Fede e dintorni

Il nuovo Beato del Venezuela occasione di riconciliazione

E’ stata la gioia di tutto un popolo, un unico popolo, quella di vedere beatificato a Caracas il 30 aprile scorso il Servo di Dio José Gregorio Hernàndez Cisneros, beatificazione attesa da decenni dal popolo venezuelano: un medico straordinario definito dal Papa “medico del popolo”. – – Il nuovo beato José Gregorio Hernàndez Cisneros (1864-1919), medico del popolo, viene proposto dal Papa come modello di vita cristiana e impegno sociale e diventa “compatrono” del ciclo di studi in Scienze della Pace. – La vita del nuovo Beato fu una offerta continua assistendo i malati: il 29 giugno 1919 venne travolto da un’automobile, mentre si stava recando in una farmacia di Caracas a comprare medicinali per un’anziana paziente. Morì in ospedale poco dopo, invocando la Beata Vergine.

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Il generoso perdono del vescovo ferito

«Perdono queste persone dal più profondo del cuore». Padre Christian Carlassare, il vescovo eletto della diocesi di Rumbek in Sud Sudan ferito alle gambe in un agguato in Sud Sudan mentre si trovava nella propria abitazione, risponde al telefono dal suo letto nell’ospedale di Nairobi, in Kenya.
– Alla domanda se, nel più profondo del cuore, si sentisse di condannare gli autori di un così terribile atto, egli ha risposto di no: «Perché sono giovani e certamente non l’hanno fatto per una ragione contro di me. Sospetto che qualcuno gli abbia commissionato questo gesto. Dunque, mi sento di perdonare come perdono chi li ha spinti ad agire. E lo faccio a nome di tutta la gente di Rumbek che, quando sono stato colpito, era fuori dall’ospedale cittadino e dall’aeroporto, dicendomi: “Padre non abbandonarci, padre ritorna. Non volevano lasciarmi partire per non perdere il loro vescovo».

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La vite e i tralci, Gesù e noi

«Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla». – Gesù ci chiama a restare uniti a lui, come i tralci alla vite, per produrre frutti di santità e di pace – Gesù è la vera vite. Se siamo uniti a lui la nostra vita è feconda e porta frutti, se invece siamo distaccati da lui siamo come rami secchi e infruttuosi, destinati al fuoco. – Noi daremo molti frutti solo restando attaccati alla vite per tutta la vita, cioè se viviamo coscienziosamente la nostra vita come membri della Chiesa di Cristo. Ha valore duraturo solo ciò che è compiuto in seno alla comunità, con Gesù Cristo e nel suo Spirito: “Senza di me non potete far nulla”. Ed oggi, soprattutto, uniti al Vicario di Cristo, il Papa.

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Il carcere di Bergamo intitolato al defunto don Resmini già cappellano

Il carcere di Bergamo viene intitolato a don Resmini, già cappellano defunto dopo una vita intensa tra i detenuti. – L’anno scorso il Covid si portò via il cappellano del carcere di Bergamo e nei giorni scorsi la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha presieduto la cerimonia di intitolazione. Il carcere di Bergamo ora porta ufficialmente il nome di Don Fausto Resmini, lo storico e amato cappellano della struttura penitenziaria – Intitolare il carcere di Bergamo a don Fausto Resmini significa fare propri i suoi insegnamenti, farne tesoro, custodirli e mantenerli vivi». Don Fausto Resmini era noto come l’apostolo bergamasco degli emarginati.

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Una missionaria laica italiana uccisa in Perú

La luce della Pasqua di Cristo avvolge le storie dei martiri di ieri e di oggi: una missionaria laica uccisa in Perú… ; l’assalto e il ferimento di Padre Christian Carlassare, vescovo eletto della diocesi di Rumbek in Sud Sudan prossimo ad essere consacrato. Martiri perché portavano i poveri nel cuore. – La missionaria laica italiana Nadia De Munari, 50 anni, è stata aggredita a colpi di machete nella sua abitazione di Nuevo Chimbote, in Perú, mentre dormiva ed è morta quattro giorni dopo in ospedale. – Di origini vicentine, lavorava come volontaria e missionaria laica nel Paese sudamericano dal 1995 con l‘Operazione Mato Grosso. Gestiva sei asili, una scuola elementare con 500 bambini sorta in una baraccopoli e una casa famiglia dove accudiva alcune ragazze disagiate.

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Proclamata santa la donna cieca, “scartata” anche dai genitori

Papa Francesco, con un provvedimento chiamato “canonizzazione equipollente”, ha deciso di estendere alla Chiesa universale il culto della Beata Margherita da Città di Castello del Terz’Ordine dei Frati Predicatori; nata intorno al 1287 a Metola (PU) e morta a Città di Castello (PG) il 13 aprile 1320, iscrivendola nel catalogo dei Santi.- Cieca e disabile, “scartata” anche dai genitori, divenne un esempio di donna evangelica che maturò una profonda e fervente esperienza di vita unitiva con il Signore e la sua figura è stata ispiratrice di opere di carità. – In questo tempo di pandemia e di problemi gravi per tutta l’umanità, la canonizzazione della Beata Margherita da Città di Castello diventa segno di speranza e di gioia operosa nel bene.

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Martiri oggi, fedeli a Cristo e alla povera gente

Santa Cruz del Quiché in Guatemala venerdì 23 aprile 2021 è avvenuta la beatificazione di dieci martiri cristiani: tre sacerdoti missionari del Sacro Cuore e sette laici, tra cui un ragazzo di 12 anni, uccisi in ‘odio alla fede’ nel contesto della guerra civile che devastò il Paese tra il 1980 e il 1991. – Fedeli a Cristo e alla povera gente, sssi sono conosciuti come i “dieci martiri del Quiché”. – E ora dopo i giorni del pianto in Guatemala vengono i giorni della luce e della gioia che arriva da questa beatificazione. Ma occorre fare anora tanta strada perché il Guatemala possa risorgere dai suoi mali: è la speranza che i fedeli ora nutrono per l’invocazione ai loro martiri.

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Riconosciuto il martirio di 12 redentoristi spagnoli

– Papa Francesco ha riconosciuto il martirio dei Servi di Dio (Vincenzo Nicasio Renuncio Toribio e 11 Compagni) che in Spagna sono stati uccisi in odio alla Fede nel 1936.
– Nel periodo della guerra civile spagnola – tra il 1936 ed il 1939 – si contano, finora, 1903 beati e 11 santi uccisi in odio alla Fede. – La Storia ha ancora molto da raccontare.

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Il Buon Pastore dona la sua vita

58a Giornata di preghiera per le Vocazioni. – La vocazione è la chiamata di Dio a guardare attraverso le apparenze per riconoscere che la storia, i fatti, gli incontri, le persone, e anche la marea un po’ caotica che è la vita, sono il luogo nel quale cercare e vedere il compiersi del Regno di Dio. – Guardando la nostra famiglia, la nostra comunità, entrando in un ospedale, in una classe scolastica, camminando per le vie della città vediamo la possibilità del nuovo, se guardiamo con lo sguardo del Buon Pastore che in tutti vede il bene fecondo capace di dare la vita.- Il messaggio di questa Giornata «La santificazione è un cammino comunitario da fare a due a due (Papa Francesco) – La vocazione non è mai soltanto mia ma è sempre anche nostra: la santità, la vita è sempre spesa insieme a qualcuno. Il Buon Pastore ci aiuterà a renderla possibile.

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Attenzione continua alla nostra lingua

Attenzione alla lingua! – Se uno non pecca nel parlare, si dimostra uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. La lingua è un membro piccolo, ma può vantarsi di grandi cose: di male e anche di bene. Come un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta, anche la lingua può accendere il male! Essa è inserita nelle nostre membra, contagia tutto il corpo e incendia tutta la nostra vita. Ma può anche dire parole di stima, di incoraggiamento. di ringraziamento. Tutti ne abbiamo bisogno. E Dio sarà lodato per questo.

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Nelle buone azioni la nostra vera dignità

Le buone azioni hanno un grande valore e purtroppo uno scarso riconoscimento e l’apparenza sembra aver più valore, al punto che molti si scoraggiano di fare il bene. – Ma la vita saprà rendere ragione al bene: non scoraggiamoci di fare il bene! – Teniamo a mente l’insegnamento di Gesù: “Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli… Quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Matteo 6,1-3).

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Un premio alla madre dei dimenticati

Suor Ruth Lewis, suora pakistana,”la madre dei dimenticati” era morta di coronavirus nel mese di luglio e qualche giorno fa il governo del Pakistan le ha assegnato un Premio speciale alla memoria: a lei che per oltre cinquant’anni si è dedicata ai bambini con disabilità, al punto da essere chiamata “la madre dei dimenticati” – Motivo di soddisfazione e orgoglio questo premio postumo, la Sitara-e-imtiaz (“Stella di eccellenza”), in riconoscimento dei suoi servizi alla società e al Paese. – Suor Ruth è stata «autentica testimone dell’amore di Dio verso ogni persona ed ogni creatura, avendo un particolare sguardo evangelico di amore verso i bambini con disabilità, ben visibile in ogni istante della sua vita».

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Da misericordiato a misericordioso. Ex terrorista si racconta

Tra le tante storie di misericordia ricevuta e poi donata agli altri colpisce questa dell’ex terrorista Mario Guerra di “Autonomia operaia”, appartenuto al gruppo armato di Valerio Morucci, anche se con compiti di logistica. – Si deve leggere la sua storia che egli si è sentito in dovere di far conoscere dopo aver ascoltato Papa Francesco sul passaggio “Misericordioso perché misericordiato”. – Egli riconosce con gratitudine di essere stato più volte misericordiato; ed ora non può fare a meno di essere anche un misericordioso verso i più bisognosi della nostra società. Questo ha operato la grazia di Dio attraverso l’azione di un santo sacerdote: don Luigi Di Liegro. – Con grande umiltà e gratitudine oggi Mario riconosce: «Mi guardo indietro e mi guardo oggi e una sola cosa capisco: essere misericordiato e misericordioso è solo Grazia. E a me è toccata».

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I sei martiri di Casamari

All’abbazia di Casamari (FR) sabato 17 aprile 2021 sono stati beatificati i sei martiri cistercensi vittime della furia rivoluzionaria anti-cristiana scoppiata nel 1799 anche a Napoli. – Il 13 maggio 1799 un distaccamento delle milizie francesi assalirono l’abbazia. – Diversi monaci fuggirono nei boschi, ma sei di essi rimasero nel monastero e testimoniarono con il sangue la loro fedeltà all’Eucarestia. Per questo furono uccisi a colpi di baionetta o di sciabola nell’atto di difendere le pissidi e di impedire la profanazione delle particole consacrate. – Ha presieduto la celebrazione il Prefetto della Congregazione dei Santi card. Marcello Semeraro, in rappresentanza di Papa Francesco.

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Quel bimbo solo nel deserto

Una storia amara e lieta, con la cattiveria e la bontà che caratterizzano i nostri giorni. Il piccolo Wilton, tenuto in ostaggio dai narcos, viene rilasciato per primo dopo il pagamento del riscatto. Liberato nel deserto! Lo ha trovato in lacrime la polizia. Il suo video ha commosso il mondo. Sono stati raccolti i 5mila dollari mancanti per il rilascio della mamma Meylin, che così ha potuto riabbracciare il piccolo Wilton. Ora sono al sicuro, almeno fino a quando le autorità USA lo consentiranno. intanto il fiume dei respinti alla frontiera continua a scorrere, gettando uomini, donne e bimbi nelle braccia dei narcos.

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Stare con Gesù ravviva la nostra esistenza

Oggi, terza domenica di Pasqua, Gesù si mostra ai discepoli, li invita a toccare il suo corpo glorioso e propone di mangiare con loro. È veramente lui, il Cristo, il Risorto. Egli fin dall’inizio della sua vita pubblica, scelse dei discepoli perché stessero con lui, perché, vivendo con lui, seguendo i suoi esempi e le sue istruzioni, fossero formati per diventare suoi testimoni qualificati tra le genti. – Oggi tocca a noi stare con Gesù: guardarlo, toccarlo, mangiare con lui e di lui, perché ci renda degni di annunciarlo ed essere testimoni dell’umanità nuova pacificata nel tuo amore. – Oggi ricorre la 97a Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

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Il giudice Livatino sarà beatificato il prossimo 9 maggio

Il giudice Livatino sarà proclamato beato il 9 maggio ad Agrigento. Il rito sarà presieduto dal cardinale Semeraro; il giorno è l’anniversario della storica visita nel 1993 di san Giovanni Paolo II con l’invettiva contro la mafia: «Convertitevi, verrà il giudizio di Dio». – La motivazione che spinse i gruppi mafiosi di Palma di Montechiaro e Canicattì a colpire il servo di Dio, si legge nel documento che ha annunciato la decisione di papa Francesco, «fu la sua nota dirittura morale per quanto riguarda l’esercizio della giustizia, radicata nella fede. – Un film del 1993, “Il giudice ragazzino”, aveva raccontato la carriera e le vicende del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990.

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In ospedale consacrato sacerdote nigeriano malato

La storia di Livinus Esomchi Nnamani, ordinato sacerdote in ospedale a Roma lo scorso Giovedì Santo, è il racconto di un uomo che ha risposto ad una vocazione, ha scoperto di essere gravemente malato ed ha chiesto che il suo percorso di fede venisse coronato, seppur in anticipo.- Una domanda alla quale è giunto un “Sì” eccezionale, anche per la rapidità della risposta: Papa Francesco ha detto subito sì”. Il neosacerdote ha assicurato che «offrirà le sue preghiere per il ministero apostolico del Santo Padre».

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Occhi e cuore per fare il bene

Fare il bene, in qualunque situazione ci si trovi, aiuta a vivere, facendoci scoprire continuamente perché vivere. Basta stare attenti e non cedere alla banalità vissuta come stile di vita e ci accorgeremo che la colpa di tante nuove povertà è dei nostri occhi e e del nostro cuore che portiamo ostinatamente chiusi. – Oggi rispettare l’ordinata distribuzione dei vaccini è segno di concreto amore per l’altro.

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La creatività dei missionari oggi

Leggere le storie dei missionari ci porta il sorriso, perché al di là della creatività dei mezzi che usano e delle situazioni che affrontano, si legge il profondo amore che li rende apostoli solidali con l’umanità, specie quella ferita ed in periferia. In questo periodo di pandemia le persone si sentono vicine e pensate. La gente si sente confortata e al sicuro, poiché sente di appartiene alla comunità.