Fede e dintorni

Ferite di vero amore

Il Crocifisso “sindonico” di Cordoba è stato realizzato dallo scultore sivigliano e professore dell’Università di Siviglia, Juan Manuel Miñarro. È l’unico Cristo “sindonico” del mondo che riflette fin nei minimi dettagli i politraumatismi del cadavere evidenziati dalla Sindone di Torino. “Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti” (1Pietro 2-24). Le sue ferite parlano al nostro cuore: sapremo ascoltarle?

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Farisei e pubblicani oggi

Farisei e pubblicani oggi – Nel mondo e nella Chiesa stessa ancora oggi ci sono farisei e pubblicani. Semplicemente perché noi lo siamo: sì, perché tante volte siamo come il fariseo e a volte come il pubblicano. Il dito lo dobbiamo puntare contro noi stessi. Ma dalla parabola possiamo imparare qualcosa: come il fariseo, cerchiamo di non essere nella vita ladri e ingiusti, di osservare i comandamenti e pagare le tasse; come il pubblicano, riconosciamo, quando siamo al cospetto di Dio, che quel poco che abbiamo fatto è tutto dono Suo ed imploriamo, per noi e per tutti, il dono incommensurabile della Sua misericordia.

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Vedere le qualità dell’altro

Da sempre sappiamo che che ciascuno di noi è creato ad immagine di Dio e già questo dovrebbe bastare ad andare più cauti nel giudicare (e condannare) gli altri. Se poi pensiamo che ciascuno di noi è stato redento dal sangue di Cristo, allora dovremmo concludere “Ciascuno di noi è prezioso!” I Santi hanno percorso questa strada, pur avendo un carattere proprio, magari scontroso, ribelle e poco incline a lasciar vincere l’altro. I Santi hanno trovato la via di convivere serenamente, nonostante i difetti e le divergenze di carattere.

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Dio ci manda messaggi: leggiamoli bene!

Molte volte la gente crede di aver avuto un segnale da cielo: un sogno, un evento, una delusione, un incontro… E cerca spiegazioni. Vuole essere sicura di non sbagliare. Il modo c’è: per non sbagliare, basta mettersi in sintonia con la bontà di Dio. E’ vero: Dio ci chiama in molti modi, ma bisogna riconoscere il suo modo di raggiungere i nostri cuori. Noi dobbiamo essere sempre immersi nel suo amore e offrirlo agli altri. – La storia biblica di Giuseppe: egli venduto come schiavo dai propri fratelli, divenne poi causa di salvezza per tutto il suo popolo.

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La disubbidienza “costruttiva”

La disubbidienza costruttiva. Ha fatto notizia il il grande gesto di Francesco Acerbi, calciatore della nazionale e della Lazio, che ha voluto prolungare la visita ai bambini dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, nonostante fosse scaduto il tempo concesso: “Perché ognuno di quei bambini andava onorato, perché realizzare la felicità del prossimo, anche se solo di un attimo, dovrebbe essere vissuto da tutti come un dovere, il più alto e bello, che restituisce gioia e pienezza a chi lo compie”.

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Educare a fare il bene

“Diem perdidi” (= ho persoun giorno), sono due parole che lo storico Svetonio attribuisce all’imperatore Tito, il quale, dopo una giornata trascorsa senza aver elargito alcun beneficio, avrebbe pronunciato tale storica frase. Diremmo oggi: un peccato di omissione. Se un pagano aveva una tale sensibilità di coscienza, quanto più deve averla un cristiano che dice di crede. “Fare il bene” non è un optional, ma un impegno che si deve imparare ed insegnare ai piccoli. E quasi sempre sono proprio i piccoli a sorprenderci con i loro gesti positivi. Ma i gesti positivi nascono in un contesto dove si coltivano i valori veri. Ora la famiglia è il luogo dove generalmente si raccoglie ciò che si semina. Si raccolgono gesti di bene quando sono stati seminati i semi del bene. I bambini guardano, imparano e poi scelgono. E quando è il momento del confronto con i genitori per qualche “mancanza” fatta, proprio allora i bambini debbono trovare ascolto e comprensione per non restare delusi o fuorviati per il resto della vita.

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Il Beato Alfredo Cremonesi, martire della carità

Sabato 20 ottobre 2019, nella cattedrale di Crema, è stato proclamato Beato il martire don Alfredo Cremonesi, sacerdote missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere. Ucciso nel 1953, “fu infaticabile apostolo di pace e zelante testimone del Vangelo, sino all’effusione del sangue. Il suo esempio ci spinga ad essere operatori di fraternità e missionari coraggiosi in ogni ambiente; la sua intercessione sostenga quanti faticano oggi per seminare il Vangelo nel mondo”. E’ morto martire della carità, ucciso in odio alla fede, raggiunto da colpi di fucile mentre pregava. dalla sua gente, quella con cui padre Cremonesi condivideva tutto: speranze, gioie, ma anche amarezze e dolori o pericoli, fu considerato subito un martire.

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Il grande segreto della Piccola Casa del Cottolengo

Per avere una concreta idea della stupenda Opera del Cottolengo, bisogna leggere nei suoi periodici Bilanci Sociali. Si scoprirà il grande segreto della sua Piccola Casa della Provvidenza, fondata da san Giuseppe Benedetto Cottolengo, quale testimone ancora attuale della grande carità e beneficenza che sgorga da essa. – Oggi crescono gli impegni della sua istituzione fondata per accogliere le persone abbandonate e rifiutate per la loro condizione. E cresce anche l’affidamento alla Provvidenza. – La cittadella torinese del Cottolengo ha al centro una chiesa e nella chiesa ci sono persone che hanno consacrato la loro vita e lodano, pregano Dio, prima di andare a servirlo nei numerosi ammalati ospiti, che la nostra società tende ad emarginare.

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La forza della preghiera insistente

Oggi la Chiesa celebra la 93.ma Giornata Missionaria Mondiale: Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo. – La profetica lungimiranza della proposta apostolica contenuta nell’Encliclica ” Maximum illud” del Papa Benedetto XV (30 novembre 1919), ha convinto ancora di più Papa Francesco su quanto sia ancora oggi importante rinnovare l’impegno missionario della Chiesa, riqualificare in senso evangelico la sua missione di annunciare e di portare al mondo la salvezza di Gesù Cristo, morto e risorto. Occorre pregare per i missionari che donano la vita per l’annuncio del Vangelo, per i poveri e gli emarginati che attendono un messaggio di salvezza, perché sentano vicina la presenza di Dio che li ama e la solidarietà dei fratelli; occorre pregare perché tutti ci sentiamo coinvolti nella missione della Chiesa.

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La suora del braccio della morte tra le 100 donne del 2019

Nella lista stilata dalla “Bbc” delle 100 donne indicate come fonte d’ispirazione nel mondo per il 2019, c’è una suora cattolica madre Gerard Fernandez di Singapore, che si potrebbe definire “l’angelo del del braccio della morte”, che ha confortato i condannati a morte: un apostolato da batticuore, doloroso, ma capace di donare un sostegno a coloro che erano condannati ad affrontare la pena capitale. Per 35 anni è stata accanto ai detenuti del braccio della morte, mantenendo il massimo riserbo pena l’esclusione dal penitenziario. Da un paio d’anni, ha consegnato ad altri il testimone, ed ha cominciato a far conoscere la sua missione. – Insieme ai sacerdoti redentoristi Brian Doro e Patrick John O’Neil, fondò il Ministero romano cattolico del Carcere per far visita ai reclusi per droga. Di lì è cresciuta l’iniziativa.

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Controllare l’ansietà sorridendo

Un atteggiamento ansioso può diventare abitudine e modificare il nostro modo di vivere, recando anche fastidio a chi ci vive attorno. Ci vuole serenità e un pizzico di humor per sorridere di noi stessi, perché non sempre siamo proprio al top. Tante volte facciamo sorridere gli altri, ma noi non sorridiamo di noi stessi. – “A ciascun giorno basta la sua pena” (Matteo 6,33):Gesù invitava i suoi discepoli ad evitare vane ed eccessive preoccupazioni per il domani, confidando nella Provvidenza.

Fede e dintorni

Perché è difficile cambiare

Molta gente vorrebbe migliorare, ma non si decide a troncare certe abitudini. Quanta gente annaspa e si agita tutto il giorno senza approdare a nulla perché non si libera davvero dai legami e dalle abitudini vischiose. E così tante persone rischiano di ritrovarsi sempre al punto di partenza nonostante si dicano convinte di sforzarsi per migliorare il proprio stato… perché restano legate a inutili e spesso dannose abitudini.

Fede e dintorni

Il giorno di San Gerardo Maiella

Oggi, 16 ottobre, è la festa di San Gerardo Maiella, il fraticello redentorista “pazzerello di Dio”, come veniva chiamato, invocato quale celeste Patrono delle mamme e dei bambini. – A Tropea, nella Chiesa dei Redentoristi (che fu dei Gesuiti) dall’inizio del Novecento si celebra con solennità la novena, completata dalla festa religiosa e dalla processione del 16 ottobre. La statua che si venera è del 1904 fu approntata dai fedeli tropeani per la sua canonizzazione avvenuta l’11 dicembre 1905. – Sono tanti i fiocchi di colore rosa e azzurro stanno a testimoniare una grazia per la maternità ricevuta. E si sente sempre echeggiare: “San Gerardo mio, prega per me!” – La sua storia è di quelle che fanno tanto bene al cuore, ancora oggi.

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Minori maltrattati. Una casa per riparare all’amore tradito

Minori maltrattati. – Si può riparare all’amore tradito, umiliato, ferito con un amore più grande. Come? Ecco una splendida risposta chiamata “Casa di Zaccheo”, il primo centro specialistico residenziale della provincia di Cosenza per la cura e la protezione di bambini e adolescenti in situazioni di maltrattamento. Il centro, istituito dal vescovo di Cassano all’Jonio, inaugurato lo scorso 26 settembre 2019. Lo scopo è riconsegnare nelle mani di bambini o adolescenti il desiderio di rinascere.

Cultura e Società Fede e dintorni

Una strada alla memoria di don Francesco Mottola

Inaugurata questa mattina una strada alla memoria del presto Beato don Francesco Mottola Scoperta, in località Serra Spiga, la targa alla presenza di S.E. Rev.ma Mons. Luigi Renzo, Vescovo di Mileto-Nicotera Tropea e numerose autorità Oggi in località Serra Spiga alla presenza di S.E. Rev.ma Mons. Luigi Renzo, Vescovo di Mileto-Nicotera Tropea, insieme a S. […]

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Santi al femminile. Quattro donne proclamate sante

I cinque nuovi Santi canonizzati il 13 ottobre 2019 sono: John Henry Newman (1801-1890), cardinale di Santa Romana Chiesa, fondatore dell’Oratorio di San Filippo Neri in Inghilterra; suor Giuseppina Vannini (1859-1911), fondatrice delle Figlie di San Camillo; suor Mariam Thresia Chiramel Mankidiyan (1876-1926), fondatrice della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia; suor Dulce Lopes Pontes (1914-1992) e la laica Margherita Bays (1815-1879). – Il carisma più grande è la carità: il filo rosso che lega quattro donne vissute in epoche e situazioni diverse.

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La tua fede ti ha salvato!

Di fronte ai disastri della vita causati sia dai fenomeni naturali (terremoti, inondazioni,malattie) e sia dalle colpe degli uomini (guerre, violenze, ingiustizie) cosa si può fare? Bisogna dare fondo alla propria fede; respingere ogni tentazione di chiudersi isolamento. Innanzitutto occorre alzare la voce (attraverso i media) fino a raggiungere chi sta lontano, in difficoltà. Ciò può significare vicinanza fraterna a quanti sono colpiti dalle varie calamità. Non tralasciare di interessare i propri politici perché escano allo scoperto a secondo dell’impegno da occorre prendere perché non si nascondino dietro parole di comodo. Affidare i defunti dei vari disastri alla misericordia di Dio, perché li accolga nella sua luce, e a Dio chiedere incessantemente la pace e la concordia tra i popoli. Sostenere in loro chi può coordinarsi a mettere in campo gli aiuti e la solidarietà. Insomma, aiutare a far vincere la nostra umanità. Allora il Signore potrà dire: “Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!”

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Suore che “ascoltano le confessioni”

Al Sinodo sull’Amazzonia in corso in Vaticano c’è stata una umanissima e commovente testimonianza di suore che ascoltano la confessione di fedeli in derminati momenti. E aggiungono con schiettezza che con umiltà, sapendo ovviamente che non possono assolvere, sono ben coscienti di non poter amministrare il sacramento della penitenza e anche le persone che si confidano con loro lo sanno. Ma possono ascoltare e pregare per loro e con loro. Intanto resta sempre valida la Parola di Dio: “Confessate i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto potente è la preghiera fervorosa del giusto”. (Lettera di Giacomo 5,15)

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Cristiani “antipatici”, purché sinceri e veri

I cristiani hanno una visione propria del mondo, dell’uomo, della donna, del matrimonio, dell’economia, della vita e della morte: questo li rende una presenza antipatica, a volte di fastidio e di disturbo. – – L’arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, nell’omelia per l’apertura dell’anno scolastico delle scuole Faes, ha donato preziosi suggerimenti in rima ai ragazzi: come conservare la propria identità tra chi li considera un “fastidio” o un “disturbo”. Già nel 1988 Monsignor Delpini, allora rettore del Seminario di Milano, pubblicò un piccolo galateo pastorale che ebbe un grande successo: “Reverendo, che maniere!”

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L’albero che si prende cura delle sue radici

Nella persona umana accade lo stesso come negli alberi, la cui importanza risiede nelle loro radici, ovvero in ciò che non si vede. Non sono le apparenze ad assicurare la serenità e la fecondità spirituale, ma le motivazioni profonde, quelle che ci richiamano a Dio stesso: amore, fraternità, condivisione. Prendiamoci cura delle nostre radici! “Come fanno le radici? salgono su dalla terra come se fossero morte e poi all’improvviso danno il fiore”. – Alle radici della nostra fede si ritrova la via del dialogo e della riconciliazione (da una Settimana ecumenica dell’Unità dei cristiani).