Fede e dintorni

Presepi in Vaticano 2021

Dal 5 dicembre sono tornati i 100 presepi in Vaticano. Sotto il Colonnato di San Pietro si sono riaccese le luci sulle rappresentazioni della Natività, che provengono da tutto il mondo e sono realizzate con diversi materiali. – Le scene della natività sono state realizzate da fedeli e artigiani di ogni parte del mondo. La mostra, promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022 – – Il presepe che sarà situato in Piazza San Pietro con statue a grandezza naturale arriva dal Perù, mentre l’albero di Natale, un abete rosso di 28 metri, viene da Andalo, in Trentino. La cerimonia di inaugurazione domani 10 dicembre.

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Solennità dell’Immacolata 2021

La solennità dell’Immacolata anche quest’anno 2021 avviene nei limiti imposti dalle autorità civili e religiose per la persistenza del contagio del coronavirus nelle sue varianti. Papa Francesco, di ritorno dal viaggio apostolico in Cipro e in Grecia, ha notificato per tempo che anche quest’anno non sarà presente all’annuale celebrazione in piazza di Spagna in onore dell’Immacolata per evitare possibili assembramenti: ma farà un atto di devozione personale. – Il contagio del virus Covid-19, oltre a farci soffrire, è in grado di illuminarci sul mistero della Immacolata: ella è stata completamente libera dal “virus del peccato originale”: perciò è la tutta bella”, la “tutta santa”. – Noi cristiani, guardando all’Immacolata, sentiamo che il compimento della nostra vita sta nel riconoscerci benedetti da Dio, da lui scelti per essere santi e immacolati alla sua presenza. – Il serpente tentatore ci lascia soli davanti a noi stessi e al nostro fallimento. Maria ci fa stare davanti a Dio. Lì c’è tutta la nostra gioia.

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Il bambino nascosto

L’anno di San Giuseppe (che sta per chiudersi) ha visto la pubblicazione di un film sulla “paternità mancata” e trovata in circostanze drammatiche. – Infatti il tema di una paternità mancata, e inaspettatamente “trovata” in circostanze ultra-drammatiche. Il protagonista risponde con creatività alla situazione.- Papa Francesco nella Lettera Apostolica “Patris corde” ha sottolineato la paternità (legale) che San Giuseppe ha attuato con grande creatività, soprattutto nel portare in salvo la vita del Bambino Gesù e della mamma Maria minacciata dalla persecuzione di Erode.

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San Giuseppe e l’Opera di vestire i nudi

Il prossimo 8 dicembre si chiude l’Anno di San Giuseppe aperto da Papa Francesco l’8 dicembre 2020 con la Lettera apostolica Patris corde. – Quante iniziative sono nate in questo anno di grazia e quante istituzioni dedicate al Santo si sono riprese da un sonno pigro e persistente. – Anche l’Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di vestire i nudi di Napoli ha vissuto momenti di ripresa spirituale. – L’Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di vestire i nudi tuttora, secondo le proprie possibilità di bilancio, contribuisce ad alleviare sofferenze e disagi, penurie e solitudini in Napoli e altrove; e si adopera anche per la promozione di manifestazioni artistiche, culturali e ambientali a Napoli. – Tra le reliquie conservate nella bella chiesa è conservata, sin dal 1795, la reliquia del Bastone fiorito di san Giuseppe, oggetto del culto popolare napoletano ornato di graziosi detti e proverbi.

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Giovanni Battista il Precursore

Nonostante che la pandemia del Covid non vuole abbandonarci e nonostante i tentativi di omologare il Natale e i suoi contenuti a “festività generica”, noi siamo fermamente convinti che l’albero di Natale e il presepe ci aiutano a contemplare il mistero della nascita di Gesù. Sono “simboli affascinanti del Natale. – Nelle famiglie e nei luoghi di socializzazione già compaiono in varie forme. – Possano questi simboli portare un riflesso della luce e della tenerezza di Dio, per aiutare tutti a vivere la festa della nascita di Gesù. Contemplando il Dio Bambino che sprigiona luce nell’umiltà del presepe, possiamo diventare anche noi testimoni di umiltà, tenerezza e bontà” (papa Francesco).

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Falsità e ingiustizie sempre in agguato

Essere accusati ingiustamente è una delle sofferenze più grandi. Chi è accusato ingiustamente si sente solo e abbandonato; ognuno può e deve potersi difendere attraverso le vie legali. Ma non deve lasciarsi cadere nel peccato dell’odio, perché anche Gesù, Figlio di Dio, è stato ingiustamente accusato ed ha perdonato. Il credente può unire la sua imprevista croce alle sofferenze di Gesù, fiduciosi nel fatto che il bene trionfa sempre, anche se non sempre lo vedrà in questa vita.

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Il Venerabile Di Netta, un’attesa senza fine

Il Venerabile P. Vito M. Di Netta, redentorista, è stato un testimone della Misericordia di Dio: «Odi estinti, discordie composte, lotte e scandali d’ogni genere dissipati, il maltolto restituito, in una parola restaurata la virtù e la vita cristiana: ecco i frutti che sempre e dovunque producevano i lavori apostolici del P. Di Netta». A Tropea si continua a pregare e a sperare di vederlo Beato. – Nella foto: alcuni Superiori Redentoristi di Tropea dell’ultimo cinquantennio che hanno con la loro opera portato avanti il ricordo e la testimonianza del Venerabile Padre Di Netta: P. Alfonso Gravagnuolo (1916-1994); P. Luigi Gravagnuolo (1917-1998); P. Antonio Jacovino (1931-2000) e P. Antonio Fazzalari (1945-2017). L’impegno di vederlo beatificato continua nella bella chiesa del Gesù.

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A Tropea le preghiere per il Venerabile Di Netta

P. Vito M. Di Netta redentorista, un testimone della Misericordia: «Odi estinti, discordie composte, lotte e scandali d’ogni genere dissipati, il maltolto restituito, in una parola restaurata la virtù e la vita cristiana: ecco i frutti che sempre e dovunque producevano i lavori apostolici del P. Di Netta». (Quadretti biografici del Venerabile, opera dell’artista Rosetta Bova di Tropea).

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Vescovo anglicano sceglie il sacerdozio cattolico

Michael Nazir-Ali, vescovo anglicano di Rochester in Inghilterra, poteva diventare il Primate Anglicano. Invece ha scelto di essere prete cattolico. – Il 30 ottobre scorso, il Cardinale Nichols, arcivescovo di Westminster, ha ordinato sacerdote Michael Nazir-Ali, che ha lasciato il suo incarico di vescovo anglicano per abbracciare il cattolicesimo. – Pachistano, proveniente da una famiglia di radici cristiane e musulmane, ha cittadinanza britannica e pakistana, ed ha studiato in scuole cattoliche. – Il suo impegno futuro: “Ora potrò difendere i diritti umani e aiutare milioni di cristiani che soffrono e tanti altri nel mondo”.

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Una bambina di 8 anni dichiarata Venerabile

Gesù, richiamando il salmo 18, aveva detto «Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurata una lode». Sì, Dio viene lodato e glorificato anche dai bambini. – Nella promulgazione dei Decreti della Congregazione delle Cause dei Santi del 25 novembre, accanto ai nuovi santi/beati/venerabili il carmelitano padre Tito Brandsma,)il vescovo Don Tonino Bello e altri) c’era anche il nome di Odette Vidal Cardoso, bambina di 8 anni, considerata come la piccola mistica, che è stata dichiarata venerabile. È morta il 25 novembre 1939 esclamando: “Gesù portami in cielo”.

Attualità

Don Tonino Bello dichiarato venerabile

Per “Don Tonino” Bello, il vescovo della “Chiesa con il grembiule” un passo importante verso la gloria degli altari. – Incontrando il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale Marcello Semeraro, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che riconosce le virtù eroiche di monsignor Antonio Bello (1935-1993). – Don Tonino Bello è venerabile: il vescovo poeta dalla parte degli ultimi, che ha conquistato il rispetto e l’amore fi tutti. – Scriveva Don Tonino: «Io sono «un buono a nulla… Ma capace di tutto, perché consapevole che, quanto più ci si abbandona a Dio, tanto più si riesce a migliorare la gente che ci sta attorno”.

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Inizia l’Avvento Ciclo_C 2021

Oggi inizia il nuovo anno liturgico, ciclo C, col vangelo di Luca e inizia con la prima domenica di Avvento, la quale presenta non la prima, ma l’ultima venuta di Cristo: “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria” – «Fate attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita» è l’invito di oggi. – Questo tempo di Avvento orienti a Dio i pensieri e gli affetti del cuore, perché bella sia la preghiera, vera la fraternità, sobria la vita e lieta la condivisione con chi è nel bisogno. – “A te, Signore, innalzo l’anima mia, mio Dio, in te confido: che io non resti deluso!”.

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Il dono della vita

I morti di coronavirus – anche i cosiddetti NO VAX –  avrebbero voluto continuare a vivere. – Questa pandemia che stiamo vivendo ormai da due anni, ci porti a stimare la vita come dono di amore. – Sì, la vita è un dono, è innanzitutto un atto d’amore che abbiamo ricevuto e che dobbiamo trasmettere e difendere. Essa è dono di Dio che ne è il Padre: “Padre della vita, noi crediamo in te!” – Un Padre geloso che non gradisce assolutamente manipolazioni, menomazioni e mortificazioni contro di essa. Un peccato contro la vita, è un peccato contro Dio. – Rispettiamo la vita. Difendiamo la vita.

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Essere dono l’uno per l’altro

Molte storie che girano sul web sono a scopo didattico, ma non lontane dalla realtà. Specialmente quando si tratta di solidarietà che giungono a farci finalmente capire che si può essere dono l’uno per l’altro. Anzi, di più: che ognuno di noi può essere un miracolo per l’altro! – E a farcelo scoprire tante volte è l’innocenza dei bambini che muove gli adulti a dimenticare il proprio egoismo e a fare quello che essi chiedono: a volte, anche un miracolo. – Santa Teresa di Gesù Bambino sapeva come strappare i “miracoli”, prima al suo papà e poi a Gesù. – I dolorosi fenomeni della pandemia che stiamo vivendo e dei flussi migratori inarrestabili chissà quante storie “miracolose” hanno da raccontare!

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Alla porta del paradiso

Tutti vogliamo andare in paradiso, ma molti trovano che è difficile. – Ma chi va in paradiso? … E quelli che ci sono, sono stati tutti dei santi? La storia dice che ci sono stati tanti che l’hanno “rubato” all’ultimo momento! – Sì, Il Paradiso è questione di misericordia. Fidiamo nella misericordia di Dio: egli ci farà entrare… Ma intanto facciamo tutto il possibile per meritarcelo! – Dio guarda alla nostra fede e al nostro amore più che ai risultati delle nostre opere, perché le opere devono essere il segno della fede e dell’amore. Il risultato lo giudica Dio. – Anche tanti nostri fratelli migranti, al di là delle soluzioni politiche, hanno diritto a condividere, per misericordia, quella nuova patria o terra sognata e desiderata come il loro paradiso.

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Morto a 97 anni fratel Jean-Pierre, l’ultimo monaco di Tibhirine

È scomparso nel giorno di Cristo re dell’universo, 21 novembre, fratel Jean-Pierre, l’ultimo monaco di Tibhirine. A darne notizia è stata l’arcidiocesi di Rabat e un comunicato del monastero di Notre-Dame dell’Atlante di Midelt, in Marocco, dove il religioso, 97 anni, si è spento. Quest’ anno che segna il 25.mo anniversario del martirio dei religiosi trappisti in Algeria, è previsto a Roma un incontro internazionale per esplorare la loro eredità spirituale. – L’8 dicembre 2019 tra i 19 martiri di Algeria beatificati in quel giorno c’erano 7 monaci di Tibhirine, rapiti e uccisi dai fondamentalisti islamici algerini nel 1996. – Il 31 marzo 2019, durante la visita in Marocco Papa Francesco , nella cattedrale di Rabat, incontrò fratel Jean Pierre Schumacher, l’ultimo sopravvissuto di Tibhirine nel corso dell’incontro con i sacerdoti, i religiosi, i consacrati e il Consiglio Ecumenico delle Chiese.

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Beato un sacerdote polacco ucciso dai nazisti

Giovanni Francesco Macha, giovane sacerdote polacco, ucciso a soli 28 anniu in odium fidei dal regime nazista durante la Seconda Guerra Mondiale è stato beatificato dal cardinale Semeraro in Polonia, nella cattedrale di Katowice sabato scorso 20 novembre. Martire a soli 28 anni, consapevole di adempiere una missione.- Egli non badava alle differenze di nazionalità, confessione religiosa, livello sociale. Comprese che solo la fede e la carità permettono di riconoscere ad ogni persona, creata a immagine e somiglianza di Dio, la propria irrinunciabile dignità, fondando anche un’associazione caritativa. E così il nuovo Beato ci ricorda che tutti saremo giudicati sull’amore. E che in questo tempo di pandemia siamo chiamati a renderci conto che per salvarci abbiamo bisogno gli uni degli altri, perché nessuno si salva da solo.

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Chiamate ad essere madri e sorelle dei poveri

Papa Francesco ha mandato un video messaggio alle Figlie della Carità raccomandando vivamente: siate madri e sorelle dei poveri. – il suo saluto, la sua preghiera e la sua benedizione di alla Compagnia delle Suore Figlie della Carità riunite in Assemblea a Parigi nella Casa Madre di Rue du Bac. – Queste Suore sono presenti in molte parti del mondo, anche nei “paesi di missione” con lo stesso fine: attraverso la carità, l’amore vero generare i poveri all’Amore verso Dio e aiutarli ad aprirsi alla bellezza della vita, superando le tante contraddizioni e le tante forme di marginalizzazione della nostra società ferita.

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Cristo, Re di invincibile amore

Oggi ultima domenica dell’Anno Liturgico: solennità di Cristo Re. – La pandemia del Coronavirus che perdura e ci indirizza a nuove scelte di convivenza sociale, come quella dei migranti, è occasione anche per la riscoperta della propria identità religiosa. La nostra società, cristiana per lunga storia, deve recuperare le sue profonde radici cristiane. Ma potrà farlo solo se noi per primi rimetteremo Cristo al centro. – La sua regalità vincerà tutte le potenze del male; come Figlio di Dio le vincerà tutte sulla croce. – Un Re da contemplare e invocare: il suo trono di gloria, la Croce, tornerà ad essere sorgente di luce e sapienza per tutto il popolo cristiano.

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Il martire gesuita difensore dei guaraní

Nel cammino della storia dell’umanità troviamo tanti santi che hanno illuminato il loro tempo con il loro esempio, le loro scelte di vita e, i tanti, anche con il sacrificio della propria vita. – San Roque González de Santa Cruz (1576-1628), martire gesuita fondatore delle “reducciones” (villaggi appositamente creati per favorire la crescita umana e spirituale degli indios) e difensore dei guaraní. Fu ucciso a colpi di ascia: “E’molto onore e gloria patire grandi contraddizioni battendosi per la giustizia, perché gli indios siano liberi dalla dura schiavitù. – E a san Roque Dio concesse la grazia di dare tutta la sua vita e tutto il suo sangue, per amore dei guaraní.