’è una strada con il suo nome. Nel mondo musulmano e non solo c’è grande cordoglio per la scomparsa a 76 anni di Mohamed Mashali: per mezzo secolo nella sua clinica ha offerto visite a prezzi popolari o addirittura gratis a centinaia di migliaia di persone senza mezzi. Mashali, informa il sito ahramonline.org, è morto di “collasso cardiocircolatorio”. Laureato all’Università del Cairo nel 1967, Mashali ha lavorato in molti centri medici rurali e nel 1975 ha aperto una sua clinica a Tanta, diventata la clinica della speranza. Per quasi mezzo secolo è andato avanti a lavorare dieci ore al giorno, senza macchina né telefono cellulare, in stato di semi-povertà, spostandosi a piedi tra la casa e la clinica.Un amico dell’umanità.

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La fede che vince la malattia

Nella nostra società il mondo degli anziani rischia continuamente di diventare un mondo di “abbandonati”. E’ vero che i servizi non mancano e che non manca la fantasia di inventarne dei nuovi (animazione di gruppo, giochi, perfino balli…). Ma il mondo dei servizi può collassare quando arriva la malattia o un evento tragico qual’è stato il coronavirus. Dinanzi alla malattia (e alla pandemia) gli anziani forse sono diventati soggetti anonimi segnati da un numero. – Succede invece che se si dà vero valore a una persona anziana, si contribuisce anche alla sua salute.

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I buoni princìpi guidano la nostra vita

Una buona testimonianza fa sempre bene. Soprattutto quando si incontrano persone che, per darsi delle arie, cominciano a parlare male degli altri in maniera gratuita, mettendo così a vista il proprio modo di vedere le cose e di giudicare gli altri. C’è sempre chi sa parlare di più e vuole colpire l’attenzione dell’altro sbandierando le proprie millanterie. E per pura educazione chi ascolta, a volte, fa un sorriso di approvazione, per far finire una conversazione non gradita. Ma si può trovare anche chi reagisce e con una buona testimonianza invita l’interlocutore a rientrare nella buona norma.

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Alla ricerca della mamma meravigliosa

La mamma è tutto per suo figlio. Chi non ha sentito il dolce fascino di colei che ci ha cresciuto, educato e avviato nella vita? Eppure capita di incontrare chi non è contento dei propri genitori ed anche della propria mamma, o perché non sono ricchi o perché non sono al passo con i tempi. Purtroppo ci sono stati bambini che si sono vergognati della loro mamma; ma il suo amore ha saputo riscattarli: la mamma è sempre la mamma.

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Essere adottato nella preghiera

Il domenicano P. Jacques Loew ha confidato: “Ci sono voluti vent’anni perché io conoscessi la ragione della mia conversione e quindi del mio sacerdozio. Qualcuno ha pregato per me. E fu la preghiera di una suora, che io neppure conoscevo, ad ottenere che anche io arrivassi alla luce della fede e poi al sacerdozio”.

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Il tesoro nascosto_2020

“Ha sete di te, Signore, l’anima mia” (Salmo 62) – Mentre ci preoccupiamo per la preziosa risorsa di “sorella acqua”, perché non manchi a nessuno; fa’, o Signore, che possiamo avere sempre sete di te. E tu estingui la nostra sete. – Tra i beni materiali l’acqua è il tesoro più prezioso che l’uomo può e deve cercare per condividerla con tutti. – La paura di restare senza acqua induce molte amministrazioni civiche su come affrontare una emergenza che sta sempre alle porte e su come gestire il bene prezioso e fondamenta dell’acqua. – La sete di acqua diventa segno di sete di Dio, intesa anche come sete di rispetto del creato e dei doni di Dio per il bene comune.

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Santa Brigida, messaggera di salvezza

Ieri, 23 luglio, si è celebrata la festa di Santa Brigida, una santa amata dal popolo che ripete le sue preghiere, ma rimane sconosciuta ai molti che si fermano alla conoscenza dei suoi dati essenziali come quelli riportati dal martirologio romano: “Santa Brigida, religiosa, che, data in nozze al legislatore Ulfo in Svezia, educò nella pietà cristiana i suoi otto figli, esortando lo stesso coniuge con la parola e con l’esempio a una profonda vita di fede. Alla morte del marito, compì numerosi pellegrinaggi ai luoghi santi e, dopo aver lasciato degli scritti sul rinnovamento mistico della Chiesa dal capo fino alle sue membra e aver fondato l’Ordine del Santissimo Salvatore, a Roma passò al cielo”. – Messaggera di salvezza ancora oggi Santa Brigida di Svezia è compatrona d’Europa e può riscaldare il nostro cuore.

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Eroi o santi per l’umanità

Ritorna prepotentemente all’attenzione di tutti la figura di “Chico Mendez, difensore dell’Amazzonia”, la cui storia viene ora proposta anche ai puù giovani. “A pieni polmoni” in un libro di Davide Moronisotto (Einaudi Ragazzi, 2020). E degno di apprezzamento è il fatto che c’è una collana di “eroi” o “santi” che hanno amato e difeso l’umanità ferita. Storie di eroismo, di sacrificio, che mirano a ridestare nell’uomo quelle energie buone da impegnare per gli altri. Soprattutto i ragazzi hanno bisogno di sognare in grane e di sognare “giusto”, perché presto verranno a scontrarsi con le mille situazioni avverse della vita. E se dentro di loro non c’è una fede, o un sogno grande, presto si appiattiranno anche loro.

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Con Gesù in famiglia tutto va meglio

Non bisogna aver paura dei problemi che scaturiscono dal vivere insieme in famiglia. Tutti noi che siamo nati alla vita siamo coscienti che ciò è stato possibile perché i nostri genitori hanno dimostrato amore e sacrificio per noi. Oggi non si pensa più che è proprio l’unità dei membri della famiglia a garantire il superamento delle problematicità della vita: meno egoismo e più comunione. E Gesù è dentro la nostra casa.

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La storia del giovane tordo e dei lombrichi

La piccola storia di oggi ci porta a fare una considerazione sui giovani che hanno desiderio di vivere la loro vita in autonomia, senza legami dichiarati o creati al momento.
– Nella loro ingenua libertà, essi sono continuamente esposti alle tentazioni della vita e alle catene pronte a ridurli in stato di schiavitù, le nuove schiavitù.- I giovani hanno bisogno di sperimentare che nella vita si va avanti con sacrificio, seguendo la via stretta dell’impegno e della condivisione della propria vita con chi sta nel bisogno. Così ritroveranno una vita ricca di umanità e di infinito.

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In Bolivia il coronavirus si porta via il vescovo Scarpellini

Mercoledì 15 luglio, a causa delle conseguenze del Covid-19, questo vescovo missionario a 66 anni, originario della diocesi di Bergamo, è tornato alla casa del Padre. Vescovo della diocesi di El Alto in Bolivia, era ricoverato nell’ospedale Sacro Cuore in El Alto per curare i postumi del virus e stava recuperando la salute. Improvvisamente l’arresto cardiaco. Con la morte di monsignor Eugenio Scarpellini la Bolivia perde un pastore appassionato. Era un uomo vicino ai poveri, agli ultimi; il suo cuore batteva per la vita, la democrazia, la giustizia e la pace».

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Offrire la vita per gli abbandonati

L’austriaco Hermann Gmeiner (1919– 1986), noto per essere stato un filantropo ideatore e fondatore dei Villaggi dei Bambini SOS, decise di dedicare la sua vita ai piccoli abbandonati, senza famiglia, dopo che fu salvato da un gruppo di ragazzi coraggiosi mentre con altri partigiani stava per essere fucilato dai tedeschi.

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El santo de las Pampas

El santo de las Pampas, un eroe per le Pampas. è la straordinaria storia di Francesco Bibolini, un sacerdote italiano, apostolo della pace fra i popoli indigeni dell’Argentina. Accanto alle tante iniziative benefiche intraprese per gli indigeni, don Francesco resta famoso nella memoria della gente e sui testi di storia per un atto eroico che salvò l’intero villaggio chiamato “25 de Mayo” dalle incursioni e dalla distruzione ad opera dei guerrieri indios. Oggi il missionario è ricordato nei testi di storia e da alcuni monumenti eretti in suo onore.