Fede e dintorni

Il perdono che ridà la dignità

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il perdono che ridà la dignità.

– Oggi terza domenica di Pasqua.
– La fede della Chiesa nella Risurrezione si fonda sulle ripetute apparizioni del Signore; in esse si rivela l’infinito desiderio di Dio di offrire a tutti il suo perdono e la pace. Il primo a farne esperienza è Pietro.
– I discepoli non incontrano un Cristo con un corpo glorioso, ma un Cristo che li raggiunge mentre pescano, che si ferma a mangiare con loro, che chiede a Pietro se lo ama.
– Come i discepoli, lasciamoci anche noi coinvolgere dalla vicinanza di Gesù, che a noi oggi offre in cibo il suo corpo e il suo sangue: ci invita a saziarci di lui, del suo amore.
– Oggi ricorre la 98a Giornata per l’Università Cattolica e la 26a Giornata dei Bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e della indifferenza contro la pedofilia.

Dal Vangelo di questa domenica (Gv 21,1-19).
♦ In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.
♦ Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
♦ Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.
Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete».
♦ La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare.
♦ Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
♦ Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò.
Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.
♦ Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quando ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio.
E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Il perdono che ridà la dignità
♦ È l’alba quando il Risorto si manifesta ai discepoli, impegnati nella pesca sul mare di Tiberìade.
Sono in sette: cinque di essi ci sono noti, altri due sono sconosciuti. Sono delusi, la loro fatica è stata vana.
♦ Com’è possibile? Hanno lavorato tutta la notte, sono pescatori esperti, non certo degli sprovveduti, eppure non hanno pescato nulla! Essi sono tornati alla loro antica attività; i giorni trascorsi con Gesù sono un ricordo. Il Maestro li aveva istituiti «pescatori di uomini» e li aveva chiamati proprio nel luogo del loro lavoro, all’inizio del suo ministero.
♦ Ora sono tristi e delusi, soprattutto Pietro che «ha pianto amaramente» per aver rinnegato il Signore. Ma ecco il Risorto che irrompe, lì, nello stesso luogo del primo amore.
Accade sempre così: l’incontro con il Signore avviene lì dove viviamo e lavoriamo. Egli assume le nostre vite, le apprezza, non disdegna la nostra fatica e il nostro sudore, ama intrattenersi con noi, ama perdonare!
Nella triplice domanda che rivolge a Pietro c’è un abisso di amore che restaura tra lui e l’apostolo un legame più forte di sempre. Pietro, “perdonato” potrà, di lì a poco, essere testimone coraggioso del Risorto davanti al sinedrio. (don Michele G. D’Agostino,ssp).

Di fronte alla debolezza di Pietro, soggetto ad alti e bassi, come un po’ tutti noi poveri mortali, si erge maestosa e commovente la fedeltà di Gesù all’uomo che aveva scelto.
A tutti noi quel dialogo umano fra Gesù e Pietro dice anche qualcosa di estremamente consolante. Ci dice cioè che, se erriamo, Gesù, una volta perdonati, non ricorda il nostro sbaglio e vede in noi solo quello splendido disegno per il quale Dio ci ha creato.
Questa è la misericordia di Dio! Pietro, forgiato dalle umiliazioni della tristissima prova fallita, si abbandona totalmente a Gesù.
Come lui, anche noi esaminiamo il nostro cuore, per potergli dire e ripetere spesso: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo” (Gv 21,16).

Sempre dalla parte dei più piccoli: gli amati dal Signore.
(26a Giornata dei Bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e della indifferenza contro la pedofilia).
E’ una domenica che suona il campanello di allarme su un tema delicato e vergognoso per gli adulti: la violenza e gli abusi sui minori.
♦ «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali!
♦ È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!» (Matteo 18,6-7).
Quante volte questo duro ammonimento di Gesù lo abbiamo sentito proclamare e letto per trovare una via di “condanna” nei confronti di chi scandalizza i piccoli, i prediletti del Signore. E per cercare una via giusta e buona per la conversione dei perpetratori di abusi.

I bambini sono molto amati da Gesù al pari dei poveri, dei lontani e dei nemici. L’amore sovrasta tutto, ma non un amore tossico, malato, schiavizzante, violento e manipolatore.
Abusare dei bambini, dei vulnerabili non è amore, è peccato grave e reato.
Sembrerebbe tutto scontato, evidente e accettato da tutti questo modus operandi, nella carità e nella giustizia, per tutelare i bambini.
Ma non è così. Il dramma dell’abuso è sotto i nostri occhi e spesso viene “negato” nonostante l’evidenza. Il Signore ci liberi da questa cecità e susciti con audacia e vigore, persone a servizio dei piccoli, nostri prediletti.
(don Fortunato Di Noto, Meter onlus).

Per la preghiera.
♦ Dio misericordioso, tu ci allieti con una rinnovata giovinezza dello spirito, e con la ritrovata dignità filiale. Grazie del tuo perdono!
♦ O Padre, accresci in noi la luce della fede perché riconosciamo la presenza del Signore risorto che continua a manifestarsi ai nella nostra vita.
♦ Padre di immenso amore, accogli la nostra umile preghiera perché nasca una umanità nuova, pacificata e riconciliata.
♦ Signore Gesù, guarda quanti sono stati privati del diritto al lavoro e per le loro famiglie:fa’ che non si scoraggino per il male loro arrecato e trovino persone di buona volontà che li aiutino ad affrontare le difficoltà presenti.
♦ Spirito Santo, illumina l’Università Cattolica del Sacro Cuore, perché docenti e studenti, alla luce del messaggio e dei principi morali cristiani, sappiano impegnarsi ad affrontare e risolvere i problemi della società e della cultura.
♦ SS. Trnità, in questa domenica ti affidiamo con particolare amore i minori abusati: fa che i piccoli, i deboli e i vulnerabili siano amati e protetti dalla Chiesa e dalla società con la stessa predilezione trinitaria ed ogni realtà sociale, religiosa ed ecclesiale sia guarita dalle seduzioni, dagli scandali e dagli abusi che corrompono tante giovani vite.

Chiediamo la benedizione.
Dio, che nella risurrezione del suo Figlio unigenito ci hai donato la grazia della redenzione e hai fatto di noi i tuoi figli, donaci la gioia della tua benedizione. Amen.

Il tempo pasquale è propizio per sperimentare la forza della risurrezione nella nostra vita, come persone e come chiesa. – Il Cristo risorto è presente nella sua Chiesa e la invita continuamente a risorgere. Specialmente nell’Eucaristia tutti possiamo incontrare il Risorto e prendere da Lui la forza di risorgere dai nostri peccati. – In particolare, nell’impegnarci a favore dei più bisognosi attraverso le relative associazioni. – Sulla “guarigione” dagli abusi sessuali sui minori è urgente e necessaria la convergenza di riflessioni, preghiere e ferme decisioni da parte di tutto il popolo cristiano con un livello di attenzione che non deve sopportare più intollerabili flessioni e debolezze.

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