Fede e dintorni

Può diventare tardi per pentirsi

Papa Francesco da anni ripete quelle tre piccole parole che rendono più amabile la vita familiare: grazie, scusa, per favore. L’esercizio quotidiano di queste parole spiana la strada al perdono “quotidiano” e non permette l’accumulo di risentimenti che poi esplodono in litigi. – Il carattere gioca brutti scherzi, bisogna dominarlo ed ecco la necessità di usare le tre brevi parole “grazie, scusa, per favore”. – Che tristezza notare che ci sono alcuni che (per carattere) pensano di stare sempre nel giusto e si vantano di non chiedere scusa a nessuno. Ma chiudersi ostinatamente può portare ad una sofferenza difficile da riparare.

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Il dolore che salva

Spesso il rimedio al male che ci viene addosso è doloroso o non ci piace. L’istinto di conservazione ci fa superare ogni esitazione: affrontiamo il dolore pur di salvare la vita. Il dolore, affrontato con coraggio, a volte salva la vita. Ma se si cede alla paura, il danno sarà ancora più grande. – Quanti drammi familiari avvengono per non sapere o volere affrontare il dolore: le cronache di ogni giorno parlano finanche di mamme e papà che arrivare ad uccidere i propri figli, pur di non affrontare situazione dolorose. – Il dolore può diventare strumento di salvezza nel piano di Dio.

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Anche una vita nascosta influisce sulla storia dell’umanità

Può l’atto di un uomo qualunque influire sul destino del mondo per la sola forza della sua anonima testimonianza? Questa è la domanda che percorre «Hidden life» («La vita nascosta»), capolavoro di straordinaria forza cinematografica e spirituale del regista americano Terrence Malick, presentato nell’ormai remoto Festival di Cannes 2019 dove conquistò il premio della giuria per poi sparire in attesa della distribuzione in Italia prevista per i primi mesi del 2020, ovviamente rimandata, sino alla fine di agosto a causa del Covid19. – La storia di Franz poteva sembrare l’ostinazione di un perdente, destinata a sbiadire nel nulla, e invece, grazie al Malick e alla Chiesa che l’ha beatificato il 26 ottobre 2007 nella cattedrale di Linz, lo pone oggi all’attenzione dell’umanità intera. – «Se le cose oggi non vanno così male, come invece sarebbe stato possibile, lo dobbiamo in parte a tutti quelli che vissero con fede una vita nascosta, e riposano in tombe che nessuno visita» (George Eliot).

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L’onore di lavorare per Dio

Dio chiama a tutte le ore a lavorare nella sua vigna per costruire una umanità sempre nuova, ovunque ci troviamo e qualunque lavoro noi facciamo. A volte rispondere alla chiamata di Dio porta ad affrontare persecuzione e martirio e ciò può sembrare una sciagura. Gli ultimi uccisi per la loro bontà e mitezza hanno scosso l’opinione pubblica. Molti hanno scosso il capo, ma don Roberto e il giovane Willy ora sono nella luce di Dio, e noi dobbiamo solo imparare da loro, che hanno risposto con dedizione alla chiamata di Dio.

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Costretti a pensarla allo stesso modo?

Il rischio di una nuova schiavitù di pensiero è sempre in agguato: perché, in qualche modo, bisogna prendere posizione, bisogna schierarsi. E sono gli stessi social media ad attirare, anche manipolando le informazioni, verso l’una o l’altra posizione. Il cristiano deve guardare la propria coscienza illuminata dalla Parola in cui crede e da cui è nutrito. Dice San Paolo: “Non conformatevi a questo mondo, ma trasformatevi rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12, 2).

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Beati i puri di cuore

Vedere il bene negli è frutto di un cuore puro. La purezza del cuore e la virtù della castità, anche se oggi non sembrano interessare molto, conservano tuttavia un fascino che attira, perché mette in evidenza un cuore libero dalla libidine e profumato di vero rispetto per sé e per gli altri. La persona pura nel suo cuore diventa oltremodo attraente. – La purezza e castità abitano prima di tutto nel cuore! E se ci sono nel cuore, esse si rivelano poi dal volto, dagli sguardi, dai modi di avvicinare l’altro.

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Como, Caivano: la Parola oltre le le nostre parole

Di fronte ai molti e diversi punti di vista con cui vengono presentati i dolorosi fatti di cronaca si può rimanere disorientati. via le ideologie, anche quelle che si presentano come “cattoliche”, dimenticando la Parola che porta misericordia e speranza. Via i commenti superficiali e di comodo che non coinvolgono la vita. Ricerca – invece – di quella Parola, di quella Luce che illumina ogni persona che viene a vivere in questo mondo e in questa nostra società e che muore in cerca dell’Infinito.

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Preghiera per la scuola

Al di là dei ritardi, delle difficoltà e delle inevitabili polemiche che sorgeranno, un Paese non può dividersi sull’esigenza di sostenere e promuovere la sua scuola. Il diritto allo studio dovrà procedere di pari passo con il diritto alla salute (Presidente Mattarella). – Per il credente l’aspetto spirituale,poi, è irrinunciabile, avendo imparato sin da piccolo ad offrire a Dio le proprie azioni e in questo caso l’impegno scolastico. Perciò mentre continuerà l’azione degli amministratori preposti alla scuola, la preghiera accompagnerà questo anno scolastico e aiuterà a sopportare i limiti imposti dal coronavirus.

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Ci sono ancora schiavi tra noi?

L’esperienza dell’apostolato di San Pietro Claver (1580-1654), “schiavo degli schiavi neri per sempre”, come si definiva lui stesso, può ispirare e orientare il nostro atteggiamento verso i molti schiavi che ancora affollano la nostra vita. Quando vediamo certi servizi televisivi sulle condizioni di lavoro di immigrati, quando vediamo che essi sono diventati “merce” e “strumenti” per aprire varchi nei sistemi politici ed economici europei, forse allora realizziamo come gli oppressi, e quindi gli schiavi, esistono anche in mezzo a noi. E allora capiamo che dobbiamo schierarci, non per difendere i nostri privilegi razziali, politici, economici, ma per metterci dalla parte degli oppressi. Cosa molto difficile. Ma i Santi hanno aperto vie meravigliose di umanità.

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Quel tesoro nascosto

Quante Bibbie sono presenti nelle case di molte famiglie e non vengono mai aperte, impolverate negli scaffali come un libro qualunque, o dimenticate nel buio di un cassetto? – Oggi la Parola di Dio è ancora incatenata dentro le nostre case come un tesoro nascosto che non viene svelato. Il vero tesoro molte volte non lo vediamo. Non riusciamo a vederlo? Non vogliamo vederlo? Eppure ne abbiamo tanto bisogno. Eppure vi scopriremo il segreto della nostra salvezza. “Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua croce, hai redento il mondo”.

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Settanta volte sette, perdonare sempre

Perdonare non è facile, ma è la più grande virtù a portare benefici a questo nostro mondo. Se vi fosse il perdono nella società, nella famiglia, nella comunità, la terra non sarebbe più come una gabbia di belve feroci ma una piccola oasi di pace, di Paradiso. Il perdono ci rende simili a Dio che ci ama fino al punto di perdonare sempre, perdonare tutto.

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Il perdono, il conforto, il coraggio di affrontare le piaghe del mondo

Il perdono, il conforto, il coraggio di continuare ad affrontare le piaghe del mondo costituiscono la bella testimonianza, anche se piena di tristezza, vissuta da don Maurizio Patriciello e Antonietta Gargiulo ricevuti in udienza privata da Pap Francesco. Una madre, Antonietta ha avuto le figlie uccise dal marito prima che si suicidasse; lei lo ha perdonato. Don Patriciello ha ottenuto per lei il conforto di una udienza privata e personale con Papa Francesco. Antonietta gli ha parlato, gli ha raccontato qualcosa della sua vita, gli ha chiesto qualche consiglio, gli ha donato le foto delle sue bambine uccise, Alessia e Martina. Poi gli ha chiesto il permesso di poterlo abbracciare. Ora può riprendere il cammino con coraggio.

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Il vero amore cammina anche a rotelle.

La piccola e bella storia di oggi propone un matrimonio iniziato nella gioia; folgorato dalla malattia mentre lo si festeggiava e poi vissuto nell’amore nonostante tutto: 25 anni di matrimonio sulla sedia a rotelle. Sono arrivati anche dei figli. La gioia, nonostante la situazione critica, non è mai venuta meno. Davvero bisogna riconoscere: “Il vero amore cammina anche a rotelle”.

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Amare tutti nella preghiera

Se è vero che il tuo prossimo comincia da chi ti sta più vicino, è vero anche che non si ferma ad essi. Il tuo prossimo sono tutti gli altri, e a tutti gli altri devi fare arrivare il tuo amore attraverso la preghiera, a volte scordandoti anche di te stesso. E così, pregando per loro, diventa facile anche amare i propri nemici. – E così, quando sentiamo di tanti infelici che soffrono a causa delle malattie o degli sconvolgimenti della natura, e sembra che noi non possiamo farci niente, ricordiamoci di pregare per loro. In qualche modo Dio ascolterà la nostra preghiera.

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Il sorriso di Willy illumina le tenebre dell’odio

Willy Monteiro Duarte, 21 anni, è stato aggredito e preso a calci e pugni fino a morirne, perché aveva cercato di proteggere un amico coinvolto in una rissa. Sconforto e disperazione. Questo è quello che prova in questo momento la nostra Città per la perdita del nostro Willy: uno splendido ragazzo” che aveva imparato il precetto della «generosità». L’odio ha cercato di spegnere un sorriso di luce, di pace e di fraternità. Ma il sorriso resta per illuminare il cammino di quanti sapranno dire no alla violenza e tendere la mano per camminare insieme. – I quattro giovani dediti alla violenza sono stati arrestati: il carcere sia luogo e tempo di ripensare e ricostruire la loro vita nel bene che tutti siamo chiamati a costruire.

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Da Romania venisti… – Maria Santissima di Romania

La Patrona di Tropea: Maria SS. di Romania – Il 9 settembre di ogni anno, anniversario della incoronazione della sacra Icona, si svolge la processione che accompagna la venerata Immagine per le vie cittadine insieme a tutte le confraternite religiose e alle associazioni. La partecipazione popolare è altissima e il clima di preghiera molto sentito.

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Sacerdoti per Dio e per il popolo

Gesù si presenta come il Buon Pastore, come colui che dà la propria vita per le pecore. Perciò i sacerdoti devono considerare il ministero sacerdotale come «una questione di vita», nel senso che essi sono assimilati al Buon Pastore “immerso nel suo gregge”. e pertanto non sono chiamati in primo luogo a “fare qualcosa”, ma a “dare e a condividere la vita con il proprio gregge”.

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Tutti fratelli, il mio nome è fratello

“Fratelli tutti” è il titolo nella nuova Enciclica che Papa Francesco firmerà il 3 ottobre ad Assisi. Il documento ha per sottotitolo “Sulla fraternità e l’amicizia sociale”. Il Papa lo siglerà dopo la celebrazione della Messa nella Basilica francescana senza fedeli nel rispetto dell’attuale situazione sanitaria. – Chiamare qualcuno col dolce nome di “fratello” riempie il cuore di gioia sia di chi chiama sia del chiamato. Nasce una tenerezza sempre nuova. – Papa Francesco ha aperto frontiere di nuova, ma purtroppo fragile fraternità: tra Israeliani e palestinesi, tra immigrati e paesi accoglienti, tra cattolici e protestanti, tra persecutori e perseguitati che si riconciliano. Tutto ciò nasce dalla fede in Dio che è Padre di tutti e Padre della pace.

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Correzione atto impegnativo di amore

La natura con i suoi tremendi fenomeni (la pandemia coronavirus in corso, i terremoti, gli uragani, le siccità prolungate o le alluvioni disastrose) non cessa di ammonire l’umanità, invitandola, purtroppo dolorosamente, al rispetto delle condizioni del vivere bene insieme: si direbbe che sia un atto d’amore per correggerci. – Anche l ‘ammonizione del fratello che pecca è una forma sublime di carità e ci fa simili a Cristo che, per salvarci, ha donato tutto sé stesso. – Bisogna perdonare sempre al proprio fratello. Ma questo perdono va dato nella carità, attraverso la correzione fraterna che ha come primo obiettivo non l’umiliazione del peccatore ma la sua riabilitazione. Perciò ognuno deve lasciarsi guidare dalla sensibilità a salvaguardare, con ogni cura, la dignità della persona del fratello che si intende ammonire o correggere.

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Il Beato Gerardo Sasso, signore degli infermi

La commemorazione riguardava i 900 anni della morte del fondatore dell’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, divenuto poi Sovrano Ordine Militare dei Cavalieri di Malta, il Beato Gerardo Sasso. Fondò un ospedale per curare feriti e malati di ogni religione, divenendo segno del dialogo interreligioso e della solidarietà e fratellanza tra i popoli. – Oggi l’impegno dell’Ordine degli Ospitalieri non riguarda solo i poveri o i malati ma anche gli emarginati, i perseguitati, i rifugiati, senza distinzione di razza o di religione. – I cristiani sono chiamati ad agire sempre nel nome di Gesù: questa è la condizione di autenticità della vera azione apostolica e la vera forza della Chiesa.