Fede e dintorni

Gesù e la sequela radicale

Papa Francesco viene salutato seminatore di pace e di speranza non solo dai popoli africani presso i quali si è recato in visita in Mozambico, Madagascar e Mauritius, ma anche dai popoli di tutto il mondo ai quali egli si rivolto: “Invito tutti ad unirvi alla mia preghiera perché Dio, Padre di tutti, consolidi in tutta l’Africa, la riconciliazione fraterna, unica speranza per una pace solida e duratura” – Pace, speranza e riconciliazione sono il filo conduttore del suo viaggio ancora in corso attraverso ncontri politici, pastorali e interreligiosi. La spera c’è ed anche tanta. Ma occorre pregare per la buona volontà dei potenti.

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Akamasoa e Padre Pedro aspettano Papa Francesco

Madagascar. Akamasoa da discarica di Antananarivo, capitale del Madagascar, a città di vita vera, nuova, aperta all’universalità. E’ quanto ha realizzato Padre Pedro Opeka, missionario lazzarista argentino, già ottimo giocatore di calcio. Ha realizzato questo miracolo sociale e religioso in una periferia maleodorante, dedicando interamente la sua vita. L’incontro con Papa Francesco sarà un incontro di festa, di gioia, di quella vera gioia che solo i poveri riscattati sanno trasmettere.

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La preghiera come guarigione

La preghiera è come una medicina, un balsamo del corpo e dello spirito. Anche la scienza ha largamente dimostrato che la pratica religiosa può influire sullo stato di salute, facendo ammalare meno e guarire prima… Più che la guarigione fisica, o al di là della guarigione fisica, Dio guarisce l’anima della persona perché sia felice e abbia la pace, anche nella malattia.

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Iman in Nigeria salva 262 cristiani

Abubakar Abdullahi, iman in Nigeria, salva 262 cristiani. Per questo il Dipartimento di Stato americano gli ha consegnato un premio prestigioso, “The International Religios Freedom Award”, perché dimostra come tra i musulmani ci siano molte persone ricche di senso della carità, pronte a rischiare la propria vita per salvare quella dei cristiani, nonostante la furia omicida dei musulmani radicali estremisti. Dopo i ripetuti attacchi terroristici, per andare a messa, i cristiani sono costretti a farsi accompagnare da una scorta, come si vede nei video che sono sul web.

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Notre-Dame, il perdono del vescovo ucciso

L’ arcivescovo francese di Parigi, Mons. Sibour, fu assassinato il 3 gennaio 1857 nella cattedrale di Notre-Dame, durante la festa di Santa Genoveffa, da un ex sacerdote di nome Jean-Louis Verger, che aveva beneficato il giorno prima. Nel 1853 aveva celebrato il matrimonio di Napoleone III di Francia. L’assassino si mostrava convinto di aver fatto un grande gesto per la Francia, perché vedeva nel Vescovo un’assoluta fedeltà alla sede di Roma. – Il vescovo, spirando, disse: “– Perdono di cuore! Aiutate quell’uomo e la sua famiglia!”.

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La leggenda di Eva e di Gesù Bambino

Il peccato originale mise l’uomo (Adamo) e la donna (Eva) di fronte a Dio non più come sue creature, ma come suoi “concorrenti”: essi accolsero la tentazione di diventare come Lui. Ma poi i loro occhi si aprirono e scoprirono di essere “nudi”, spogliati della grazia divina e diventati “brutti”. – Dio non li volle perdere e decise una grande invenzione d’Amore: mandare il suo Figlio tra gli uomini ad insegnare come essere figli. La liturgia, pensando al grande amore di Dio per l’umanità, canta nella notte del Sabato Santo: “«Davvero era necessario il peccato di Adamo, che è stato distrutto con la morte del Cristo. Felice colpa, che meritò di avere un così grande Redentore!» – Così l’uomo redento rinasce e diventa più bello.

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Quando l’amore si fa cura

Dopo 31 anni in stato vegetativo, accudito dai genitori nella casa di famiglia a Collebeato (Brescia), il cuore di Cito, così era chiamato Ignazio Okamoto, ha smesso di battere il 25 agosto 2019. Il papà ha come sintetizzato: «I suoi 31 anni di silenzio pieni d’amore… La vita è così. Va vissuta, non ragionata» – Ignazio aveva subito, quando era ventenne, un incidente automobilistico. – Era accudito con amore dalla famiglia a casa. – La rivoluzione cristiana dell’amore che cura – In una società in cui la malattia comportava l’esclusione sociale senza ritorno, le parole e i gesti di Gesù hanno portato Dio nella vita di tutti, soprattutto di quelli che soffrono. Una vita che va vissuta, aiutata, amata.

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L’ultimo posto, il posto di Dio

Si celebra il 1° settembre 2019 la “XIV Giornata mondiale del creato”. Un’occasione per riflettere a 360 gradi sull’importanza di salvaguardare la natura e l’ambiente in cui viviamo. Per farlo serve un’azione coordinata e solidale. È necessario intervenire, infatti, sia a livello personale sia a livello comunitario, e occorre far presto. Il creato soffre e in alcune zone la situazione si fa insostenibile. Ma se il creato soffre, la vittima predestinata a soccombere è l’uomo, al tempo stesso vittima e carnefice. La natura che deturpa per motivi economici, sociali ed egoistici non manca mai di presentare il conto, ma purtroppo i primi a pagare sono sempre i poveri.

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Per non ridurci ad essere farisei

Gesù ancora oggi ammonisce in particolare gli “uomini religiosi”, cioè quei credenti che a causa della loro osservanza e pratica religiosa si convincono in cuor loro di essere giusti di fronte a Dio e finiscono per disprezzare gli altri. Gesù ammoniva i farisei: “Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che tra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole” (Lc 16,15). L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore. Eppure, ancora oggi, com’è facile rimanere intrappolati in atteggiamenti da fariseo!

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L’angelo dei disabili mentali del Sudafrica

Straordinaria è la storia di Domitilla Rota, l’angelo dei disabili mentali del Sudafrica, vissuta insieme al marito Daniel Hyams incontrato nel bergamasco quando era un giovane soldato sudafricano in fuga. Insieme diedero vita a centri per la cura e l’assistenza ai minori e a disabili mentali. Alla loro opera è stata riconosciuta la dimensione sociale e spirituale dall’allora presidente sudafricano Nelson Mandela. Domitilla soleva dire che ognuno di noi è chiamato ad essere le mani di Gesù. Un’opera che ha messo al centro la sacralità della vita, fiore coltivato nella Casa del piccolo Eden, dove cura e accompagnamento diventano amore e speranza. Domitilla, ora, è in cammino verso la beatificazione.

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L’amore per i poveri guarisce

Tristezza, depressione e noia caratterizano la vita di tante persone, anche giovani, perché non riescono a trovare un senso vero alla loro vita. E finisce col diventare una malattia difficile da curare. Occorre impegnarsi ad aiutare queste persone in difficoltà a ritrovare il gusto della vita e la gioia di donarsi agli altri. Il volontariato nel bene è una grande possibilità di ritrovare ciò che si era perduto. Chi si impegna a dare gioia agli altri, riceve in pienezza la gioia della vita.

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Santa Monica, una mamma di riferimento

Santa Monica fu una mamma discreta, tenace, che seppe soffrire e attendere che il figlio aprisse gli occhi e camminasse con i propri piedi sulle strade di Dio. – Avere una mamma santa è più che avere una mamma “per amica”. E non pare esagerato l’accostamento che lo stesso S. Agostino fa vedendo nella mamma quasi una icona della Chiesa di Dio che veglia sui suoi figli, soffre per loro e prega per la loro salvezza.

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Come riconoscersi peccatori

Riconoscersi peccatori è necessario, anche se cambia il modo di esprimerlo. C’è chi si batte il petto, c’è chi si mette in ginocchio, c’è chi non osa alzare lo sguardo per incrociare quello di Cristo o andando in chiesa rimane discretamente dietro una colonna. L’apostolo Pietro arrivò perfino a dire a Gesù: “Signore, allontanati da me perché sono un peccatore” (Lc 5,11). Ognuno può esprimersi con i gesti che gli facilitano la “personale confessione”. Un celebre pittore, Rembrandt, trovò il suo personalissimo modo.

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Tutti uniti per salvare l’Amazzonia

In questi ultimi giorni la Chiesa in tutto il mondo ha levato unanime il grido perché si salvi l’Amazzonia dai rovinosi incendi che la stanno consumando. Ieri c’è stato anche l’appello di Papa Francesco per l’Amazzonia: fermare al più presto gli incendi. E’ cresciuta la pressione internazionale, l’emergenza è sul tavolo del G7 in corso a Biarritz, in Francia. E finalmente è scattato il piano per fermare i roghi con il dispiegamento di oltre 44 mila soldati affiancati da mezzi aerei, navali e terrestri. Ma la vigilanza deve continuare costante: è in gioco il futuro dell’umanità.

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La porta stretta della vera vita

La porta stretta della vera vita è per l’uomo nudo ed essenziale, che lascia giù tutto ciò di cui si gonfia: ruoli, portafogli gonfi, l’elenco dei meriti, i bagagli inutili, il superfluo. La porta è stretta, ma è sempre aperta. – La porta stretta significa significa rispettare la natura e i diritti di chi l’abita – La porta stretta significa rinunziare ai propri cattivi interessi perché tutti possano vivere. – La porta stretta apre alla vera vita.

Cultura e Società Fede e dintorni

Bambini e animatori tutti in scena

“Bella Storia”. La missione dell’associazione, guidata da Maria Rosaria Cortese Anche quest’anno l’oratorio estivo organizzato dal Centro di solidarietà “don Mottola” Anche quest’anno, come ormai avviene da diverso tempo e in coincidenza con la chiusura delle scuola Primarie, ha preso vita l’oratorio estivo organizzato dal Centro di solidarietà “don Francesco Mottola”, presso i locali dell’ex […]

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Il parroco ucciso dai nazisti per salvare il paese

Don Alcide Lazzeri, il parroco di Civitella in Val di Chiana ucciso dai nazisti il 29 giugno 1944: fu la prima delle 244 vittime della rappresaglia nazista e disse: «Uccidete me e lasciate libero il mio popolo». Ma non fu ascoltato. La strage fu seguito dall’oltraggio alle ostie consacrate e al cadavere del sacerdote che fu bruciato. Ma quel giorno nacque una vocazione: un chierichetto, presente alla strage, diventerà sacerdote e vescovo, mons. Luciano Giovannetti, oggi 85 anni. Il 29 giugno scorso c’è stata l’apertura della causa di beatificazione con l’arcivescovo diocesano mons. Riccardo Fontana. Oltre alla medaglia d’oro il comune di Civitella in Val di Chiana ha intitolato la piazza a don Alcide Lazzeri.

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La Beata Margherita, cieca e disabile

La Beata Margherita da Città di Castello (1287-1320), di nobili origini, viene abbandonata dalla sua famiglia perché cieca, zoppa e gobba. Margherita si rivolge al Terz’Ordine di San Domenico, alla cui regola la sua vita si uniforma perfettamente, nella penitenza e nella preghiera. Gravemente disabile, oggi può essere di aiuto a molti; il suo è un messaggio potente contro la cultura dello scarto della nostra società. Intanto a Città di Castello tutti aspettano e sperano le sua canonizzazione.

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La purezza del cuore

Oggi la castità non sembra interessare molto, perché per molti versi è fraintesa e confusa con la verginità. Tuttavia conserva un fascino che attira, perché mette in evidenza un cuore libero dalla libidine e profumato di vero rispetto per sé e per gli altri. La castità abita prima di tutto nel cuore, non semplicemente nei nostri atti esterni. La persona pura nel suo cuore diventa oltremodo attraente.