Fede e dintorni

La Misericordia dei medici

Otto giorni fa, giorno di Pasqua, a Prato 5 medici, su mandato del vescovo Giovanni Nerbini, hanno dato l’Eucarestia ai malati di coronavirus. Qualcuno ha pianto. Un momento toccante è stato quando a ricevere l’Eucarestia sono stati mamma e figlio ricoverati insieme. Nel primo pomeriggio, nella cappella dell’ospedale, il vescovo aveva affidato ai medici dell’ospedale il mandato di ministri straordinari della comunione ed ha pregato per coloro che non lo potevano fare, perché ormai intubati.

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Oggi Divina Misericordia per tutti

Divina Misericordia per tutti in questo tempo di pandemia: per i tanti morti causati dal coronavirus e per i vivi che vivono nell’angoscia del pericolo sempre incombente. – E così celebriamo ancora nelle nostre case, diventate piccole chiese domestiche, questa seconda Domenica di Pasqua, chiamata Domenica della Divina Misericordia. – Fu istituita da san Giovanni Paolo II (1920-2005), il quale si ispirò alla spiritualità di Suor Maria Faustina Kovalska (1905-1938). – Quest’anno i cristiani e tutti gli uomini del mondo sentono un bisogno straordinario della Divina Misericordia che li salvi da una pandemia micidiale che ancora non arretra.

Cultura e Società Fede e dintorni

Nostalgia del sepolcro o voglia di resurrezione.

I testi liturgici in questi giorni hanno messo in evidenza il singolare duello tra la morte e la vita: “Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa”.
– Il risorto non lo si può più cercare tra i morti; ma tra i viventi che egli vivifica con la grazia della sua resurrezione. Bisogna resistere alla nostalgia del sepolcro, del ritorno al «come prima». Bisogna avere il coraggio di scegliere forme di resurrezione. Allora la nostra scommessa sarà per la vita, per la risurrezione dei popoli.

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Testimonianza eroica del medico diventato diacono

Gli eroi non ci mancheranno: sono 121 i medici eroi morti in questa crisi da coronavirus, 30 gli infermieri, 6 i farmacisti e 111 i sacerdoti. Tutti accomunati nello stesso sacrificio. Papa Francesco continua a citarli e a ringraziarli. – Maurizio Bertaccini, medico e diacono permanente, padre di 10 figli (tra naturali, adottivi e affidati), ha lottato dal 18 marzo con il virus, ma la malattia purtroppo non gli ha lasciato scampo e giorno 14 è morto, all’età di 68 anni, all’ospedale “Infermi” di Rimini, dov’era ricoverato dal 24 marzo. Ora potrà godere, quale ‘servo buono e fedele’, della pace col suo Signore risorto.

Fede e dintorni

Da giovane migrante a vescovo

L’Albania e il suo presidente Meta hanno accolto con favore e gioia la nomina di Arjan Dodaj a Vice Vescovo dell’Arcidiocesi di Tirana-Durazzo fatta da Papa Francesco. Anche i musulmani sono contenti: con questi c’è ben più della tolleranza religiosa; c’è armonia, familiarità, spirito di grande collaborazione e sostegno reciproco, dice il vescovo eletto.

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Parole, suoni e immagini per dominare il coronavirus

Mors et Vita duello conflixere mirando. Mentre morte e vita combattono il loro “duello pasquale” in questi giorni del coronavirus, bisogna riconoscere gli sforzi generosi e titanici di medici, infermieri, operatori pastorali sempre in azione e ringraziarli. Alla loro azione loro si affiancano parole nuove, suoni celesti e immagini incredibili per dominare il coronavirus. – Le parole di conforto dei Pastori, in particolare di Papa Francesco, che ogni giorno entra nelle nostre case; i suoni di celesti melodie per sollevare gli spiriti affranti dal dolore come quelle di Andrea Bocelli dal duomo di Milano deserto; immagini incredibili per la tecnologia applicata per suscitare speranza, come quelle del Cristo

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Il medico e la sua missione

Il 12 aprile è stato anche il giorno di San Giuseppe Moscati, il medico dei derelitti, morto 92 anni fa; le sue mani guarirono la città di Napoli. Al giuramento di Ippocrate, che ogni medico fa, unì uno straordinario amore per gli ammalati che nasceva dalla sua fede: nel prendersi cura dei loro corpi accudiva al tempo stesso anche le anime”. Egli offrì tutta la sua vita per curare gli ammalati. Morì per infarto a 47 anni, dopo essere tornato dall’ospedale e dalle visite a domicilio per controllare alcuni pazienti. Fu un eroe, un santo. Papa Francesco lo avrebbe chiamato “un santo della porta accanto”.

Attualità Cultura e Società

The Charity Project, il Love project di beneficenza di Homopatico

I proventi della raccolta fondi saranno devoluti all’organizzazione umanitaria Emergency È importante che molte persone partecipino per contribuire in maniera concreta al progetto condividendolo con gli amici per diffondere le informazioni sui social network Sappiamo tutti cosa sta succedendo nel mondo. Molti ospedali lottano ancora con l’enorme volume di casi di coronavirus e milioni di […]

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Dio non ci lascia soli

Papa Francesco Francesco, ieri giorno di Pasqua, ha dato la benedizione Urbi et Orbi “in solitudine”, per le restrizioni del coronavirus. “Dio non ci ha lasciati soli! Rimanendo uniti nella preghiera, avvertiamo che Egli pone su di noi la sua mano, ripetendoci con forza: non temere!” L’amore misericordioso è la caratteristica eterna di Dio. Egli ama le sue creature e le vuole felici. – Ma tante volte sono le sue creature a non credere al suo amore, perché non aprono gli occhi alla luce della risurrezione.

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Pasqua di Risurrezione, nuova vita

Risorgere dopo la morte: è una esperienza che facciamo continuamente. Ci rialziamo dopo che siamo stati abbattuti e quando non si può ricostruire come prima, l’amore crea forme nuove. L’anno scorso è toccato alla cattedrale di Notre Dame di Parigi diventare il simbolo e l’impegno della Pasqua: l’impegno a risorgere che si deve estendere alla ricostruzione di tutti i guasti che l’uomo procura alla sua dignità e alla bellezza della natura. Quest’anno tocca a tutto il mondo diventare umile e cosciente segno di risurrezione col ridare dignità a chi combatte in prima linea nella vita: ai servitori dello stato, ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari e di volontariato che sono diventati “i santi della porta accanto”. Tutta l’umanità può uscire dal tunnel della morte alla luce di una vita nuova, degna e giusta per tutti.

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Sabato Santo in tempo di coronavirus

Il Venerdì Santo ha consegnato Cristo morto, posto nel sepolcro. Il giorno dopo, Sabato, che era il grande giorno della pasqua degli Ebrei, è diventato il giorno del grande silenzio nell’attesa della della Resurrezione di Gesù, la nuova Pasqua. – Grande silenzio; ma parlano i tanti riti tradizionali legati a questo giorno e che vedono protagonista la Madonna Addolorata (o desolata) che piange il suo Figlio Gesù. Ma tutto ormai è proiettato verso la Risurrezione. – La fantasia popolare, che racconta la passione di Gesù, ce la tramanda rivestita di tenerezza in tanti racconti.

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Venerdì Santo in tempo di coronavirus

La Via Crucis nella storia… La Via Crucis nella nostra vita… Via Crucis di sempre! – Ognuno ha modo di specchiarsi dentro e vivere la giusta via! – La croce ci ricorda come si ama, e a chi dobbiamo guardare per amare senza stancarci. La morte di Cristo sulla croce rivela il mistero duna vita nuova, liberante, redentrice. Perciò il venerdì santo diventa il giorno della speranza di una vita nuova. – Ingrandisci la foto.

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Giovedì Santo in tempo di coronavirus

Nella Messa del giovedì santo, a sera, si dà spazio all’istituzione dell’Eucaristia e, dopo il Vangelo, si compie il gesto della lavanda dei piedi, come aveva fatto Gesù agli apostoli. Un rito che quest’anno – per le restrizioni emanate – non verrà fatto, ma che da sempre colpisce la sensibilità umana purché non si fermi al gesto rituale, ma che accolga il suo significato: il segno di Gesù che amò i suoi discepoli sino alla fine. E noi siamo chiamati a renderlo presente a tutte le generazioni: «Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi».

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Nella passione di Cristo perdono e riconciliazione

«Vicino a me, c’era un altro ragazzo, lo stavano medicando. Aveva una gamba fasciata, ma la benda era inzuppata
di sangue. Piangeva disperato. I nostri sguardi si sono incrociati. L’ho riconosciuto. Era il ragazzo che mi aveva tagliato le dita con il machete… Anche lui mi aveva riconosciuto e tremava come una foglia». – Vittima e carnefice si riscoprono fratelli in un abbraccio. – In questi giorni di Passione e di paura globale per il virus mortale che ci sta assediando, noi, che abbiamo i nostri molti peccati, possiamo e dobbiamo trovare il coraggio di guardare a Gesù che soffre e muore innocente e supplicarlo come il ladrone pentito: “Gesù, ricordati di me!”. E Gesù porta a termine la sua missione riconsegnandoci alla gioia e alla vita.

Fede e dintorni

L’abbraccio del Crocifisso

Alle belle storie e leggende ascoltate nella fanciullezza non si rinunzia, neanche oggi. Un tuffo in queste storie dà una iniezione di bellezza e di nostalgia di qualcosa che si aspetta ancora. – Le leggende sacre legate alle sculture o quadri di crocifissi, madonne e santi restano “gelose custodie” del patrimonio spirituale locale che chiedono il rispetto di chi le ascolta o le legge. – Abbiamo tutti bisogno di un abbraccio consolatore, vero, pieno. Come potrà essere l’abbraccio di Dio, di Cristo, della Madonna e dei nostri Santi? – Proviamo ad immaginarlo nella preghiera e nelle belle storie che abbiamo ascoltato sin da bambini.

Fede e dintorni

Giorni tristi, giorni santi, giorni di vita nuova

I giorni di lunedì, martedì e mercoledì santo appartengono anch’essi alla Settimana Santa. Questi tre giorni ci danno l’opportunità di preparare il nostro spirito a vivere la Passione, la Morte e la Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo con vera fede e raccoglimento, atteggiamenti da non sottovalutare.

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Domenica delle Palme in tempo di coronavirus

Oggi è la Domenica delle Palme, senza chiesa e senza… palme, cioè senza i tradizionali amati ramoscelli d’ulivo, simbolo della fede in Colui che viene morire per l’umanità per darci pace e salvezza. – Ma ugualmente, nella lettura dei testi e nella preghiera in famiglia possiamo accompagnare Gesù nel suo ingresso a Gerusalemme: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». E soprattutto possiamo e dobbiamo pregare per tutti i sofferenti del Codiv-19 e per i medici e operatori sanitari che stanno in prima linea contro il virus.

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Settimana Santa 2020, la passione con il coronavirus

Una settimana santa del tutto inattesa, che il mondo dei credenti e no si appresta a vivere nel segno del Covid-19, il terribile coronavirus che ha messo in ginocchio l’umanità. Sarà l’occasione di stare più vicini a Gesù che soffre, muore e risorge al fine di partecipare alla gioia di una vita nuova. – La liturgia di questi giorni verrà celebrata nelle chiese a porte chiuse e senza popolo. Tutti gli organismi ecclesiali si sono organizzati ad accompagnare i fedeli con i vari mezzi della comunicazione (dirette TV e in streaming, social media, siti web…). Un modo nuovo di celebrare la fede. Anche Tropeaedintorni trasmetterà in diretta streaming Facebook. Buona settimana.

Curiosità dalla storia

Curiosità dalla storia: Lo spazzolino? Una scopa in miniatura…

Lo Inventò nel 1770 in un carcere londinese l’imprenditore William Addis Fu però il dottore americano H. N.Wadsworth il primo a depositare il brevetto ufficiale nel 1857 Wlliam Addis. Questo il nome dell’imprenditore londinese che per primo ebbe l’intuizione di creare una spazzolino da denti. Siamo nella seconda metà del XVIII secolo, precisamente nel 1770, […]