Fede e dintorni

Quando la carità comincia dai piedi

I partigiani della carità. Ecco una esperienza che mette brividi di umanità. A Trieste Lorena e Gian Andrea sono conosciuti come «partigiani della carità». insieme ai loro volontari, assistono e accompagnano gli ultimi passi dei migranti della rotta balcanica con uno scopo: dare sollievo ai loro piedi e alle «fatiche dell’anima». – Non è da tutti slacciare le scarpe rotte e i calzini maleodoranti e curare i piedi di uomini sconosciuti che domani magari non rivedrai più. – Ma riempie il cuore di gioia aver suscitato in tanti disperati la speranza di una umanità fraterna.

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San Giuseppe e il pastore scortese

Dio ci vuole incontrare tutti e la grotta di Betlemme è il luogo privilegiato del nostro incontro con Lui, dell’incontro di Dio con l’uomo. – Qui l’uomo è invitato silenziosamente a lasciare cadere la cattiveria e l’indifferenza che gli riempie il cuore. – Il bambino adagiato sulla paglia è il Figlio dell’Altissimo, che non ha esitato di abbassarsi al punto da incontrare l’uomo; anzi a diventare egli stesso uomo. Ma ora è l’uomo che deve desiderare e impegnarsi ad essere e vivere come figlio di Dio.

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Cielo quaggiù o Cielo lassù

È bello che i poeti possano guardare sin dentro all’anima e rendere risposte con testi incisivi tutti da condividere. – «Chi non ha trovato il Cielo quaggiù, lo mancherà lassù», citata nell’omelia della notte di Natale da Papa Francesco. – E’ nel nostro ordinario quaggiù che si rivela, si mostra il meraviglioso che ci rimanda a un mondo più grande. Prendiamoci cura di Gesù adesso, accarezzandolo nei bisognosi, perché in loro si è identificato, e lo troveremo nell’eternità beata.

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La santa Famiglia, dono all’umanità

Oggi, domenica dopo Natale, è il giorno in cui la Chiesa contempla il mistero della santa Famiglia. – Contempliamo la santa famiglia di Nazareth per conformare a essa la vita delle nostre famiglie. Essa insegni a noi «che cosa è la famiglia, quale la sua comunione d’amore, quale la sua semplice e austera bellezza, quale il suo carattere sacro e inviolabile» (Paolo VI). – Anche la famiglia di Nazareth, come tutte le famiglie, ha sperimentato prove, difficoltà e dolori: dalla nascita a Betlemme, alla fuga in Egitto, allo smarrimento di Gesù nel tempio. La famiglia di Nazareth non ha mai dubitato di Dio che si rivela anche attraverso le vicissitudini della storia e ha condiviso con Gesù la sua missione, passando dal buio della prova allo stupore della totale fiducia in Dio.

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Un Natale di speranza e di misericordia

Anche se siamo ancor con il Covid e la variante Omicron celebriamo il Natale, perché Natale è sempre Natale, il Natale del Figlio di Dio. «Egli viene e con Lui viene la gioia», scriveva don Primo Mazzolari. – Mai come oggi, seppur tra mille difficoltà e sofferenze causate dal Covid , questo è il tempo di credere. – Anche quest’anno, infatti, celebriamo la Speranza che si è fatta carne in un’umile grotta di Betlemme e da lì ha attraversato «i mondi» di tutti i tempi. – La pandemia sembra aver sospeso ogni ambito della vita, ma il Salvatore continua a nascere per noi e in noi: Dio non ci lascia da soli. (cardinale Gualtiero Bassetti); il Figlio di Dio è venuto al mondo per la salvezza di tutti coloro che sono “stanchi e oppressi” (Patriarca Kirill). – “Ecco la lezione del Natale: l’umiltà è la grande condizione della fede, della vita spirituale, della santità. Possa il Signore farcene dono” (Papa Francesco) – Perciò anche noi vogliano restare accesi da questo felice fuoco del Natale, che rende l’anime contente in terra e beate nel cielo» (S. Alfonso de Liguori).

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Stille Nacht, Heilige Nacht

Questo canto, tradotto e adattato in quasi tutte le lingue del mondo, fa subito respirare la magica atmosfera dell’intimità del Natale. La sua origine fu una improvvisazione nella notte di Natale con il piccolo coro della parrocchia e gli autori furono il parroco padre Mohr e l’amico Franz Gruber maestro elementare che suonava la chitarra. – Una umile origine, ma quanta gioia ha portato e continua continua a portare questo dolcissimo canto! – Anche in questo tempo di pandemia esso è capace di spalmare nell’anima una tenerezza incredibile: è la carezza di Gesù Bambino soprattutto a chi è nella sofferenza.

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Mani benedette dal lavoro

Il giovane studente che arriva ad avere un colloquio di assunzione ad un lavoro porta inevitabilmente con sé il sacrificio di chi lo ha allevato: mani che hanno lavorato per lui e per il suo futuro. Ma non sempre il giovane ne è consapevole e grato; a volte rimpiange di non essere nato rampollo di industriali e di gente di successo. Ma… il lavoro, fatto con mani d’uomo, è una garanzia per ogni futuro impiego. Cristo stesso, pure essendo Dio, ha lavorato con mani d’uomo.

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Anche a Tropea la luce della Pace di Betlemme

Sabato sera 18 dicembre verso le ore 19,00 l’intero Gruppo Scout di Tropea ha accolto, alla stazione ferroviaria della città, la “Luce della Pace di Betlemme” per la cura della Terra e l’hanno scortata in duomo, dove il vescovo della diocesi Mons. Attilio Nostro ha guidato tutti i partecipanti in una breve veglia di preghiera. L’indomani, domenica, la “Luce” è stata consegnata ai fedeli nelle varie chiese. – Da 25 anni gli scout di tutte le associazioni la portano nelle carceri, nei campi nomadi, negli eremi e nei luoghi dell’emarginazione. – La “Luce” viene accolta come segno di pace e fratellanza, anche dai non cristiani. – Quest’anno lo slogan è “Facciamoci luce per curare la terra”: chiaro riferimento alla difesa dell’ambiente tanto cara agli scout. ed anche all’ecologia umana, la tutela di chi ci vive e soffre per la pandemia e per tutti i guasti provocati dall’egoismo dell’uomo.

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San Giuseppe in cerca di una locanda

Bello il Natale, che va rivivere ai piccoli e ai grandi le emozioni più belle e vere del cuore umano. Anche le recite teatrali, che ripropongono momenti della notte santa e non di rado sconfinano in sorprese incredibili, come quella proposta. I bambini si aprono all’incanto del Natale, gli adulti si nascondono. – Signore, togli la maschera della nostra indifferenza e donaci un cuore che ti aspetti e ti accolga in tutti i poveri..

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Chiamata ad essere la Madre del Messia

L’uomo, per nascere, ha bisogno di una donna che lo partorisca. Anche per il Messia sarà così. E questa donna sarà Maria, scelta da Dio e invitata con lo speciale annuncio dell’Angelo. Maria condivide con Elisabetta la gioia della salvezza. Due donne si incontrano e condividono la gioia della vita nascente. Anche noi siamo chiamati a vivere la gioia che Dio ci dà e a donarla all’umanità che incontriamo con i piccoli o grandi gesti di una santità concreta quotidiana. – Santa Maria, donna della fede, aiutaci ad accogliere il Signore, dono del Padre, imparando a donare gioia e solidarietà.

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“Casa San Giuseppe” per i poveri

A Lodi, nel complesso della parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice, nel nome di San Giuseppe, a conclusione dell’anno dedicato a lui, è sorta una nuova struttura per i poveri. – L’elemosiniere del Papa, il cardinale Krajewski domenica 12 dicembre ha inaugurato la “Casa San Giuseppe” per i poveri: una nuova struttura di accoglienza che ha avuto uno speciale “patrono”: l’Elemosiniere del Papa, il cardinale Krajewski. – “I poveri li avete sempre con voi (Mc 14,7)”: la carità e la solidarietà avrà sempre spazi disponibili. L’augurio è che non manchino gli operatori della solidarietà.

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Un prete felice in mezzo ai poveri

Don Virginio Colmegna è il presidente della Casa della Carità sorta nel 2002 a Crescenzago, quartiere di Milano posto nella periferia nord-orientale della città. – Egli così si definisce: “Sono un prete felice, cerco Dio in mezzo ai poveri”. – Ordinato sacerdote nel 1969, si è sempre occupato di persone in difficoltà.  A volerlo presidente è stato il Cardinale Martini, che gli chiese di promuovere accoglienza e cultura, insieme.

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Novena Natale 2021: umiltà e accoglienza

L’asino e il bue della capanna di Betlemme rappresentano quelle virtù particolari quali l’umiltà, la mansuetudine, la pazienza e l’accoglienza che ci rendono più umani e ci dispongono a vivere meglio il Natale. Perciò nel presepe non trovano posto i furbi, i violenti, i vanitosi. S. Alfonso, cantore del Natale (Tu scendi dalle stelle, Fermarono i cieli, Quanno nascette Ninno…) pregava cantando: “Vorrei stare accanto a Ninno bello, come ci sta il bue e l’asinello!”. – Contemplando lo spirito di povertà di umiltà e di semplicità presente nei presepi tradizionali saremo più pronti ad accogliere Gesù nel Natale.

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Accorato appello di un sacerdote: vaccinatevi!

Don Stefano Maisto, parroco ad Acerra, nel Napoletano, è stato colpito profondamente da due gravi perdite a causa del virus: la sorella e la madre, con le quali viveva. Egli scrive ai parrocchiani: vaccinatevi! «Il Covid mi ha trafitto due volte, ho perso la mia famiglia, ora non voglio più piangere nessuno» – Il suo appello resta ancora convinto: «Vaccinatevi!».

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La storia di Andrea: dalla droga alla gioia

“Morto per la droga, ora vivo e sono felice”: la straordinaria storia di Andrea Giorgetti, responsabile della fraternità Buon Samaritano della Comunità Cenacolo visitata da Papa Francesco nel giorno dell’Immacolata. – Andrea è un uomo toccato nell’intimo da Dio e che, attraverso la fede, declinata in azioni concrete come il pregare o aprirsi con fiducia al prossimo, ha superato diversi ostacoli: la dipendenza, la menzogna, l’inconcludenza, gli istinti suicidi, la solitudine… – Con Antonia, anche lei ex tossicodipendente, ha formato una famiglia. – Dopo il percorso vissuto nel Cenacolo con la moglie, Andrea ha deciso di rimanere nella Comunità per aiutare gli altri. Ora è vivo ed è felice.

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Santa Lucia, la luce per gli occhi.

Anche se la leggenda degli occhi strappati è priva di fondamento, Santa Lucia è universalmente invocata come Protettrice degli occhi e della vista: ne sono testimoni le tante cliniche oftalmiche dedicate a lei, a partire da quella famosa di Barcellona, e la festa di “Santa Lucia” della Svezia che è un vero inno alla luce. – C’è sempre bisogno di luce, soprattutto in questo tempo di pandemia del coronavirus che continua a perdurare con le sue varianti. 

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Rallegriamoci nel Signore

Questa terza domenica dell’Avvento si chiama “Domenica Gaudete” (Domenica “Gioite”) e il motivo è tratto dalla Lettera ai Filippesi: “Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino (Fil 4,4.5) e rafforzato dal versetto del salmo responsoriale “Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele (Isaia, 12). – Colui che attendiamo nel Natale può colmare tutti i nostri vuoti e far rifiorire ogni deserto umano. Il Bambino di Betlemme è il nostro Salvatore. Per chi accoglie Gesù è sempre tempo di gioia. Avvento è anche questo: tornare a credere che Dio è felice e vuole renderci felici. Perciò stare attenti: “Negare i diritti dei deboli significa negare la dignità umana” (Papa Francesco).

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Da presentatore TV a sacerdote

Interessante la storia di Fabrizio Gatta ordinato sacerdote martedì 7 dicembre, concludendo un cammino che è durato otto anni e che ha interessato molto la pubblica opinione. – Fabrizio Gatta aveva una vita piena e ricca di soddisfazioni, ma alla fine ha capito che la sua via da seguire era quella del sacerdozio. Dal piccolo schermo all’altare. Ma ora lo attende una ardua missione: quella di sensibilizzare i giovani che devono essere destinatari di una rievangelizzazione. I giovani, più che “contro”, vivono “senza” Dio, quasi potessero bastare a se stessi. Una bella sfida da vincere.

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Davanti alla corona d’Avvento

Da tempo trovato alto gradimento presso i fedeli la corona dell’Avvento, nonostante la sua origine sia avvenuto in ambiente protestante. Essa scandisce le settimane che mancano al Natale: le quattro candele vengono accese ciascuna in una domenica di Avvento: portano un nome e contengono un messaggio specifico. – Ecco perché nel cammino verso il Natale, la corona d’Avvento ne indica i punti essenziali e con praticità richiama il Cristo che nascerà. Intanto Dio è qui, non si è ritirato dal mondo, non ci ha lasciati soli, e presto il suo Figlio sarà in mezzo a noi.